DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

mercoledì 28 dicembre 2016

Vibro-Natale


Grillo, ovvero La povertà degli altri.


MA BEPPE GRILLO HA PUBBLICATO L'ELOGIO DELLA POVERTÀ PERCHÉ QUEST'ANNO NON C'ERA POSTO NEL RESORT DI BRIATORE A MALINDI?






IL POST DI BEPPE GRILLO SUL SUO BLOG: ''IL RIMEDIO È LA

POVERTÀ'', DI GOFFREDO PARISE.

PERO' NEL BRANO DI PARISE PUBBLICATO DA GRILLO SI PARLA DI QUANTO SIANO SUPERFLUI I 'CRETINISSIMI' YACHT. COME QUELLO DOVE BEPPONE HA PASSATO IL FERRAGOSTO 2016, DEL MILIONARIO ENRICO DE MARCO?


il comico genovese e capo politico del MoVimento 5 Stelle quest’estate ha scelto di trascorrere il Ferragosto a bordo dell’Aldebaran, lo yacht da 42 metri dell’imprenditore Enrico De Marco, re della simil-pelle. Il tutto in una delle location meta per antonomasia del vippume e dei ricchi italici: Porto Cervo.





GRILLO A FERRAGOSTO SULLO YACHT DI ENRICO DE MARCO, RE DELLA SIMILPELLE, CON GIORGIO GORI E L'AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA MONDADORI. NON ERA IL 1985, MA QUATTRO MESI FA (UNO SCOOP DI DAGOSPIA)
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3.BEPPE GRILLO CI SPIEGA IL VALORE DELLA POVERTÀ AFFITTANDO CASA A 14MILA EURO A SETTIMANA
Giovanni Drogo per www.nextquotidiano.it

martedì 27 dicembre 2016

L' ONU secondo Trump (e non solo)

Trump su Twitter:

 Onu? "Club di chiacchiere".

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Non è che abbia ragione???

domenica 25 dicembre 2016

Il Natale di Sgarbi (Come lo invidio).



"Non ho mai fatto una cena di

famiglia, non ho mai fatto un natale. 

Io sono nato l'otto maggio, non

capisco perché fanno gli auguri a 

me per il Natale di un altro. Anche se 

Gesù è mio fratello, che cazzo 

c'entro io con il Natale? 

Le tombolate mi fanno cagare, fanno 

schifo. 

Evito due feste: il Natale e il 

Capodanno. 

A Capodanno è bellissima 

l'autostrada vuota: non c'è 

nessuno. 

Non ho mai fatto il trenino a

Capodanno e non mai fatto neanche 

il conto alla rovescia: lo odio, che 

cagata pazzesca".


V. Sgarbi

Ah, il Natale...

1. DAGOREPORT

Il vecchio sistema per godersi il giorno della natività era di ingozzarsi di torrone mandorlato, sbronzarsi di Amaretto di Saronno, tombolare con il sacrario famigliare lanciando i fagioli segna-numero e digerire da scimuniti davanti al Baudo-scopio. Un simile comportamento è oggi ritenuto assolutamente meschino, anche romanticamente antico.

Oggi un Natale deve sostituire la Quaresima come giorno di penitenza, il Carnevale come giorno di scemenza, il Ferragosto come giorno di pestilenza: è infatti a tavola, davanti a un piatto di cappelletti in brodo, che si fa ammenda per aver persistito durante undici mesi e venticinque giorni nel dichiararsi parenti di un mucchio di gente antipatica e inutile, che a malapena si sa chi sia.
Non chiamatelo cenone, è una cena come la sedia elettrica è una sedia.
...
Per tradizione, a Natale si deve mangiare in modo strabocchevole, insensato, demente, e bere in proporzione; per questa inaudita mangiata si vanno a recuperare cugini magri, nipoti anoressici e liberi combattenti del colesterolo.
...
Insomma, le smanie conviviali che accompagnano il Santo Natale sono atti decisamente incivili. Del resto, troppo tempo, denaro e pubblicità sono investiti nel pranzo di Natale per lasciare che una piccola comunità sciupi questo evento andando in chiesa.

lunedì 19 dicembre 2016

Spett. Ditta Casaleggio, Grillo, Associati e Dissociati


  •  

In un paese serio sarebbe già in campo un'iniziativa legale per lo scioglimento di un movimento reazionario come quello di Grillo. I giornali, nel frattempo, cazzeggiano.


