DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

lunedì 30 giugno 2014

Faccia di Marmo


FACCIA DI MARMO - GAIA TORTORA NON ACCETTA LE SCUSE DEL PM CHE ARRESTÒ INGIUSTAMENTE IL PADRE: “TROPPO TARDI, SONO PASSATI 30 ANNI. FORSE LO FA ORA PERCHÉ TRABALLA LA SUA ENNESIMA POLTRONCINA” - ALDO GRASSO: “POTEVA STARE ZITTO”

Diego Marmo si è scusato per aver rovinato la vita di Tortora e averlo definito “mercante di morte”. La figlia Gaia non ci sta: “Provo compassione e pena per chi ha giocato con la vita di un innocente. Se si fosse scusato prima, non avrebbe avuto le sue promozioni”…

1. IL PM SI SCUSA, 30 ANNI DOPO (POTEVA SOFFRIRE IN SILENZIO)
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

uliano con la nuova giunta il primo a sinistra e?? diego marmo pm del caso tortoraULIANO CON LA NUOVA GIUNTA IL PRIMO A SINISTRA E?? DIEGO MARMO PM DEL CASO TORTORA
Poteva starsene zitto. Poteva portare ancora il peso del suo silenzio. Poteva vedersela con la sua coscienza, che non fa mai dichiarazioni pubbliche. Giorni fa, Diego Marmo ha chiesto scusa alla famiglia di Enzo Tortora (scuse respinte) per le vicende giudiziarie che annientarono la carriera televisiva e la vita del famoso presentatore:

«Ho richiesto la condanna di un uomo dichiarato innocente con sentenza passata in giudicato. E adesso, dopo trent’anni, è arrivato il momento. Mi sono portato dietro questo tormento troppo a lungo. Chiedo scusa alla famiglia di Tortora per quello che ho fatto. Agii in perfetta buona fede».

L'ARRESTO DI ENZO TORTORAL'ARRESTO DI ENZO TORTORA
Tormento? Marmo è tornato all’attenzione della cronaca le scorse settimane, quando è stato nominato assessore alla legalità del Comune di Pompei. A molti, la nomina è sembrata un insulto alla memoria di Tortora e così sono scoppiate le polemiche. Trent’anni fa Diego Marmo era il pubblico ministero che formulò pesantissime accuse contro Tortora, poi assolto con formula piena perché il presentatore di Portobello non faceva parte della camorra. Ma di quelle accuse Tortora morì e nessun magistrato di quel processo aveva finora pubblicamente manifestato rincrescimento.

Una pagina nera per la giustizia italiana e non solo: il Tg2 d’allora si distinse subito per l’accanimento con cui seguì la vicenda dell’«insospettabile di lusso», la stampa preferì sposare, almeno all’inizio, la tesi colpevolista (con la sola eccezione di Enzo Biagi), molti mascherarono il suo arresto con una sorta di risibile rigenerazione da una tv che non piaceva.
enzo tortora tvENZO TORTORA TV

Marmo, che durante la requisitoria, nel 1985, descrisse il giornalista come «un cinico mercante di morte», non era solo. I magistrati inquirenti erano Lucio Di Pietro (promosso poi procuratore generale a Salerno e alla Procura nazionale antimafia) e Felice Di Persia (giunto poi al Csm). Tortora fu rinviato a giudizio da Giorgio Fontana, allora giudice istruttore, e messo alla gogna «nel nome del popolo italiano».

Le nostre ingiustizie si vendicano sempre. Non ci rendiamo conto, spesso, che nel porre rimedio alle cose finiamo col cercare un sollievo che le aggrava ancora di più.


2. LA FIGLIA DI TORTORA RIFIUTA LE SCUSE DEL PM "ORA È TROPPO TARDI"
Maria Volpe per il "Corriere della Sera"
ENZO TORTORAENZO TORTORA

«È tardi. È troppo tardi. Ci sono stati 30 anni in mezzo». Parole chiarissime, inevitabili. A scriverle è Gaia Tortora la figlia più piccola di Enzo. Oggi ha 45 anni, è capo redattore politico al Tg de La7. Quando suo padre venne arrestato lei aveva 14 anni. Una adolescenza e una giovinezza rovinate per sempre dal calvario di quell’uomo per bene. La sorella maggiore, Silvia, anche lei giornalista e pure scrittrice, in questi anni non ha mai nascosto la sacrosanta rabbia.

