DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

mercoledì 24 aprile 2013

Altre vite

Ciascuno di noi vive nell'immaginazione altre vite, alimentate dai testi letterari e dai media. Per loro tramite tenta di porre rimedio alla limitatezza della propria esistenza.

(Remo Bodei)

martedì 23 aprile 2013

La prostata di Traraglio

Marco Traraglio: che cima (di rapa) di giornalista e d'uomo quando scrive:
"Napolitano, coetaneo di Mugabe", con la "prostata inerte" e lo "scroto inanimato".

OK, ma prima o poi anche lui, coetaneo di Giorgio Mastrota, si piscerà sulle scarpe con un bel cazzetto marcio. Chissà se si divertirà.
Vittorio Traraglieraidigusto InFeltrito


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LA LINGUA VELENOSA DI TRAVAGLIO

Da "Il Foglio"
TRAVAGLIO-FERRARATRAVAGLIO-FERRARA
Mentre le squadracce benpensanti addette alla pubblica morale insultano e minacciano deputati colpevoli di aver votato Napolitano (non Himmler, non Al Capone), tra un "bastardo!", un "traditore!" e un "li mortacci tua!", il funereo Grillo - che di morti (altrui) sempre parla - sul suo blog il trapasso dell'intera Repubblica ha annunciato: The Big Becchino.
Giuliano FerraraGIULIANO FERRARA
E' da settimane che un linguaggio minaccioso e oscuro, da beccamorti mediatici, viene rovesciato addosso agli avversari politici con incoscienza e macabro godimento: un rimestare di cadaveri, uno scoperchiare di tombe, un affannarsi tra l'editoriale e la tumulazione.
A parte l'inarrivabile capo a cinque stelle, e la balordaggine di qualche eletto del popolo tramortito dal suo vagare con i ditini sulla tastiera dello smartphone, è Marco Travaglio sul Fatto che quotidianamente s'incarica della pratica da necroforo, annunciando imminenti altrui esequie e dettagliando pratiche collaterali - tra la denuncia politica e YouPorn.
Filippo FacciFILIPPO FACCI
Più che l'esposizione di una tesi, quella di un solo dubbio: inumazione o cremazione? Editoriale di domenica. Titolo (tanto per far intendere la questione): "Napolitano bis, Funeral Party". E, con la precisa sensazione di una passeggiata al Verano, si incrociavano riferimenti al "cadavere putrefatto" piuttosto che a quello "maleodorante", naturalmente con opportuno "sarcofago" ove si procede "inchiodando il coperchio dall'interno".
Quindi l'inevitabile riferimento alla "puzza e i vermi", con adeguato richiamo alla "decomposizione" e idonea chiamata in causa del "becchino" (ovviamente individuato nel presidente Napolitano, "coetaneo di Mugabe", "voltagabbana" e "potenzialmente ricattabile"). Poi, a parte un propizio cenno all'inevitabile "estinzione", si procede all'ammasso del "governo di mummie".
E siccome i cadaveri abbondano più delle virgole, nello scritto di Marco il Seppellitore, ecco la rievocazione di quello "imbalsamato e impagliato", vista l'età che sale, dell'attuale inquilino del Quirinale, tra "necrofili di sinistra" e (qui si fa quasi poetico, poggiando per un secondo la vanga) il "pedofilo di destra". Buffetto anche ai colleghi giornalisti, impegnati verso Napolitano "con lavoretti di bocca e di lingua sulle prostate inerti e gli scroti inanimati delle solite cariatidi".
Marco TravaglioMARCO TRAVAGLIO
Per l'esultanza finale: "Le famose pompe funebri". Le quali pompe, s'intendono funebri, a Marco il Necroforo devono piacere molto, visto che ieri è tornato sul tema "pompe sfuse", rimettendo di mezzo "il coetaneo di Mugabe", sobriamente accompagnato da un forte richiamo ai "cronicari" e ai "reparti di geriatria", in un articolo vasto quanto il Monumentale di Milano. Titolo, va da sé, "La Domenica delle Salme". Ci voleva Dylan Dog, sul Colle, per calmarlo. Intanto, da mortali meglio toccarsi.
2. LO SCROTALO
Filippo Facci per "Libero"
Napolitano è veramente vecchio, ma Travaglio fa veramente schifo. Segnatevi la data (21 aprile) perché lo stile escrementizio del cabarettista del Travaglino ha toccato il fondo: quello del suo culo, strumento con cui evidentemente verga i suoi articoli. Nel suo fondo (schiena, appunto) il becchino di Torino, che ormai sfoggia una pettinatura alla giovane Bersani, domenica ha scritto che:
Giorgio NapolitanoGIORGIO NAPOLITANO
1)Napolitano è «a immagine e somiglianza» del «cadavere putrefatto e maleodorante di un sistema marcio» che «si barrica nel sarcofago inchiodando il coperchio dall'interno per non far uscire la puzza e i vermi»;
2) Napolitano è storicamente richiamabile a quando «i vecchi partiti di centrosinistra nel 1932 riconfermano il vecchio e rincoglionito generale von Hindenburg, 85 anni, spianando la strada a Hitler »;
3) Napolitano rischia di restare «abbarbicato al trono fino a 95 anni, imbalsamato e impagliato come certi autocrati tenuti in vita artificialmente con raffinate tecniche di ibernazione e ostesi in pubblico con marchingegni alle braccia per simulare un qualche stato motorio»;
4) I giornalisti hanno celebrato Napolitano «con lavoretti di bocca e di lingua sulle prostate inerti e gli scroti inanimati delle solite cariatidi». La versione online dell'articolo, mentre scriviamo, vanta 2234 commenti di poveri pirla, tutti entusiasti di questo portasfiga (lo salutano Di Pietro e Ingroia) ridotto a fare l'Ugo Intini di Beppe Grillo, un comico.

