DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

giovedì 19 dicembre 2013

Cravatte, foulards e vecchi servizietti


Lettera 11
Come faranno gli italiani a sopravvivere, oltre alla crisi economica, anche alla mancanza degli stra-pagati servizietti di Caprarica sui cagnolini della regina e sui calli di Camilla? Dovranno andare in internet da casa come faceva lui da Londra? Coraggio, sù: c'è ancora Masotti con le sue storielle da Mosca.
Vittorio Incravattato InFeltrito

martedì 17 dicembre 2013

Forconi biforcuti



Lettera 14
Difficile da capire tutta questa solidarietà che viene manifestata ai Forconi. I quali, da bravi italiani, dopo una settimana insieme ...si sono già divisi in due correnti! Perchè cavolo sostenerli? Cosa vogliono? Meno tasse e più lavoro? OK: come tutti noi. Ma allora, cari amici, invece di chiedere la luna, chiedete chiaro e tondo la sola cosa che un italiano che abbia un po' di buon senso deve chiedere: una nuova legge elettorale. (Poi, però ...ricordatevi di andare a votare, pioggia o sole che ci sia!).
Milena Gabanelli candidata Stelle al Colle h partbMILENA GABANELLI CANDIDATA STELLE AL COLLE H PARTB
Senza farne un altro, c'è già un movimento con 5 stelle, tanti vaffanculo e tante illusioni nel quale potreste ritrovarvi: votatelo. Oppure, volendo stare con i piedi un po' più per terra, c'è un tentativo di nuovo PD. Oppure vedrete un po' voi: la scelta, fin troppo abbondante, non mancherà. Ma ficcatevi in testa che in Piazza del Popolo o in Piazza San Pietro, o declamando i soliti generici slogan dell' antipolitica nelle altre piazze d'Italia, la soluzione non la troverete. Certo, fin che abbiamo il porcellum, avremo sempre la scusa pronta per prendercela con i politici che non ci rappresentano.
Con una legge giusta non l'avremo più. E lì vedremo! Lì vedremo chi saremo capaci di eleggere. Ma lì vedremo anche, e purtroppo, che dovremo essere capaci di prendercela anche con noi stessi; con la nostra incapacità di essere un Popolo; con il nostro furbo individualismo; con la nostra mancanza di senso civico; con il nostro motto "fatta la legge, trovato l'inganno"; con il lassismo della nostra scuola; con la nostra poca voglia di fare lavori pesanti, magari dicendo che i posti ce li hanno rubati gli extra-comunitari; con la bambagia nella quale continuiamo a far crescere i nostri figli, che spesso frequentano per anni e anni facoltà del cacchio solo perchè l'università è sotto casa e che sì, poverini, non trovano lavoro e devono andare a Londra o a Berlino dove si sta così male ...molto peggio che in miniera in Belgio dove andavano i loro nonni ...
Scavi di PompeiSCAVI DI POMPEIMediasetMEDIASETSCAVI DI POMPEISCAVI DI POMPEI
Ah, se fossimo capaci noi tutti, eletti ma anche elettori, di essere un po' più Italiani, ma con con la "I" maiuscola...
P.S.
Caro D'Agostino, che ne dici di impegnarci anche qui? Che ne dici di promuovere in questo sito, così seguito dai politici, una raccolta di firme per chiedere questa benedetta legge elettorale entro Aprile? Poi potremo pubblicamente vedere nomi e cognomi di chi si impegna e di chi no.
Vittorio Inforcato InFeltrito

martedì 10 dicembre 2013

Sbianchettatori e sbianchettati



Il Mago Dalemix: "Nessuno mi cancellerà". Forattini, ci fai una 
bella vignetta?
Vittorio Sbianchettato InFeltrito





lunedì 9 dicembre 2013

Mago Dalemix: c'è posta per te!



Lettera 5
Mago Dalemix & Compagni & compagnucci: ricevuto? Ora ve lo toglierete quel vostro mantello di superiorità? Ci lasciate sperare in un PD nuovo, adesso? E in una nuova possibilità per l'Italia? E non metterete i bastoni tra le ruote? E la darete una mano?
Vittorio Nonrompetepiùleballe InFeltrito

giovedì 5 dicembre 2013

Corte o cortile?

