DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

mercoledì 21 novembre 2018

Salvini e Babbo Natale


La Ue boccia la manovra. Salvini: “Ora aspettiamo la lettera di Babbo Natale”. Forse ne dovrebbe scrivere una lui, insieme con i soci Di Maio e Conte: “Caro Babbo Natale, mettici la testa a posto, per favore, prima che sia troppo tardi”.
Vittorio Regalidinatale ExInFeltrito




lunedì 19 novembre 2018

Travaglio, perchè Di Maio non è ancora Cazzaro?

Se googli "Cazzaro di Rignano" ti viene fuori Travaglio con Renzi; se googli "Cazzaro Verde" esce Travaglio con Salvini; se googli "Cazzaro Pentastellato" non viene fuori niente. Porca miseria, Dago: vogliamo dire al solitamente attentissimo Travaglio che Di Maio, poveretto, non merita di essere dimenticato? 
Vittorio Icazzariditravaglio ExInFeltrito

sabato 17 novembre 2018

Travaglio condannato (ancora)

Perché Travaglio ha perso

un'altra causa con Tiziano Renzi



Ha diffamato il padre dell'ex premier sul caso Consip, dice il giudice, e ora deve risarcirlo 

Ci risiamo. A voler impiegare il linguaggio inquisitorio in voga da quelle parti, dovremmo sentenziare che il direttore del Fatto quotidiano è recidivo. A distanza di meno di un mese, il giudice civile di Firenze torna a condannare Marco Travaglio in una causa con Tiziano Renzi. Il primo dovrà corrispondere al secondo una somma pari a 50mila euro, a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale, per le affermazioni diffamatorie pronunciate dal giornalista nel corso di una puntata di "Otto e mezzo" su La7.

Era il 9 marzo 2017, e nello studio televisivo di Lilli Gruber c’ero anch’io. Preso dalla foga in un confronto acceso sull’inchiesta Consip, Travaglio si spinse ad affermare che dagli atti giudiziari fosse emerso un quadro inquietante: “Il padre del capo del governo si mette in affari o s’interessa di affari che riguardano aziende controllate dal governo”.Quegli atti li avevamo letti in tanti, non solo lui, tra colleghi ce li trasmettevamo su Whatsapp (‘tu ce li hai?’, ‘ecco qua’), io ne scrivevo da giorni, avevo compulsato le carte esattamente come decine di cronisti, e di questi presunti “affari”, non meglio specificati, non avevo trovato traccia.
Gli inquirenti battevano la pista del traffico d’influenze, della mediazione sospetta, della millanteria, ma che il padre dell’ex premier avesse concluso o fosse in procinto di concludere affari con le aziende pubbliche era una ipotesi inesistente nella prospettazione accusatoria. Allora, sentite le parole pronunciate con sicumera dal direttore, provai a far notare, proprio sul punto, che, allo stesso dell’arte, gli elementi per adombrare accuse così gravi erano insussistenti a meno che Travaglio non fosse in possesso di informazioni riservate, ai più ignote: “Il direttore ci dà una notizia!”, dissi.
 Di tutta risposta, Travaglio mi mise in guardia dal rischio, diciamo così, che il pm partenopeo Henry J. Woodcockpotesse decidersi a querelarmi per le mie affermazioni critiche nei confronti del magistrato. Bene, a distanza di mesi dai fatti, possiamo affermare che le cose sono andate diversamente: Woodcock, dopo aver perso in tribunale in una causa contro di me (una delle tante), ha preferito rimettere le querele ancora pendenti per non pagare, partita chiusa; il giudice civile di Firenze, stamane, ha nuovamente condannato Travaglio nel match infinito con Renzi sr. riconoscendo il carattere diffamatorio delle affermazioni testé citate. “Le parole pronunciate dal giornalista hanno connotazioni oggettivamente negative, alludendo le stesse ad un contesto di malaffare e ad un intreccio di interessi privati, economici e politici ad elevati livelli […] Nel suo insieme e nel suo impianto, l’intervento del giornalista è demolitivo nei confronti dell’attore e di suo figlio, sul fronte etico, politico e della dignità personale”. Più avanti: “L’offesa è, nel caso di specie, tanto più grave in quanto si mettono in relazione gli affari personali dell’attore con l’ascesa politica del figlio che, all’epoca dei fatti (cui si fa riferimento nell’ambito della trasmissione), era stato capo del governo e, quindi, figura istituzionale dalla quale tutti si attendono attenzione e sensibilità per gli interessi dello stato”.
Il Foglio, 16.11.2018
Annalisa Chirico

mercoledì 14 novembre 2018

TAV: chi dice la verità? Chi è autore di fake news (pardon: notizie false) ?