lunedì 22 aprile 2013

D'Alema non ci vede più bene

Notizia ANSA. D'Alema dice di non chiedere a lui notizie sul PD e la sua possibile scissione:  
"....guardi, io non faccio parte né dei parlamentari del Pd né degli organismi dirigenti del Pd, non vedo perché lei si rivolga a me"
Non vede il perchè? Se vuole gli mandiamo il nome di un buon oculista.
Vittorio Dalemixmagocieco InFeltrito

Un altro Traraglio

Se, parlando dell'età, Marco Traraglio sceglie Mugabe per accostarlo a Napolitano sceglie di usare un linguaggio grillesco che la dice tutta. E se lo stesso Traraglio dice poi che ora Grillo dovrà parlare con un linguaggio diverso vuol proprio dire che spera nell'impossibile. Traraglio riesce a cambiare il suo, di linguaggio? Provi a farlo, magari "facendo violenza a se stesso". 
Credere ancora nella costruttività del grillismo è un illusione non degna di un cervello che funziona.

Le ceneri di Gramsci


Per Ale vale solo la maledizione di Porta a porta:

ieri portaborse, oggi portavoce, domani

portacenere. Le ceneri di Gramsci.


(Aldo Grasso)

domenica 21 aprile 2013

Ri-Amato



Bobo Craxi: “Se papà era il capo dei ladri, Amato era il vice-ladrone”

Il figlio dell'ex leader socialista afferma che "se mio padre era un criminale lo era anche Giuliano Amato". E la sorella Stefania è ancora più pragmatica: "Amato estraneo al finanziamento illegale al partito? Abitava forse sulla luna? Non poteva non essere coinvolto"

sabato 20 aprile 2013

Mortadellaneldeserto


Lettera 13
E'da un po' che non fanno rapimenti in Mali; presto, che altrimenti se ne torna
qua da noi!
Vittorio Mortadellaneldeserto InFeltrito
Lettera 14
Dago darling, però non é giusto andar a disturbare un eminente statista internazionale come Prodi mentre é in missione in Mali per conto di qualche carozzone internazionale (ONU o UE?) per farlo riapprodare nel nostro caravanserraglio peninsulare, anche se in vista del Colle più alto. Magari stava raccogliendo dati per poi accusare di crimini contro l'umanità tuareg la "grande armée" del NapoHollande. Peccato, non sapremo mai quante donne, vecchi e bambini sono stati falcidiati dai Rafales francesi portatori di democrazia.
Natalie Paav