Costando tre volte più di quella americana, in un Paese di sana e robusta costituzione non sarebbe costituzionale che dopo 7 (sette) anni, invece di costituirsi ai carabinieri, una così costosa corte costituzionale concludesse che il parlamento non è costituzionale. E Re Giorgio II, se non fosse un monarca assoluto ma costituzionale dovrebbe sporgere denuncia e, costi quel che costi, costituirsi parte civile a nome del Paese. Ciò, però, potrebbe costituire un pericoloso precedente, per cui, meglio lasciar tutto com'è, corte e cortigiani. E che il paese vada pure bizantinamente a puttane; pardon: cortigiane. 
Vittorio Costituzionalmente InFeltrito

http://www.lavoce.info/la-corte-costituzionale-costi-sprechi-scandalo/

mercoledì 4 dicembre 2013

Natalie Paav è ...scivolè!



Lettera 8
Oh là là là! Parbleu! Una petite satisfaction per il popolo del pane al quale la nostra Natalie Paav ammannisce le sue raffinate brioches! (God help us to survive, en cette pauvre Italie!). Tra un Filippo II d'Orleans, un finanziere scozzese Law, un Palais Royal (ex Cardinal), uno scomparso castello di Saint Cloud, un borbonico-asburgico-mediceo arnese e un 69 erotique, vedere la magnifique Paav che scivola su un congiuntivo è un bel tiramisù per noi poveri mignons! Merci beaucoup,Natalie!
Victor Hugo InFeltrito

sabato 23 novembre 2013

I 30 dell'Artico


Lettera 3
Il "greenpeacer" de' noantri, quello dei famosi "30 dell'Artico" (urca!): "Lo rifarei". Beh, magari Putin non direbbe la stessa cosa.
Vittorio Disarticolato InFeltrito

martedì 19 novembre 2013

Calimero-Dalemix

"Sono sempre io quello che viene attaccato... Che c'entro?" Si chiede, da sotto il suo guscio, il Calimero-Mago Dalemix. Povero piccolo vecchio sgorbio rosso. Non sa la risposta. Ignorante!
Vittorio Ikarusbianchettato InFeltrito

venerdì 15 novembre 2013

Lussi in the sky with diamonds



Lettera 5
Ennesima apertura di "Servizio pubblico" su costosissime prelibatezze e articoli di lusso e con la giornalista che va in giro a chiedere chi mai può comprarsi quelle cose. Chi? Semplice: quelli che hanno redditi come quello di Sant'Oro, no?
Vittorio Lussiintheskywithdiamonds InFeltrito

Pronto, Cancellieri?

"Avessi il passaporto me ne andrei ad Antigua". E' proprio mal ridotto, Berlusconi, se è arrivato a questa conclusione. Cancellieri, lei che telefonando può combinare: perchè non darglielo, per motivi umanitari, prima che muoia di tristezza, valido per un giorno in uscita?  
Vittorio Silviononmangiapiù InFeltrito

martedì 12 novembre 2013

Naufragar m'è dolce con Schettino


Lettera 9
L'amore è cieco e fa fare anche delle puttanate, si sa. E se la giornalista di "Porta a porta" si è innamorata di Capitan Codardo, son cavoli suoi (e della disgraziata moglie). Però quella sua intervista già allora, e subito, era parsa troppo benevola ed accondiscendente verso il ...pover'uomo. Era già scoccata una scintilla là sotto, in sala macchine?
Vittorio Naufragarm'èdolce InFeltrito

lunedì 11 novembre 2013

Travaglio: guarda che Paolini ha lasciato il posto libero!


Lettera 8
Se avesse le tette farebbe anche l'annunciatrice, per dirla alla Biagi. Travaglio no-limits: giornali, libri, blog, piazze, convegni, talk-show, teatro, cinema. A quando "Ballando con le stelle"? O le apparizioni alla Paolini? O a Medjugorje? E che cacchio, Marcolino, abbi pietà di noi! Chiama il tuo amico Ingroia e andate a farvi una bella vacanza! Ne va della tua salute. E della nostra.
Vittorio Inoverdose InFeltrito

giovedì 7 novembre 2013

Ringraziare il Reader's Digest per la figuraccia evitata all'Italia


Lettera 10
Per vedere quanti e dove venivano restituiti ai proprietari, Reader's Digest ha sparso portafogli in vari paesi del mondo. Vince la Finlandia, ultimo il Portogallo. Italia esclusa dall'esperimento. Per fortuna.
Vittorio Neancheprovarci InFeltrito

domenica 3 novembre 2013

'Co 'sta censura...