Estratto dall'articolo di Marco Travaglio per ''il Fatto Quotidiano''

Dopo aver sorseggiato i fiumi d' inchiostro versati dai giornaloni sull' oceanica manifestazione Sì Tav di sabato a Torino, che ha visto sfilare nientepopodimenoché un torinese su 35 o un piemontese su 177, una domanda sorge spontanea: cosa sapeva tutta questa brava gente del Tav Torino-Lione?

Si spera vivamente che ne sapesse un po' di più di una delle sette madamine organizzatrici dell' Evento, Patrizia Ghiazza, cacciatrice di teste all' evidenza sfortunata, che l' altra sera esibiva tutta la sua competenza a Otto e mezzo: "Né io né le altre organizzatrici siamo competenti per poter entrare nel merito degli aspetti tecnici e ambientali dell' opera".
Non male, per una manifestazione apolitica e apartitica, ma soltanto tecnica, sul merito del treno merci ad alta velocità (anzi, a bassa, perché le merci di solito viaggiano a non più di 100-120 km l' ora). Essendosi "informati sui giornaloni che hanno sponsorizzato la Lunga Marcia, era prevedibile che organizzatori e partecipanti ne sapessero pochino, e che quel pochino fosse falso. Infatti sventolavano cartelli "Sì alla Tav", ignorando che è l' acronimo di Treno Alta Velocità, dunque è maschile, con buona pace di Stampubblica che ha spacciato l' iniziativa per una "rivolta delle donne" contro non si sa bene cosa, anche se in piazza sfilavano soprattutto maschietti di una certa età.
L' acronimo, fra l' altro, è una patacca (femminile), perché per le merci l' espressione giusta è Treno ad Alta Capacità (Tac). I marciatori, e Salvini a ruota, ripetevano che l' opera va assolutamente "completata": ma un' opera si completa quando è già iniziata e qui non è stato costruito nemmeno un millimetro di ferrovia: i cantieri che tutti vedono da 15 anni sono quelli del tunnel esplorativo, nulla a che vedere con l' opera vera e propria, il "tunnel di base", cioè il mega-buco dovrebbe attraversare 57 km di montagna e che fortunatamente non esiste: le gare d' appalto non sono state neppure bandite. Dunque non c' è nulla da completare.

Alcuni sognano di salire un giorno a bordo del mirabolante supertreno, ma purtroppo, escludendo che i Sì Tav si considerino merci, resteranno mestamente a terra anche se l' opera venisse realizzata. Chi volesse invece raggiungere ad alta velocità Parigi o Lione da Milano o da Torino, può montare sul comodo Tgv, che dalla notte dei tempi percorre rapidamente quella tratta. Ma i nostri eroi strillano contro l'"isolamento dell' Italia" e per il "collegamento con l' Europa", evidentemente ignari dell' esistenza del Tgv da e per la Francia, dei treni veloci da e per la Svizzera e così via.
 (…)

Le loro merci da trasportare ad altissima velocità da Torino a Lione possono depositarle in uno a caso dei container (perlopiù vuoti) che ogni giorno viaggiano sui treni della tratta Torino-Modane- Chambéry-Culoz, che dal 1871 attraversa il Frejus, ci è appena costata 400 milioni per lavori di ammodernamento ed è inutilizzata all' 80-90%

(…)
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Travaglio sparge fake news a schiena dritta

Il direttore del Fatto Quotidiano non dice che la Tav dimezzerebbe i tempi di percorrenza per i passeggeri, e non solo per le merci