mercoledì 17 aprile 2013

I lamenti di Antonio, disoccupato



Lettera 10
Nooo! Non se ne può più! Ancora Ingroia che frigna in TV e sui giornali! Allora forse è proprio giusto che si giochi con lui "al calcio dell'asino", come lamenta il suo amico-avvocato difensore Marco Tra-raglio! "L'ONU mi ha offerto... L'ONU mi ha proposto... L'ONU mi ha chiamato... In Italia mi hanno proposto un incarico politico...": perchè il dottor Ingroia non ha l'onestà di dire che nessuno gli ha proposto niente e che per il posto in Guatemala lui ha fatto una regolare domanda; la sua è stata accolta. Con appoggi e sforzi diplomatici italiani? Questo mi pare l'abbia detto D'Alema. Poi: "All' ONU il rapido avvicendamento di funzionari è la regola", dice Ingroia.
E' la regola avvicendarsi in due-tre mesi? Ma per favore! Sono eccezioni che persone coscienziose, quali lui vuol essere considerato, dovrebbero evitare, proprio nell'interesse di tutti, dato che li stra-paghiamo noi i funzionari di quel carrozzone che è l'ONU (quanto si è messo in tasca, lei dottore, in quei due mesi; ce lo dice, nella sua cristallina trasparenza?).
Si rammarica di dover esser lui stesso a ricordarci i meriti della sua carriera; dice che meriterebbe maggior rispetto. Ma non gli passa per la testa che forse, per meritarselo, deve giocare meno con i posti di lavoro e darsi una ridimensionatina, il dottor Capitan Fracassa?
Vittorio Ingroiatotraragliato InFeltrito

martedì 16 aprile 2013

I lamenti di Antonio, disoccupato, aspirante esattore.

Nooo! Non se ne può più! Ancora Ingroia che frigna in TV e sui giornali! Allora forse è proprio giusto che si giochi con lui "al calcio dell'asino", come lamenta il suo amico-avvocato difensore Marco Traraglio! "L'ONU mi ha offerto... L'ONU mi ha proposto... L'ONU mi ha chiamato... In Italia mi hanno proposto un incarico politico...": perchè il dottor Ingroia non ha l'onestà di dire che nessuno gli ha proposto niente e che per il posto in Guatemala lui ha fatto una regolare domanda; la sua è stata accolta. Con appoggi e sforzi diplomatici italiani? Questo mi pare l'abbia detto D'Alema. Poi: "All' ONU il rapido avvicendamento di funzionari è la regola", dice Ingroia. E' la regola avvicendarsi in due-tre mesi? Ma per favore! Sono eccezioni che persone coscienziose, quali lui vuol essere considerato, dovrebbero evitare, proprio nell'interesse di tutti, dato che li stra-paghiamo noi i funzionari di quel carrozzone che è l'ONU (quanto si è messo in tasca, lei dottore, in quei due mesi; ce lo dice, nella sua cristallina trasparenza?). Si rammarica di dover esser lui stesso a ricordarci i meriti della sua carriera; dice che meriterebbe maggior rispetto. Ma non gli passa per la testa che forse, per meritarselo, deve giocare meno con i posti di lavoro e darsi una ridimensionatina, il dottor Capitan Fracassa?
Vittorio Ingroiatotraragliato InFeltrito

Così parlò Casaleggio

Chissà come mai nelle precedenti "votazioni" grilline la Gabanelli era sesta e ora improvvisamente è prima? Ah, saperlo...
Vittorio Guruguru Infeltrito

sabato 13 aprile 2013

Portafoglietti

La grillina Roberta Lombardi aveva 250 (duecentocinquanta) ricevute di spese nel portafoglio rubato.
Vittorio Nocomment inFeltrito