ALDO GRASSO: “A FO PIACE GIOCARE AL CENSURATO PERCHÉ SA BENE CHE LA CENSURA È STATA LA SUA FORTUNA” - FO : “IL VATICANO CENSURA ME PER COLPIRE PAPA FRANCESCO”

“E poi a Roma, caro Fo, c’è sempre a disposizione la Fondazione Teatro Valle Bene Comune, dove si può persino aggirare la Siae, sacra dispensatrice di diritti d’autore” - Fo: “C’è una morale in questa storia: mai far tentare di recitare lo sberleffo davanti a un attore abituato a sfottere i falsi e i figli di puttana, anche un po’ stronzi”…

1. FO E IL TEATRO VATICANO NEGATO L'ETERNO GIOCO DELLA CENSURA
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
Aldo GrassoALDO GRASSO
Dario Fo: «La Chiesa mi censura». È tornata la Santa Inquisizione? È pronto un rogo per bruciare i libri dell'illustre teatrante? Il problema pare più circoscritto. Secondo Fo, il Vaticano gli avrebbe negato l'Auditorium Conciliazione di Roma dove si sarebbe dovuto tenere un suo spettacolo tratto da un libro di Franca Rame: «Ora - ha dichiarato Fo - tanti teatri a Roma vorranno lo spettacolo. Com'è successo anche quando ci hanno cacciati dalla Rai. Siamo diventati una delle compagnie che faceva i maggiori incassi in Italia».
Franca Rame e Dario FoFRANCA RAME E DARIO FO
Il portavoce della Santa Sede, padre Lombardi, ha chiarito: «Nessuna autorità vaticana sapeva nulla: né la proprietà dell'Auditorium, né la Segreteria di Stato, né i pontifici consigli della cultura e delle comunicazioni sociali».
A Fo piace giocare al censurato perché sa bene che la censura, questo demone insolente e capriccioso, è stata la sua fortuna. Fin dai tempi di Canzonissima 1962, quando se ne andò dalla Rai perché una sua gag sulla sicurezza nei cantieri edili era stata censurata. Se Fo e Rame avessero continuato, forse li avremmo confusi con Alberto Lionello e Lauretta Masiero, Corrado e Raffaella Carrà. Quella censura, invece, è stata la loro fortuna.
un bimbo con papa francesco bergoglio alla giornata per la famigliaUN BIMBO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO ALLA GIORNATA PER LA FAMIGLIA
Lontano dal video, Fo ha iniziato la sua battaglia contro il «potere», praticando quel teatro politico che gli è valso persino il premio Nobel. Del resto, come ammonisce Karl Kraus, «le satire che il censore capisce vengono giustamente proibite».
Ma Fo, ora che i media fanno a gara per ospitarlo, non si rassegna: «Ciò significa buttare un'ombra lunga e grigia sullo splendore e la gioia che papa Francesco ci sta regalando». Papa Bergoglio, poer nano. Nella democratica società dello spettacolo, la censura trasforma il consumo culturale in sfida, in creatività. La censura crea la vittima, e quindi l'eroe. Gli anni d'oro del cinema hollywoodiano coincidono con quelli in cui vigeva il «codice Hays». I libri si amano quando la lettura è negata, non quando li suggeriscono le Concite in tv.
La censura, dalle nostre parti, basta un'ombra d'ironia per sconfiggerla. E poi a Roma, caro Fo, c'è sempre a disposizione la Fondazione Teatro Valle Bene Comune, dove si può persino aggirare la Siae, sacra dispensatrice di diritti d'autore.

venerdì 25 ottobre 2013

Ah Ah !

9. Maurizio Crippa per "Il Foglio" :

- Dice che spiavano pure il governo italiano. Nelle pause pranzo, per farsi due risate.

mercoledì 23 ottobre 2013

Studiare troppo...