 A spargere bufale in giro sulla Tav non ci si mette solo Chiara Appendino, sindaca di Torino, che martedì sera su Facebook ha detto che la linea ad alta velocità Torino-Lione serve solo per il trasporto merci. C’è anche il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio. Prima in tv a DiMartedì, dove se l’è presa con le organizzatrici della manifestazione a favore della Tav, sminuendone non solo il significato politico ma anche numerico, poi sul Fatto in edicola il giorno dopo. Con il ditino metaforicamente alzato, Travaglio s’è prodotto su La7 in un capolavoro: “Il problema dell’Italia – ha spiegato – è che ha detto troppi sì senza fare analisi costi-benefici. Se si fa l’analisi costi benefici del Tav – perché, vi informo, è un treno, treno ad alta velocità, si chiama il Tav, non la Tav – si scoprirebbe innanzitutto che è un treno merci e che quindi tutti quelli che vogliono salirci sopra non ci saliranno mai, perché è un treno per le merci.
Il concetto è stato ripetuto ieri nell’editoriale. Ora, se Travaglio cambiasse informatori (gliene suggeriamo uno: Google), scoprirebbe che un’analisi costi-benefici è già stata fatta, nel 2012, e che è stata addirittura presentata al pubblico con una conferenza stampa il 26 aprile 2012. Nel documento, facilmente reperibile sul sito della presidenza del Consiglio, ci sono le previsioni di traffico passeggeri sul corridoio ferroviario al 2035 (più 1,8 milioni rispetto alla situazione senza progetto). In un altro documento, sempre reperibile sul sito del governo, si legge che “grazie alla diminuzione della pendenza dall’attuale 33 per cento al 12,5 per cento, si dimezzano i tempi di percorrenza per i passeggeri (da Torino a Chambery si passa da 152 minuti a 73; da Parigi a Milano da 7 a 4 ore), mentre si realizza un importante incremento della capacità nel trasporto merci (portata da 1.050 a 2.050 tonnellate e lunghezza fino a 750 metri per treno) con costi di esercizio quasi dimezzati”. Merci e passeggeri, dunque. E i numeri, scrive un documento dell’Osservatorio sull’asse ferroviario, sono stati confermati nel marzo 2018: “Gli scenari di traffico analizzati confermano nella sostanza la correttezza dei volumi posti alla base del modello di esercizio 2012 Fase 1”. Travaglio insomma spara fake news, però a schiena dritta. 
(Il Foglio)
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UN ''SÌ-TAV'' RISPONDE ALLE CRITICHE DI TRAVAGLIO ALLA TORINO-LIONE: ''LA LINEA HA SUPERATO 7 ANALISI COSTI-BENEFICI, LA PERCORREBBERO ANCHE I TRENI PASSEGGERI, IL TRAFFICO MERCI TRA ITALIA E FRANCIA È IN CRESCITA (E NON PUÒ USARE IL FREJUS A CAUSA DELLE SUE LIMITAZIONI), L'OPERA NON COSTA 20 MILIARDI E NON INQUINEREBBE LA VAL SUSA PIÙ DI QUANTO NON FACCIANO LE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI TIR CHE PASSANO PER LA VALLE. E SUL NOME AL FEMMINILE…''

Dago, controlla meglio, Travaglio parlando di TAV a Di Martedì ha detto nove cose campate in aria in poco più di 50 secondi:
1) se si fa l'analisi costi-benefici del TAV
2) si scoprirebbe che è un treno merci
La nuova linea Torino - Lione è progettata per treni merci ad alta
capacità e per treni passeggeri ad alta velocità (fino a 220 km/h)

3) esiste già una ferrovia per le merci inutilizzata all'80%
La linea attuale ha delle limitazioni soprattutto per ciò che riguarda
il traforo storico del Frejus che non consentono un aumento del
traffico
4) il mercato delle merci su quella direttrice si è rinsecchito
Il traffico merci tra Italia e Francia è in crescita, ha raggiunto i
44 milioni di tonnellate nel 2017 e solo in minima parte utilizza la
linea ferroviaria del Frejus per via delle sue limitazioni