Il Traraglio dell'asino

Nella sua risposta a Francesco Merlo, per l'ennesima volta Antonio Ingroia afferma che il suo incarico in Guatemala gli è stato "proposto" dall'ONU. Per l'ennesima volta io gli ribatto che per quel genere di posizioni all'ONU si fa una regolare domanda; la sua è stata accolta. Con appoggi e sforzi diplomatici italiani? Questo mi pare l'abbia detto D'Alema. Poi: "All' ONU il rapido avvicendamento di funzionari è la regola", dice Ingroia. E' la regola avvicendarsi in due-tre mesi? Ma per favore! Sono eccezioni che persone coscienziose dovrebbero evitare, proprio nell'interesse di tutti, dato che li stra-paghiamo noi i funzionari di quel carrozzone che è l'ONU (quanto si è messo in tasca, lei dottore, in quei due tre mesi; ce lo dice, nella sua cristallina trasparenza?). Il dottore si rammarica di dover esser lui stesso a ricordarci i meriti della sua carriera; dice che meriterebbe maggior rispetto; ribadisce la buona fede delle sue scelte. Tuttavia ha convinto soltanto il due per cento degli italiani. E le sue giustificazioni continuano a non convincere. Ma Travaglio, che anche stavolta è subito accorso in sua difesa, accusa chi critica Ingroia di giocare allo "sport italiota più diffuso, il calcio dell'asino". Egregio dottor Traraglio: ci sarà anche chi dà addosso agli sconfitti, però guardi che sono tanti, proprio tanti quelli che hanno detto ciò che pensavano anche prima della sconfitta del suo protetto Capitan Fracassa.
Vittorio Traraglioingroiato Infeltrito

mercoledì 10 aprile 2013

La grappa di Lillibotox

Lillibotox a Ottoemezzo ha invitato una sua amica distillatrice che, tra le varie banalità sulla crisi politica, ha fatto un incredibile spot per la sua grappa, che non nomino per non associarmi nella pubblicità (tra l'altro in Friuli ne abbiamo di migliori). Piccola curiosità: a Lillibotox sono arrivate casse di bottiglie? O soltanto la candidatura al premio letterario sponsorizzato dalla ditta in questione?
Vittorio Hic...Hic... InFeltrito

La PDL di Bersani

Ma Bersani, oltre a tante altre cose, non ha ancora imparato che si dice "il" PDL e non "la" PDL?

Concita a nudo














psiconana?

L'uovo di Travaglio

Nemmeno Emma Bonino va bene a Marco Traraglio.
Quell'uomo è meglio che non mangi uova.
Capace di trovarci dentro un pelo.

La crocetta di Ingroia


Lettera 6
Sù da bravo, Ingroia, segua il suggerimento degli elettori: dia una ridimensionata a quel suo ego smisurato, vada a fare il suo mestiere in Val d'Aosta e ci metta una croce...tta sopra.
Vittorio Votantoniomontanaro InFeltrito

Salvate il compagno Ingroia


Lettera 9
Antonio Ingroia, dice che in Val d'Aosta ci andrà "solo in vacanza, come in Guatemala". Dopo l'ubriacatura politica, non accetta di sparire nella magistratura giudicante, senza più nessuna visibilità. Ma ecco che ti arriva Crocetta, il cacciatore di teste famose! Crocetta non sarà l'Onu, ma è pur sempre qualcuno disposto a salvare dall'oblio il leader di "Fazione Civile"; tanto basta all' "ex-allievo di Paolo Borsellino".
Vittorio Salvateilcompagnoingroia InFeltrito

L'esodo di giornalisti e politici dalla verità

Elsa Fornero, che fa rima con cimitero

secondo una filastrocca cara alle militanti 

amiche dell'ex ministro Oliviero Diliberto: 

ecco chi è responsabile della tragedia 

familiare di Civitanova Marche. Tre persone 

si sono suicidate, la strage è di Stato. 

Un presidente di assemblea elettiva, 

la gentile onorevole Boldrini, issata 

su quello scranno per meriti umanitari dalla 

lista laburista di sinistra che l'aveva eletta nel 

segno della narrazione anticapitalistica di 

Nicola Vendola, decreta con la motivazione 

della sua partecipazione ai funerali il 

significato politico dell'evento, ne offre per 

così dire la lettura ufficiale.

Amen, così sia.