L’informazione italiana è andata per anni ormai appresso al vaffanculo di Gribbels, ha registrato senza troppe emozioni l’affermazione di un antipartito fuorilegge che impone penali per contratto al principio costituzionale della libertà di mandato, ha scortato in video e in pagina e on line (non dimentico mai i sottili guasti della badessa Lucia Annunziata) vecchi marpioni come Rodotà-tà-tà e nuovi furbetti come Di Battista-ta-ta e Di Maio-yo-yo, e ora se la cava con quattro fesserie sul garantismo o sui tecnici alla Marra che “Travaglio poteva-non-sapere” e che “ci vorrebbe il napalm sui palazzi per estirpare questa genia estranea alla purezza degli onesti”.
Sono buffoni, ma non viene nemmeno più da ridere. Sono un veterano delle campagne contro i moralizzatori moralizzati, contro quelli che gabbano il popolo bue con il mito nazista della trasparenza razziale antipolitica, fanno pasticci indecenti con le leggi e la Costituzione, poi alimentano i forconi e i loro arresti squadristici, infine si ritrovano in manette o estromessi dalla politica con poca dignità e misteriosamente perché qualcosa di sordido pare non quadri (un Marra braccio destro di una Raggi, un Di Pietro braccio violento della legge e infiniti altri datori di lezioni finiti dietro la lavagna della corruttela). L’anno prossimo fanno vent’anni dalla campagna del Mugello contro il pm della Mercedes e dei cento milioni cash in scatola da scarpe che ha fatto la rivoluzione di mani Pulite, dico di Mani Pulite, e poi come faranno mille altri dopo di lui si è messo in politica con il sostegno corale di D’Alema Prodi Veltroni a fare controllo di legalità tra gli applausi dementi della folla e delle tricoteuses del giornalismo italiano corrivo. Un veterano ormai perfino rauco, che non ha più voglia nemmeno di parlarne, figuriamoci l’impressione del caso Marra-Raggi, l’eterno ritorno dell’identico.
Che c’entra il garantismo?  A parte che gli assegni circolari sono assegni circolari, il costruttore Scarpellini è Scarpellini, anche un deficiente dovrebbe capire che la questione saliente non sta lì, dove si farà un processo più serio della fantasmagoria di Mafia Capitale e si vedrà, ma nella bambolina imbambolata fatta sindaco di Roma a furor di popolo bue, spinta avanti, ché a lui gli viene da ridere, dal comico goebbelsiano che vuole distruggere e ha già mezzo distrutta la democrazia italiana a colpi di insulti, minacce squadriste  e in alleanza con una società commerciale che in nome di Rousseau pretende cose che solo gli estortori pretendono dagli eletti del popolo, la penale. In un paese serio sarebbe già in campo da mesi un’iniziativa legale per lo scioglimento di un movimento reazionario e fuorilegge che mette una rete opacamente  controllata da affaristi al servizio di un progetto politico di eversione delle isituzioni, da aprire come scatole di tonno.
Invece ho vistoun compassato e mesto Enrico Mentana che, data la stessa misura alla storiella di Sala e alla fosca vicenda del Campidoglio, nella scaletta furbetta del suo Tg, cazzeggia sulla comparsata del disturbatore Paolini mentre sta fingendo di raccontare il vertice dei 5 stelle nella camera di un albergo di passo occupato da Gribbels e invaso da questuanti vari del nuovo potere, finti leader, amici e nemici di una sindaca che non è compos sui, e che non vuole o non può, forse non può, riconoscere il Marra che è vicino a lei e dietro di lei, “uno dei ventitremila dipendenti comunali di Roma”. Il veterano si sente preso per i fondelli, ovvio, e si domanda: un vertice? Va bene che l’avventura di Berlusconi e un po’ mia è cominciata da quelli che Mentana, passeggiando nel parco di Arcore, derideva con humour “I protocolli dei Savi di Arcore”, va bene che la seconda Repubblica ha dell’informale, e che oggi la Trump Tower decide della Casa Bianca tra marmi pacchiani e ori luccicanti, ma qui si tratta dell’albergo qualunque, del comico che viene a fare il turista politico da Genova di quando in quando, qui è una farsa tragica senza capo né coda, non c’è neanche il tentativo di dare una forma accettabile, decorosa, a un processo politico sedicente rivoluzionario. Un vertice? Una riunione privata fuori controllo, un via vai di non si sa chi, un tentativo primitivo e selvaggio di imporre come classe dirigente la solita accozzaglia di frustrati e portavoce della frustrazione sociale diffusa. Invece di seguire passo passo, deliziata, lo sfarinarsi della democrazia in Italia, una informazione che si voglia libera e responsabile dovrebbe sostituire la critica, l’analisi, la denuncia alla sociologia della crisi dappoco alla quale si è rassegnata, non senza voluttà, dando il calcio d’avvio telegenico alle campagne grilline più sconcertanti. I carabinieri che finora non hanno potuto o voluto denunciare per tentato sequestro di persona i forconi di Osvaldo Napoli, e si sono limitati a interpellarli con un genile “chi è lei?”, dovrebbero entrare in quell’albergo e chiedere ai mandanti dello sfascio italiano risibile, grottesco, magari gentilmente: “ma chi è lei?”.