5) negli anni 80 quando l'opera è stata concepita
La nuova linea tra Torino - Lione è stata progettata e validata negli
ultimi 6 - 7 anni

6) non è mai stato costruito un solo millimetro di quella ferrovia
Sono già stati scavati 4 tunnel esplorativi e discenderie che saranno
parte integrante e essenziale del futuro tunnel di base come gallerie
di ventilazione e di servizio. Inoltre sono già stati scavati a
partire dal cantiere francese di Saint Martin de la Porte già 6
chilometri della galleria di base

7) un'opera che costerebbe 20 miliardi
I costi per l'Italia della Torino - Lione sono di 3 miliardi per la
tratta internazionale con il tunnel di base e di 1,7 miliardi per la
tratta nazionale italiana. E queste cifre potrebbero diminuire, visto
che la Comunità Europea ha espresso la volontà di aumentare i
finanziamenti

8) inquinerebbe una valle
Al momento la Val Susa è inquinata dal passaggio di centinaia di
migliaia di TIR all'anno, numero che calerebbe drasticamente con la la
realizzazione della TAV

9) è un treno, treno alta velocità, il TAV
Rispetto agli altri questo è una sbaglio veniale, per molti così come
per me si dice la TAV, perché in Val Susa e nella valle francese della
Maurienne non si costruisce un treno, si costruisce una linea
ferroviaria.
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Il tunnel di base della Tav Torino-Lione c'è già: fact checking sulle dichiarazioni dei Cinque stelle

Repubblica è andata a visitare il cantiere di Sain Martin La Porte in Francia, dove francesi e italiani scavano un lotto di 9 chilometri

SAINT MARTIN LA PORTE (Francia) - Il tunnel di base della Torino-Lione esiste. Sono già stati scavati 5,5 chilometri del primo lotto di 9. I 5Stelle e i loro ministri sostengono il contrario perché confondono le gallerie di preparazione con il tunnel vero e proprio. Il primo lotto di 9 chilometri di galleria sarà finito a giugno 2019 ed è sperimentale non perché serve a decidere se fare l’opera ma perché serve a tarare la talpa che scava.


Quella del tunnel che non c’è è solo una delle tante bufale che politici e media governativi diffondono in questi giorni fidando sulla disinformazione generale. Eccone altre:


La Tav trasporterà solo merci?

No: la Tav (che essendo una linea, è femminile) è una ferrovia che trasporterà merci e passeggeri. Così è previsto dai contratti e dagli accordi internazionali. Prima di dichiarare e scrivere che serve solo alle merci sarebbe meglio informarsi. Oggi da Torino a Lione si impiegano in treno tre ore e mezza. Con la Tav meno di una e mezza, che significa andare da Milano a Parigi in 4 ore.


Quanto costerà l'opera?

L’altra bufala è quella dei costi. All’Italia costerà tra i 2,5 e i 3 miliardi (meno di altre gallerie alpine in costruzione e molto meno della Napoli-Bari). A questi costi in futuro andranno aggiunti 1,5 miliardi della tratta nazionale che per ora non verrà modificata.

C'è un rischio amianto?

La presenza di amianto non è stata per ora riscontrata lungo i 7 chilometri di galleria di servizio scavati sul versante italiano. In ogni caso il tracciato deciso nel 2011 è stato modificato proprio per limitare al massimo questo rischio. Del resto nella stessa montagna sono stati scavati senza problemi e senza proteste dei No Tav, 12 chilometri di galleria autostradale, quella che raddoppia l’attuale. Il risultato sarà che a partire dai prossimi mesi aumenterà il traffico dei tir in Val di Susa senza proteste. Anche perché tra i leader del movimento No Tav c’è il sindaco di Susa, Sandro Plano, fino a pochi anni fa dirigente della Sitaf, la società proprietaria dell’autostrada.

martedì 13 novembre 2018

Giornalisti, sciacalli, pennivendoli, puttane...



Lettera 17
Caro Dago, sbaglio o anche tu sei giornalista? Pennivendolo, sciacallo o puttana? 
Vittorio Dovesiamoarrivati ExInFeltrito