Grande Fratello esodato

A Civitanova è morto un uomo, non un “esodato”. La mostrificazione crisaiola ha raccontato l’opposto a milioni di italiani. Nel mirino c’è Fornero (e la sua riforma)

A Civitanova Marche, venerdì scorso, si è suicidato un uomo, Romeo Dionisi, assieme alla moglie, Anna Maria Sopranzi, e al cognato, Giuseppe Sopranzi. Un uomo di 63 anni, in difficoltà economiche, che ultimamente si muoveva da un lavoro saltuario a un altro, anche nel tentativo di saldare un suo debito contributivo verso l’Inps. Per quasi 18 milioni di italiani, però, è stato un “esodato” a suicidarsi. Tanti sono infatti, secondo i calcoli del Foglio, i cittadini raggiunti da un messaggio non corrispondente al vero – perlomeno a giudicare dall’estratto contributivo dell’Inps di Dionisi – giornalisticamente impreciso e politicamente fuorviante. Come è stata possibile una tale opera di mistificazione di massa? E perché? Ecco come è andata.
Venerdì scorso, alle 11:02 di mattina, un lancio dell’agenzia Ansa parla di “una coppia di coniugi (che) si è suicidata a Civitanova Marche per difficoltà economiche”. Segue dettaglio: “L’uomo era un esodato, la moglie aveva una modestissima pensione”. Le altre agenzie di stampa rincorrono e in tempo reale si fanno vivi anche tutti i siti web più popolari. Repubblica.it, che ogni giorno è visitato da circa 1,8 milioni di persone diverse (dati Audiweb), scrive subito un articolo di nemmeno 10 righe per la propria home page (o pagina principale). L’attacco del pezzo recita così: “Lui era un esodato, lei viveva con una pensione modestissima. Si sono impiccati a Civitanova Marche”. Corriere.it (1,3 milioni di utenti medi al giorno, Audiweb) attende un po’ di più, poi scrive grosso modo la stessa cosa, mantenendo questa versione anche per tutto il giorno successivo. Idem per LaStampa.it. Huffington Post Italia (100 mila lettori circa), diretto da Lucia Annunziata, si sbilancia ancora di più. Titolo a tutta pagina: “Colpa della riforma Fornero”. Tra virgolette, perché l’ha detto la Cgil, e subito sotto la foto di marito e moglie suicidi. Nel sommario, poi, le virgolette saltano senza colpo ferire: “Una coppia si impicca per motivi economici, l’uomo era esodato”.
Insomma, è bastato poco e la versione dei fatti data da Roberto Ghiselli, segretario generale della Cgil Marche, e Aldo Benfatto, segretario della Cgil di Macerata, è diventata “senso comune”: “Un episodio ancora più grave – avevano commentato i due verso le 13 – perché coinvolge un lavoratore esodato che si è trovato nella condizione di non avere più un lavoro né una pensione a causa della riforma Fornero”. Una visione nient’affatto isolata nel sindacato guidato da Susanna Camusso, se è vero che ancora lunedì, sul quotidiano online del sindacato di Corso Italia, Rassegna.it, una lunga ricostruzione delle battaglie sindacali contro la riforma Fornero iniziava così: “Era infatti un esodato Romeo Dionisi, l’uomo che, insieme alla moglie, si è impiccato venerdì scorso per i gravi problemi economici collegati alla sua condizione di ex lavoratore senza reddito (63 anni, ma troppo ‘giovane’ per andare in pensione). ‘Una tragedia immane che lascia sgomenti e disarmati – è stato il commento della Cgil – legata e intrecciata alla crisi che investe il nostro paese’, e sulla quale, ha aggiunto il sindacato, è necessario intervenire subito ponendo fine a quel ‘vergognoso limbo in cui sono state relegate centinaia di migliaia di persone, i cosiddetti esodati’”.