Non è un Paese per studenti, questo: a meno che siano svogliati, viziati, rammolliti dalla bambagia familiare, cioè bamboccioni, iper-protetti dal familismo e da un welfare schizofrenico. Allora sì, ecco che questo diventa un Paese per studenti: purché siano quelli che sfilavano nel corteo romano, sabato, col fegato di sostenere che «gli stanno rubando il futuro», quelli che il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha sconsigliato dal laurearsi perché avrebbero meno probabilità di trovare lavoro, quelli che hanno scambiato la condizione studentesca per un parcheggio post-puberale, quelli, insomma, ai quali potete anche dirlo: che sono una casta.
Loro rimarranno di sale, li farete imbestialire, ma lo sono e lo restano. Lo sono perché lo Stato gli chiede soltanto mille o duemila euro l’anno di tasse universitarie, mentre ne costano - allo stesso Stato - una media di settemila: soldi a carico nostro, della fiscalità generale, soldi pagati anche da chi magari i figli all’università non ce li può mandare, magari perché non può, perché non ce la fa. Una casta è proprio questo: il privilegio di una minoranza a spese di una maggioranza. Ma voi provate a dirglielo. Provate a spiegarglielo.
Provate a spiegare a tanti coccolatissimi giovani, che per definizione hanno sempre ragione, che da una quarantina d’anni non hanno azzeccato una battaglia che sia una, spesso rincoglioniti dalla cultura bipolare e catastrofista dei loro cattivissimi maestri sessantottini: dediti, quest’ultimi, a condire il loro progressivo accomiatarsi con profezie di sciagura che hanno trasformato ogni futuro in un funerale sociale, ambientale, economico e tecnologico.
 Provate a dirglielo senza che vi saltino addosso: loro, i loro genitori e ovviamente la stampa conformista.  Provate a dirgli che l’ex ministro Elsa Fornero, quando diceva che i giovani non devono essere schizzinosi all’ingresso nel mondo del lavoro, aveva ragione e basta. Provate a dirgli che Annamaria Cancellieri, quando parlò degli italiani «mammoni», aveva ragione pure lei, o, peggio, che ce l’aveva anche l’ex viceministro Michel Martone quando disse che un 28enne non ancora laureato è spesso uno sfigato.
 Oh certo, un laureato italiano resta sfigato a qualsiasi età, molte volte: perché manca il lavoro, perché la scuola non forma, e poi certo, perché un sacco di giovani si chiudono nelle università anche per prolungare una sorta di anticamera della vita reale, sfuggendo ogni minimo approccio col mondo del lavoro. Sta di fatto che gli studenti lavoratori in Italia restano una minoranza: c’è poco da sproloquiare. Da noi ci si laurea in media dopo i 27 anni quando in Europa non si arriva ai 24, con un mercato che ormai è senza confini e rende i giovani italiani dei potenziali ritardatari agli appuntamenti che contano. A sostenerlo ci sono tutti i dati del mondo, e il governatore di Bankitalia l’ha detto chiaro: il livello di istruzione dei nostri giovani è ancora ben distante da quello degli altri Paesi avanzati, c’è dispersione scolastica, un laureato italiano ha meno possibilità di trovare lavoro di un diplomato, c’è una percentuale spaventosa di analfabetismo funzionale e cioè un’incapacità diffusa, in sostanza, di usare efficacemente la lettura e la scrittura e il calcolo nelle situazioni quotidiane. Ma dire questo, politicamente, non serve: ci sono animi da non frustrare - ti spiegano.
Teniamoci dunque la patetica casta degli studenti, questi poveracci che siamo riusciti a rovinare con la scusa di proteggerli. Non diciamogli che sono gli studenti con meno mobilità al mondo (l’80 per cento è iscritto nella regione di residenza) e che spesso la facoltà viene scelta secondo la distanza da casa, anche perché cinque giovani su dieci, dai 25 ai 34 anni, vivono ancora coi genitori. Non diciamogli che quello sciagurato e falso egualitarismo chiamato «valore legale del titolo di studio» ha prodotto milioni di false illusioni perché un pezzo di carta non insegna un lavoro né ti aiuta davvero a trovarlo, se nel frattempo non l’hai imparato e non hai capito che una professione e un’emancipazione non sono regali, non sono diritti, non sono pezzi di carta: sono una durissima conquista.  
di Filippo Facci