Due giorni fa si sono trovate di fronte alle parole di Diego Marmo, il pubblico ministero che formulò pesantissime accuse contro Enzo Tortora. Accuse false. Ma lui non pagò mai per quell’errore. Non chiese mai scusa. Lo ha fatto l’altro ieri in un’intervista a «Il Garantista», il nuovo quotidiano di Piero Sansonetti: «Adesso dopo trent’anni è arrivato il momento. Mi sono portato dentro questo tormento troppo a lungo. Chiedo scusa alla famiglia Tortora per quello che ho fatto».

Myrta Merlino e Gaia TortoraMYRTA MERLINO E GAIA TORTORA
Reazioni? Silvia tace. Gaia affida a Facebook la risposta. «Scrivo qui queste poche righe perché stanca di parlare. Stanca di spiegare. Stanca di pensare che anche questa volta le mie parole potrebbero essere ridotte o interpretate. Lo faccio qui ad uso e “consumo” di tutti. Di quelli che mi vogliono bene e anche dei colleghi che puntualmente mi cercano. Quelli di cui riconosco il pudore nell’avvicinarmi e quelli che ancora oggi non smettono di stupirmi per la sciatteria e l’insensibilità».

Poi Gaia Tortora entra nel merito di quelle scuse scandalosamente tardive di un uomo che non solo non ha pagato, ma è stato pure premiato negli anni. L’ex procuratore capo di Torre Annunziata, già procuratore aggiunto a Napoli, oggi in pensione, da qualche giorno è stato nominato assessore alla legalità del comune di Pompei.

Gaia Tortora Enrico MentanaGAIA TORTORA ENRICO MENTANA
Prosegue dunque la figlia del conduttore di «Portobello»: «È troppo tardi. Ci sono stati 30 anni in mezzo. Ma se avesse ammesso di aver sbagliato prima non avrebbe ottenuto le sue promozioni. E ora forse la sua ennesima poltroncina traballa sotto il peso delle polemiche. Provo compassione e pena per chi ha giocato con la vita di un uomo innocente». Infine una richiesta «Chiedo ai politici di destra e sinistra di smetterla di dire cosa sarebbe bene per Tortora.

Senza mai porsi il problema di cosa provocano le loro esternazioni in noi. Chiedo al governo di fare una riforma della giustizia che abbia un senso e dia una dignità alla parola giustizia. Dignità. Una parola di cui quegli ominicchi, come ci ha insegnato il grande Sciascia, non conoscono probabilmente neanche il significato». Parole che in molti hanno condiviso sui social.

Perché nessuno ha dimenticato quella requisitoria: Marmo descrisse il giornalista Rai come «un cinico mercante di morte», riferendosi alla presunta (e inesistente) attività di trafficante di cocaina. Non solo. Rivolgendosi al legale di Tortora ebbe a dire: «Il suo cliente è diventato deputato con i voti della camorra!». (Tortora gli rispose gridando: «È un’indecenza»).

Gaia Tortora al tg La7GAIA TORTORA AL TG LA7
Un’indecenza che cominciò il 17 giugno 1983 quando Tortora venne arrestato. Sette mesi di carcere, poi gli arresti domiciliari per motivi di salute. Nel giugno dell’84 viene eletto deputato al Parlamento europeo con i Radicali. Il 17 settembre 1985 è condannato a 10 anni di carcere principalmente per le accuse di pentiti. Il 31 dicembre si dimette da europarlamentare rinunciando all’immunità parlamentare.

Resta agli arresti domiciliari e il 15 settembre 1986 viene assolto con formula piena dalla Corte d’Appello di Napoli. Pochi mesi dopo, il 20 febbraio 1987 torna in tv e quello stesso anno, il 13 giugno, viene assolto definitivamente dalla Corte di Cassazione. Una gioia breve perché Enzo morirà il 18 maggio 1988.

venerdì 27 giugno 2014

Pallottelli


Caro Balotelli io ti perdono, ti perdono i gol sbagliati, ti perdono i passaggi e gli stop sbagliati. Ti perdono tutte le sciocchezze che hai detto, sei così giovane e inesperto.
Concordo con te e con tutti quelli che ritengono che non è solo colpa tua l'eliminazione, ma tutta la squadra ha giocato male.