venerdì 16 dicembre 2016

Travaglio Pinocchio




Lettera 22
Dago, ieri sera mi è scoppiato lo schermo del televisore. Schegge in tutta la stanza. Quando? Otto e mezzo, nel momento in cui Travaglio ha detto che lui ha votato contro la riforma costituzionale, non contro Renzi.  Dallo schermo in frantumi è spuntato fuori un naso da Pinocchio lungo un metro e mezzo.
Vittorio Marcopinocchio ExInFeltrito

lunedì 5 dicembre 2016

Il ducetto a Piazzale Loreto



Lettera 11
Contenti? Missione compiuta: il ducetto-cazzaro-rignanese-pittibimbo ecc. ecc. è stato impiccato a testa in giù nel Piazzale Loreto referendario. E avanti il prossimo. I dagonauti tiratori scelti si riposino un attimino e poi pronti a impallinarne un altro che, immancabilmente, non andrà bene (ma agli italiani chi mai può andar bene?). Almeno, Dago, tra un po' vedi di risparmiarti un titolo tipo "A ridàtece Renzi".
Vittorio Loreto ExInFeltrito
P.S. Complimenti al solito Sud: ancora una volta ha dimostrato che andare a votare è troppo faticoso. Poi dice che è abbandonato dallo Stato...

venerdì 2 dicembre 2016

Meglio un uovo oggi o un gallinaccio domani?

Per DAGOSPIA:

Se ho contato bene, nella Posta di ieri su 26 lettere 12 erano del fronte del NO. Nessuna per il SI. E anche in passato un bombardamento continuo su Renzi, e quindi sul governo (battutine, in gran parte, non certo grandi argomentazioni). Leggendo,  qualcuno potrebbe pensare che il No è destinato a stravincere. Chissà: forse non è così. Premetto che io non credo che tu, caro Dago, deliberatamente cestini gli interventi favorevoli al SI. Perché, dunque, non ci sono lettere del fronte del SI? Semplice: perché non ne scrivono. E perché non ne scrivono? Da bravo nord-estino mi verrebbe da dire... "Perché c'è gente che, invece di scribacchiare su internet, lavora!". Bè, senza arrivare a una  sparata di questo tipo (nella quale c'è solamente un qualcosina di vero) ci sono altre considerazioni da fare. La maggior parte dei commenti che in internet si leggono su alberghi, ristoranti, acquisti, medici, ecc., sono scritti da chi non si è trovato bene; quando siamo più o meno soddisfatti poche volte ci mettiamo lì a scrivere, no? Oltre a questo c'è da dire che molta gente non ha il coraggio, o la capacità, di andare pubblicamente contro la cosiddetta intellighenzia che anche, e soprattutto, in questo referendum si è schierata in forze. E infine, lo si è visto sempre più spesso, ai sondaggi pre-elettorali quel genere di persone, per quello stesso motivo nascondono le loro vere intenzioni di voto. E dunque? E dunque occhio:in questo referendum-elezioni le cose potrebbero non andare come sembra. E io me lo auguro, perché: 1) le elezioni non sono adesso; 2) con l'attuale scenario politico il dopo-Renzi (dài, che qualcosa di buono ha fatto!) è un salto nel buio; nel buio del populismo o del qualunquismo. A me i salti nel buio non piacciono; i grilli-casaleggi-travagliati mi irritano; quella specie di centro-destra che ci ritroviamo mi fa pena; le felpe leghiste mi vanno strette;  di tutto ciò le conclusioni andrebbero tratte alle prossime elezioni, non in questo referendum su una riforma che, certo, come tutte le cose non è perfetta.  Ma poiché è su questo terreno che si vuol combattere, caro Dago, io dico, come tutte le persone di buon senso, che è meglio la riforma-uovo oggi (di Renzi) che chissà quale gallinaccio domani. E così eccotela qui finalmente una lettera dal fronte del SI. Un po' lunga, stavolta, ma ...per par condicio, mi auguro che tu l'accetti .

Vittorio UnavoceperilSI ExInFeltrito

P.S.  Sig.Travaglio: lei oggi scrive che con il No si sta dalla parte giusta. Ma davvero??? Ricordo che per lei, prima dei grillini, la parte giusta era Di Pietro, e poi Ingroia...

La gallina di Travaglio



"... con il No, dall’inizio (quando B. era per il Sì), ci sono tutte le forze democratiche, tradizionali e nuove: Cgil, Fiom, Magistratura democratica, Associazione partigiani, costituzionalisti e intellettuali progressisti, la sinistra Pd, la galassia ex-Sel, Possibile, i 5Stelle (sì, anche loro), Libertà e Giustizia, il Fatto, il manifesto, Micromega e molte firme di Repubblica. Quindi bisogna votare No. Con l’orgoglio di stare in ottima compagnia. E dalla parte giusta."

Travaglio dixit. Per lui la parte giusta, prima dei grillini, era Di Pietro, e poi Ingroia. Per cui è proprio il caso di votare SI.

P.S.  In ogni caso, la saggezza popolare dice che è meglio un uovo oggi che ...chissà quale gallinaccio domani.