La sequenza “suicidio-esodato-Fornero” alla fine diventa plausibile, anche se falsa: il signor Dionisi non è mai stato un “esodato”, cioè un dipendente che ha accettato di abbandonare il posto di lavoro in cambio di una “buona uscita” dall’azienda che gli consentirà di arrivare fino all’età della pensione (età della pensione che la riforma Fornero ha in alcuni casi allontanato nel tempo). Dionisi era certo in una situazione non facile: era un muratore, aveva aperto una partita Iva, inquadrato dunque come lavoratore autonomo, e aveva difficoltà nel trovare commesse oltre a essere indebitato con l’Inps (meno di diecimila euro, quanto basta però per non disporre del Durc, Documento unico di regolarità contributiva, necessario per lavorare con la Pubblica amministrazione). “Per definizione, essendo lavoratore autonomo, non poteva essere un ‘esodato’ – conferma al Foglio Giampiero Falasca, avvocato esperto del mercato del lavoro, socio dello studio legale Dla Piper – L’unico modo in cui ha ‘incrociato’ la riforma Fornero è stato, come altre decine di milioni di italiani, per il fatto che l’età pensionabile è stata spostata per tutti da 62 a 67 anni, essendo stata eliminata la pensione di anzianità”. D’altronde questa misura, con i 30 miliardi di risparmi che garantisce ogni anno, è quella che finora ci ha più riparato dagli attacchi dei mercati”.
Per verificare se Dionisi fosse o meno un “esodato” sarebbe stato sufficiente chiederlo al vicino di casa e presidente del Consiglio comunale di Civitanova, Ivo Costamagna, oppure rivolgersi alla Direzione territoriale del lavoro o indagare nel “casellario” dell’Inps. Tuttavia la sequenza “suicidio-esodato-Fornero” è uno dei piatti forti della semplificazione crisaiola. E così tutti i principali telegiornali, durante la giornata di venerdì, hanno lanciato servizi (spesso di apertura), riferendo del “suicidio di un esodato”: Tg1 delle 17, Tg3 delle 19, Tg4 delle 14 e delle 19, Tg5 delle 14, Studio Aperto delle 12:30 e delle 18:30, idem per SkyTg24. Il direttore del TgLa7, Enrico Mentana, alle 20 ha addirittura stravolto la scaletta del suo Tg e nel suo editoriale ha sottolineato come per una volta non avrebbe messo in prima pagina la politica ma “una storia bruttissima e con una rilevazione statistica molto pesante. (…) Hanno deciso di togliersi la vita un uomo e una donna, una coppia, lui non riusciva a trovare lavoro, era esodato”. Utilizzando i dati forniti dal Centro d’ascolto dell’informazione radiotelevisiva di Radio Radicale, si deduce che in totale oltre 14 milioni di persone sono state raggiunte via tv da una notizia infondata. Non perché il suicidio non ci sia stato o sia meno tragico, è ovvio, ma perché il dossier “esodati” aperto con la riforma Fornero non c’entra affatto con questo episodio. Gianni Betto, direttore del Centro d’Ascolto, non è troppo sorpreso: “Già nell’aprile 2012, a riforma delle pensioni approvata, e in concomitanza con l’inizio del percorso della riforma Fornero del lavoro, i media italiani ‘scoprirono’ i suicidi. Se infatti per tutto il 2011 e i primi tre mesi del 2012 i media avevano trasmesso ai cittadini 70 notizie su episodi del genere, in poco più di un mese le notizie relative allo stesso argomento sono state 438. Secondo le statistiche, però, i suicidi non erano aumentati”.
Sabato mattina, a dire il vero, i principali quotidiani non riferivano più della condizione di “esodato” del signor Dionisi. Perlomeno se si escludono Libero (che in prima pagina riportava questo sottotitolo: “Famiglia sterminata dalla crisi: si uccidono un esodato, moglie e cognato”); il confindustriale Sole 24 Ore che in prima pagina titolava sobriamente: “Esodato, senza salario, indebitato: la crisi uccide tre volte”; e infine il manifesto, quotidiano comunista. Nessuno, comunque, ha ritenuto utile rettificare esplicitamente la versione dispensata il giorno prima, via tv e Web, a milioni di italiani. Ancora domenica, due esponenti di Scelta civica, movimento guidato da Mario Monti, cioè dal presidente del Consiglio che non ha mai smesso di rivendicare la giustezza della riforma Fornero delle pensioni, accettavano senza replicare l’equazione “suicidio-esodato-Fornero”. Pier Ferdinando Casini, sul Corriere della Sera, esordiva così: “Davanti all’Italia vera, la politica è in ritardo inammissibile. Le aziende chiudono. Gli esodati si suicidano”. Maria Paola Merloni, imprenditrice e senatrice, intervistata su Repubblica, non accennava alcuna contestazione di merito alla seguente domanda del giornalista: “Però si è anche approvata una riforma delle pensioni che ha prodotto la piaga degli esodati. Uno di questi era proprio l’uomo che si è ucciso a Civitanova”. Falso, ancora una volta. Tuttavia non conta, nemmeno per i sostenitori della riforma Fornero.