Ma posso almeno dirti che Cavani, il tuo omologo dell'Uruguay ha corso per tutti i 90 minuti a marcare Pirlo? Posso farti notare che i tuoi fratelli neri, che tu citi come esempio, corrono tutti come forsennati e che perdono sudati e dignitosi? Per quello che guadagni e per gli anni che hai, posso almeno incazzarmi per il fatto che passeggi come un anziano ai giardinetti e dai la sensazione di un bambino viziato che non s' impegna? Almeno corri, non chiedo molto.

Bella la nuova cresta bionda, continua il colore anche in quella parte del corpo che cambiando curvatura cambia anche nome, sulla spiaggia farai un figurone.
La Nazionale risorgera' ma con giocatori operai che orrono come tutti gli altri. Viva l'Italia.
Con affetto squalo di terra

Giustizia


Il pm Marmo del caso Tortora, parla dopo 30 anni: "Ho sbagliato, sono il suo assassino morale"






Scagionamenti

A lei è andata anche bene: alla giustizia italiana son bastati due anni, questa volta.
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Lo sfogo di Rosi Mauro scagionata dopo due anni "La gogna non si cancella"

L'ex senatrice leghista: "Non auguro al mio peggior nemico ciò che ho passato. Ringrazio i pm per il loro lavoro immane"

Milano - Era la «strega nera». Donna e meridionale dentro una Lega di maschi, fu l'unica a venire espulsa.
Mentre il Trota restava al suo posto, con le sue lauree albanesi a scrocco, Rosi Mauro veniva cacciata con ignominia.
«Non auguro al mio peggior nemico ciò che ho passato in questi anni. Oggi sono felice. Ma due anni e due mesi di gogna non si cancellano, non si cancellano le incursioni e le falsità sulla mia vita privata. Devo ringraziare i pubblici ministeri che hanno fatto un lavoro immane, e questo lavoro li ha portati a convincersi della mia innocenza. Ma questa innocenza è stata calpestata senza ritegno sui giornali, in televisione, su internet».
Non è una intervista: per questa, spiegano la Mauro e il suo avvocato, ci sarà tempo e spazio dopo che la richiesta di archiviazione firmata l'altro ieri dalla Procura sarà passata al vaglio del giudice preliminare. Ma per la Rosi è difficile non lasciarsi andare a uno sfogo. Il 12 aprile 2012 la sindacalista padana, già astro fisso del cerchio magico bossiano, venne giustiziata senza processo dal triumvirato Maroni-Calderoli-Giorgetti, chiamati a salvare le sorti del Carroccio sotto la tempesta dell'inchiesta sui fondi neri e sulle spese pazze di «The Family», il clan Bossi. La cacciarono dal partito e le ordinarono di dimettersi dalla vicepresidenza del Senato. «Io per tutta la mia vita avevo obbedito. Ma di fronte a quell'ingiustizia mi ribellai, perché sapevo di non avere fatto niente. Dissi che mi stavano facendo una schifezza. E risposi che non mi sarei dimessa».
Le contestavano le accuse lanciate contro di lei da Francesco Belsito, il cassiere della Lega. Un assegno da 6.600 euro intestato «Rosi». Un altro assegno da sedicimila euro. E poi l'accusa più devastante, quella che portò i giornali a frugare fin dentro la sua camera da letto: 77mila euro per comprare in Albania la laurea a Pier Moscagiuro, l'ex poliziotto divenuto il suo compagno. Lei, quando è stata interrogata, ha detto che gli unici soldi visti davvero sono stati i 16mila euro: il valore della sua auto, venduta alla Lega «a me non serviva più, perché mi portava sempre in giro l'auto del Senato». Degli altri soldi, dice di non sapere assolutamente niente. Ora la stessa Procura le riconosce che non c'è uno straccio di prova. E che «non è irragionevole ritenere che Belsito abbia utilizzato la Mauro e Moscagiuro come pretesti per prelevare denaro per se stesso».
A Porta a Porta, mentre il suo mondo le crollava addosso, non resse e scoppiò a piangere. Intanto partiva il linciaggio sui siti dei leghisti duri e puri, che in qualche modo dovevano nascondere e spiegare a se stessi le barbonate del padre fondatore, le scoperte strabilianti sulle spese di Umberto Bossi e dei suoi eredi: i vestiti, la benzina, il dentista, gli alimenti per le ex mogli, il veterinario per il cane. Ammettere che il Senatùr si era ridotto a fare la cresta sui rimborsi era troppo difficile. Difficile ammettere che lo stato maggiore era colluso: «Tutti - ha spiegato la Mauro ai pm - sapevamo che venivano spesi dei soldi per gli studi di Renzo e Riccardo Bossi, ma si parlava di studi effettivi al Cepu, si parlava di Londra». Ma alla base che chiedeva pubblici esorcismi, qualche testa andava data in pasto. Toccò a lei. «Eppure sarebbe bastato poco per capire che la storia non stava in piedi, chi ha mai pagato 77mila euro per una laurea in Albania? Ne bastano due o tremila. E poi Moscagiuro non è neanche diplomato».
Oggi, dice Rosi Mauro, «non appartengo più a quel mondo». Lo dice senza apparente malinconia, anche se dietro ci sono vent'anni di vita, l'impiegata venuta dalla Puglia che incrocia il verbo visionario di Bossi negli anni in cui alle strologanti conferenze stampa dell'odontotecnico di Cassano Magnago si presentavano pochi e diffidenti cronisti, e il nemico non erano i negri ma i terroni come lei; eppure qualcosa scattò. Di quei tempi gloriosi di attacchinaggi e pizzerie, oggi a Rosangela detta Rosi restano le due paginette scarse di una richiesta di archiviazione.

giovedì 26 giugno 2014

O che gioia, o che Sollazzo!



Boris Sollazzo per ‘Giornalettismo’

Boris SollazzoBORIS SOLLAZZO
Caro Mario ti scrivo, così mi distraggo un po’. Mi distraggo da un calcio che ha visto morire un ragazzo, la cui unica colpa è aver risposto a urla d’aiuto, il cui unico errore è stato andare a vedere la sua squadra del cuore giocare la finale di Coppa Italia in un’altra città. Mi distraggo da un’eliminazione al Mondiale che in giornate dolorose come questa sembra solo una rumorosa stupidaggine.

balotelli biondoBALOTELLI BIONDO
Ti scrivo perché ti ho sempre difeso. Perché sono convinto che viviamo in un paese razzista e provinciale, perché crescere tra prese in giro, prima, e buuu razzisti poi, non deve essere stato facile. Te lo dice uno, napoletano, che quando va allo stadio e si sollevano quelli che altri chiamano “sfottò” o peggio “discriminazione territoriale” (che fa tanto operatore ecologico per spazzino: chiamiamolo odio ottuso e violento, perché questo è), sente i propri occhi inumidirsi e in gola la voglia di urlare, rabbioso. Perché l’Italia odia gli anticonformisti, chi esce fuori dalla massa e dal pensiero comune, chi finisce sulla copertina del Time. Siamo un popolo di invidiosi e rancorosi, meschini che amano odiare i vincenti.
 
Conosco pochi navigatori e ancora meno santi, ma tanti che ributterebbero a mare chi ha un colore della pelle diverso dal loro.
Però, caro Mario, se mi parli di fratelli “negri”, di superiorità, allora sei come loro. Allora mi diventi razzista, rispondi all’odio con il disprezzo. E mi fai fare pensieri molto cattivi.
Uno di questi è: come andrebbero le cose se Mario Balotelli fosse bianco?
prandelli balotelli caporettoPRANDELLI BALOTELLI CAPORETTO

Verrebbe preso in giro per la sua indolenza e le sue prestazioni imbarazzanti. E sarebbero in pochi a difenderlo: un presidente innamorato, magari, o tifosi ostinati.
Ricordate Alvaro Recoba?
Lo chiamerebbero con nomignoli che poco hanno di epico, ne radiograferebbero ogni movimento, anche labiale, infine si attaccherebbero alle sue origini per scherzarlo.
Non ci credete? Beh, pensate ai romani Francesco Totti e Daniele De Rossi.

verratti e balotelliVERRATTI E BALOTELLI
Non gli si perdonerebbe nulla, altro che le quaranta prove d’appello concesse negli ultimi sei anni da Mourinho Mancini Allegri Seedorf Prandelli. Ricordate il Gianfranco Zola ingiustamente espulso contro la Nigeria? Non si appellò ai suoi fratelli sardi che io ricordi. E fu oggetto di una clamorosa ingiustizia.
E ancora Beppe Signori, che rifiutò il ruolo di terzino in una finale. Criticatissimi, entrambi. Esageratamente, aggiungo.