Gli specialisti della comunicazione, infatti, parlerebbero oramai di “frame” ben stabilito nell’inconscio degli italiani, frutto a loro volta di “media frames” costruiti dai produttori di notizie. Ci sono alcuni “oggetti” del dibattito pubblico, spiegò tra gli altri lo studioso americano Maxwell McCombs, che dai media vengono presentati regolarmente assieme a una “selezione degli attributi necessari per pensare a questi oggetti” e che assieme “esercitano un forte effetto di agenda-setting”. L’utilizzo di questi frame, o “cornici”, fa sì che “l’attenzione si focalizzi su alcuni attributi e che si allontani da altri”. Si tratta di un circolo vizioso, come sostengono i sociologi statunitensi Joseph Cappella e Kathleen Jamieson, perché “si ha un’efficace persuasione quando il messaggio è avvantaggiato dalle convinzioni pregresse del pubblico. (…) Quando i giornalisti incorniciano le vicende politiche entro ‘frames’ strategici, attivano convinzioni pregresse, senza bisogno di crearle”. A sua volta poi questo processo rafforza le tendenze dei giornalisti, portando alla continua trasmissione degli stessi contenuti. Risultato: il 73 per cento dei lavoratori del paese, secondo una ricerca Eurisko, ha sentito parlare della legge Fornero, ma ben il 66 per cento non sa di che cosa si tratta, il 39 per cento non ne conosce bene i contenuti, mentre il 27 per cento, cioè più di un italiano su quattro, confessa un buio totale in merito. Anche così si spiega il fatto che nella categoria piuttosto specifica dell’“esodato” rientrino oramai fattispecie che nulla vi hanno a che fare, come quella di un disoccupato di 62 anni che perde il lavoro e fatica a trovarne un altro prima di arrivare all’età pensionabile (67 anni).
Molti sono stati poi i politici che, senza avvertire il bisogno di verificare la notizia, hanno strumentalizzato il suicidio del signor Dionisi. Antonio Di Pietro – che alle ultime elezioni si è candidato assieme a Oliviero Diliberto, ex ministro e amico di indossatrici di magliette “Fornero al cimitero”, non raggiungendo i consensi necessari a entrare in Parlamento – ha detto: “Lui era un esodato, uno di quelli lasciati senza lavoro e senza reddito da quel governo cinico, uno di quei 350 mila lavoratori truffati e ingannati dallo stato che li aveva convinti a lasciare il lavoro promettendo di accompagnarli sino alla pensione e poi li ha lasciati nudi in mezzo a una strada, senza dignità”. Falso. Poi è toccato a Stefano Fassina, responsabile economico del Partito democratico, che ha chiesto l’attivazione di “commissioni speciali” sul tema, ma partendo da premesse infondate: “La tragedia di Civitanova, dove un lavoratore esodato e sua moglie con una pensione minima si sono tolti la vita, è l’ennesimo indicatore delle condizioni reali dell’Italia”. E’ sulla scorta di questo episodio che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha convocato una manifestazione nazionale “contro la povertà”. Anche nel Pdl, seppure non a livello di vertici, qualcuno ha portato questo caso disgraziato come prova della necessità di un “governo politico” che non ripeta gli errori dei tecnici sugli esodati. Soltanto ieri il ministro del Lavoro uscente, Elsa Fornero, ha detto che sugli esodati “c’è stata una grande ignoranza collettiva e una grande irresponsabilità”, riferendosi pure a “accordi privati fatti senza che ci fosse una conoscenza, ma implicitamente ponendone l’onere a carico della collettività” e a qualche “distorsione intenzionale”.