O forse se Balotelli fosse stato bianco non lo avrebbero convocato. Proprio per le intemperanze caratteriali. O anche solo perché non veniva sopportato dal resto dello spogliatoio. O infine perché sembra un campione, ma non lo è. Devo davvero citare Antonio Cassano in passato o Mattia Destro, estromesso perché, pare, troppo introverso? O quel Roberto Mancini che potrebbe riallenarlo in azzurro? O Mauro Icardi, che non sarebbe convocato neanche in un’Argentina con un attacco meno atomico?

per balotelli niente bacio solo piantoPER BALOTELLI NIENTE BACIO SOLO PIANTO
Qui a Balotelli lo psicanalizzano, lo difendono, lo capiscono. Sbaglia il pallonetto con la Costa Rica, ma è colpa dell’Italia cattiva se succede. O dei compagni che senza nominarlo lo accusano. Eppure ci sono ancora Baggio, Donadoni, Di Biagio o Zola additati per un rigore sbagliato. E non lo fecero certo contro dei volenterosi centramericani. Non avevano tre punti in classifica e tutto il mondiale ancora davanti.

E così via.

balotelli con le valigeBALOTELLI CON LE VALIGE
Sai che c’è SuperMario? Che se pensi ad Asamoah Gyan del Ghana, che sbagliò malamente un rigore decisivo per la sua nazionale e fu convinto a restare in nazionale a furor di popolo, devo confessarti che ad accomunarvi, ora, sono solo le origini e il colore della pelle. Lui ha sempre sudato per quella maglia, tanto che il suo allenatore dice di lui “può giocare ovunque, tranne che come palo”. Perché non riesce a stare fermo, tanto è l’impegno che mette in un match, tanto è abituato a occuparsi dei compagni in difficoltà. Tu non torni mai. Tu te la prendi con i compagni che non ti servono, ma non vai a cercarti la palla. Tu getti le maglie a terra, protesti, ti fai ammonire, bofonchi nello spogliatoio, twitti ed esponi magliette vittimiste nelle tue rare esultanze.
 
Tu, ora come ora, in campo dai così poco da fare che potresti giocare solo come palo.
Non Balo, attenzione, palo.
balotelli in italia uruguay 1BALOTELLI IN ITALIA URUGUAY 1
No, Mario, non è razzismo. E proprio perché secondo me sei italiano, come direbbe Toto Cotugno, un italiano vero, come chiunque altro, io ti (mal)tratto. Proprio come farei con tutti gli altri. E tu non nasconderti dietro un colore. Dietro quel razzismo che hai sempre combattuto.

Non fidarti di chi ti ha difeso per furbizia, calcolo o visione perversa del politicamente corretto. Sono gli stessi maschilisti che dicono che “le donne sono superiori”, gli stessi razzisti che inneggiano alla superiorità fisica “di chi è di colore”, gli stessi omofobi “che hanno tanti amici gay”. Sono coloro che inneggiano alla tolleranza. Di chi? Di cosa? Noi dobbiamo convivere da pari, non tollerarci.

Fidati di chi se la prende con te. Perché io ho adorato Recoba – pur non tifando Inter – e nella nazionale di Vicini tenevo per Mancini. Ma me la sono presa con loro quando hanno esagerato e non hanno saputo essere degni delle maglie che indossavano.

balotelli in italia uruguay 3 3BALOTELLI IN ITALIA URUGUAY 3 3
Mio caro Mario, la verità è che per ora non vali Edmundo. Che mi era simpatico da matti, ma che ha rovinato qualsiasi squadra in cui abbia giocato. Senza, però, nascondersi dietro fratelli bianchi, neri o mulatti. Lui voleva solo il carnevale di Rio. Come tu vuoi goderti la tua ricca gioventù. Lo ha fatto anche la Sharapova nel tennis e non ha invocato le sue sorelle bionde. O russe. Quando ha deciso di vivere alla grande e vendere la sua immagine, lo ha fatto. Quando ha deciso di vincere, pure.

giovedì 19 giugno 2014

MessicoenuvolUE

Da Sarajevo, messaggio per gli euroscettici; e, p.c., per il sottosegretario alle politiche comunitarie.
Per coordinare il team di esperti internazionali e valutare i danni dell' alluvione in Bosnia (2,7 miliardi di Euro, che la Bosnia non ha e che il 24 giugno Bruxelles cerchera' di reperire con una "donors conference" di solidarieta'), il 26 maggio la UE ha nominato e inviato a Sarajevo un consulente, che viene dal Messico (!). A Sarajevo corre voce che la UE lo paghi con uno stipendio (solidale) di 2500 Euro al giorno.
Distimicamente MessicoenuvolUE ExInFeltrito

Vittorio: siamo in due a sparare!