Pietro Ichino, giuslavorista con un passato nella Cgil e nel Partito democratico, poi animatore di Scelta civica con Monti, riconosce esplicitamente le origini politiche di questo dibattito “falsato”. Prima però ci tiene a precisare: “Se anche il lavoratore suicida fosse stato un esodato, ben difficilmente la causa decisiva del suo gesto disperato avrebbe potuto essere individuata nel differimento della pensione disposto dal decreto ‘Salva Italia’ del dicembre 2011 – dice al Foglio – Perché, anche applicandosi la vecchia disciplina, non avrebbe potuto avere il pensionamento prima del 2015. Tutti gli ‘esodati’ che attendevano la pensione nel 2012, 2013 o 2014 sono stati ‘salvaguardati’, cioè si è garantito il loro pensionamento nei tempi previsti. Questo, ovviamente, non toglie nulla alla tragicità del gesto del lavoratore di Civitanova e della situazione personale che lo ha generato. Tuttavia non si può far leva su questo episodio per attaccare la riforma più importante compiuta dal governo Monti”. Poi Ichino si sofferma sul ruolo dei media: “La questione degli esodati è stata enfatizzata a dismisura, in funzione della polemica contro la riforma delle pensioni attuata dal governo Monti. I media hanno gran parte della responsabilità della disinformazione diffusa su questo punto. Pochissimi sanno, per esempio, che gli ‘esodati non salvaguardati’ sono lavoratori di età vicina ai 60 anni, che hanno accettato l’‘incentivo all’esodo’ nel 2010 o nel 2011 con la prospettiva di ottenere la pensione nel 2015 o in un anno successivo. Sia ben chiaro: anche questi hanno diritto a un sostegno del reddito, ma logica e giustizia tra le generazioni vuole che questo sostegno venga dato loro in forma di trattamento di disoccupazione, condizionato alla disponibilità effettiva per l’occupazione eventualmente possibile, e non in forma di prepensionamento, a spese dei loro figli e nipoti”.
Molti di questi figli e nipoti, però, sui social network, non si prendono la briga di verificare alcunché e continuano ancora oggi a commentare la versione dei fatti di Civitanova data per vera da tg e siti web. Claudio A. su Twitter: “Lui esodato (grazie agli errori di Jena Fornero), lei con la minima, suicidi per la crisi. E Jena Fornero è addolorata? NO! Sei colpevole!”. Mc.: “Famiglia suicida, Fornero: ‘vedete che c’è una via d’uscita anche per gli esodati? Si chiama morte’”. C.: “Di lacrime della Fornero ne son piene le fosse”. T.: “E’ un po’ come se Hitler dicesse che gli ebrei abbiano risentito del riscaldamento troppo alto.... #fornero”. Così, sfruttando la tragedia di Civitanova Marche, riprende e si alimenta la cerimonia retorico-necrofila che contribuisce a esulcerare il paese.

martedì 9 aprile 2013

Don Saviano e il suo chirichetto





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Un'inflazione.
Un'inflazione del predicatore don Saviano e del suo chirichetto reggi-moccolo Fabietto lecca-lecca.
Dài, coraggio, che forse la gente comincia a capire e pian piano (troppo piano!) scoppierà anche la bolla-saviano.

giovedì 4 aprile 2013

Titslamism


Our tits are stronger than your stones.
(Femen)

Pripripriprimarie del PD

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martedì 2 aprile 2013

Mortadella for President?

Lettera 8
Caro Dago,
Potremmo anche ingoiare l'amarissimo boccone di Mortadella-Prodi al Quirinale, ma a tre imprescindibili condizioni:
1) Che non svenda, a prezzo stracciato e in comode rate, il Salone degli Specchi all'Ingegner Carlo
De Benedetti.
2) Che non regali, con le stesse modalità di cui sopra, il Salone degli Arazzi alla Famiglia Agnelli.
3) Che non organizzi, nostro mal...Grado...li, sedute spiritiche nella Sala del Bronzino.
Salve
Natalino Russo Seminara