"Quando vedo qui nanetti in tv mi viene voglia di sparare". Vittorio Feltri è scatenato. In un intervento a Telebari, il fondatore di Libero parla della tv e mette nel mirino i programmi canori in cui si esibiscono i bambini. La trasmissione più odiata di Feltri è "Ti lascio una canzone" condotta da Antonella Clerici. "Ogni volta che accendo la tv o vedo Papa Francesco o vedo i cuochi, o vedo Renzi o quei nanetti orrendi, quei bambini che cantano che sono diretti dalla signora Clerici. Trovo tutto abbastanza stucchevole, nulla di personale, non ce l’ho con le persone, però insomma se la televisione ci deve ammorbare con le stesse facce che dicono sempre le stesse cose. E’ vero che la banalità richiede coraggio ma a forza di banalità si sbadiglia". Poi Feltri rincara la dose: "Penso che i bambini dello Zecchino d’Oro intenerissero, questi che scimmiottano gli adulti rompono i coglioni, già ce li rompono abbastanza quelli veri. Ci mancano solo quelli finti piccoli miniaturizzati, io non li reggo, mi viene voglia di sparare". Infine Feltri fa un paragone tra i bambini e i cani: "Come diceva un sincero democratico, mi viene voglia di mettere la mano alla fondina. Siamo alla finzione esasperata, questo un po’ infastidisce, già i bambini rompono le scatole, parliamoci chiaro. I bambini e i cani annoiano dopo un po’, se poi cantano anche, preferisco quelli che abbaiano". Ora si attende la risposta della Clerici...

mercoledì 18 giugno 2014

Le frecce spuntate di Freccero


Lettera 11
Dago, oggi hai scritto che Freccero ha scoperto Dagospia. Be', a lui un "ben arrivato" e a tutti quelli che reverenzialmente pendono dalle sue iconiche labbra un invito a ridimensionarlo un pochino.
Distimicamente Massbanalmediolgo ExInFeltrito

giovedì 12 giugno 2014

Un Montenegro?



Lettera 9
Dago, ieri hai ripreso una presunta classifica sui dieci luoghi più belli da esplorare nel mondo; bè, in Namibia, che è al primo posto, ok: andarci di corsa. In quanto al Montenegro, che mettono al secondo posto, ma per favore, non scherziamo!
Distimicamente Viaggiatore ExInFeltrito

lunedì 9 giugno 2014

Balle e ballottaggi



Egr. Direttore,
certo che la capacità di molti giornali di distorcere la realtà è sorprendente - e premetto che sono un elettore di centrodestra, e scrivere ciò mi pesa molto - ma, dopo i corposi e pensosi titoli sugli esiti dei ballottaggi vorrei far notare che i numeri della "sconfitta" di Renzi sono i seguenti :
Capoluoghi al ballottaggio 16
Capoluoghi al PD 10
Capoluoghi a FI 3
Capoluoghi a M5S 1
Capoluoghi alla LEGA 1
Capoluoghi ad altri 1
Se la sconfitta è conquistare i due terzi dei capoluoghi dove si è votato, mi auguro che prossima volta il mio schieramento perda sonoramente (vorrà dire che avrà fatto il 100% di preferenze).
con cordialità, Alessandro V.

giovedì 5 giugno 2014

Mestieri belli e mestieri antichi



Lettera 11
Se davvero i fatti sono come ci viene detto, o sono così coglioni da pensare che, pur in una situazione che già sapevano sotto indagine, non sarebbero stati scoperti, oppure quelli che fanno "il mestiere più bello del mondo" sanno che anche se scoperti ci rimettono poco. In ogni caso, a quei "figli di quelle che fanno il mestiere più antico del mondo" bisogna che la Legge si decida, una volta per tutte, a dare pene più certe e più dure. A quando un bel "41-bis" per i corrotti?

Vittorio Setiprendotifaccioilculopiùgrandedelmondo ExInFeltrito