martedì 22 ottobre 2013

Il braccio del cafone

Maradona: la mano di Dio o il braccio del cafone?
Vittorio Pibedelcacchio InFeltrito

lunedì 21 ottobre 2013

Cesso Pubblico


Qui ci vuole il migliore on. Prof. Brunetta (e Bondi la smetta di dire stupidaggini ireniste sull'unico parlamentare della destra che combina qualcosa). Michele Santoro bisognerebbe chiuderlo con ordinanza della Buoncostume. Il conduttore unico delle coscienze ha trovato (ma non è la prima volta) la sua «bottana socialdemocratica», come diceva sfarzosamente il dialogo di un celebre film della Wertmueller.
michelle bonevMICHELLE BONEV
«Bottana» poi è un po' forte, «de sinistra» sì, «socialdemocratica» sì, ma a essere «bottane» un po' bisogna studiare.
Eppoi quando la Signorina moralmente rifatta e pentita dice di essere andata a letto con il produttore per ottenere i suoi favori, deo gratias, non fa che rinverdire l'antico mito del sofà del produttore, lo schema universale di carriera dell'antico mondo hollywoodiano. Eppoi chi le crede? Un informato Belpietro ha spiegato agli spettatori che la Signorina mente anche secondo la sua propria madre, che quella è la sua seconda natura. E la mamma la conosce bene.
michelle bonev a servizio pubblicoMICHELLE BONEV A SERVIZIO PUBBLICO
Subito dopo la denuncia della geenna arcoriana, ché a memoria d'uomo e di donna mai una femmina fu tanto disumana con un'altra femmina (e le accuse di lesbismo, l'outing impudente, dovrebbero cadere sotto le maglie delle leggi totalitarie sull'omofobia), il prof. Cacciari ha detto a Santoro che non ne poteva più, che i quaranta minuti di quell'intervista erano merda secca, che il problema di Berlusconi è politico e di consenso popolare, che non si può continuare a rovistare con l'aiuto delle signorine disponibili nella sua patta dei pantaloni senza infangarsi.
nvgvn07 sandro bondi renato brunettaNVGVN07 SANDRO BONDI RENATO BRUNETTA
A questa denuncia della macchina del fango da dentro la macchina del fango, quegli idioti a comando che sono gli auditori di Servizio pubblico hanno sbagliato felicemente tasto, per una volta, e dal loro cuore semplice eruttò un fragoroso applauso. Bravo Cacciari, basta con queste schifezze. La faccia di Santoro era livida, improvvisamente insicura, ma scaltra la sua solita maniera di fronteggiare ed eludere la verità. Gli ci sono volute altre due ore di bassezze, al Conduttore Unico delle Coscienze, per recuperare un poco con l'aiuto del Gabibbo, dello Zorro de' noantri, il superguardone delle procure della Repubblica.
travaglio e belpietro xTRAVAGLIO E BELPIETRO X
I due amici pataccari del pataccaro Massimo Ciancimino, due piccoli maramaldi in cerca di audience, due reverenti servitori della peggiore televisione del mondo, hanno offerto la loro versione delle cose con un sussiego politologico che funzionava come un revulsivo, faceva vomitare. Si tratta di far fuori un sistema della menzogna, e per questo è utile entrare e uscire dai letti disfatti delle case degli altri.
Massimo CacciariMASSIMO CACCIARI
Ma non è là il problema. Loro sono dei compulsivi del quattrino, del successo tabloid, della diffamazione programmatica. Gente che quando il Puttaniere li affronta direttamente fanno una figura di cacca, e Santoro del sofà del produttore qualcosa sa, visto che ottenne qualche anno fa un contratto Fininvest e mandò in onda trasmissioni di perfetto insuccesso, sebbene quasi senza pubblicità, stando sull'attenti davanti a Previti e Dell'Utri. Che le cerca a fare le «bottane» socialdemocratiche fuori di sé? Si guardi dentro, e si interroghi.
Quello che non capisco è la bella società che lo applaude. Michele Serra si stupisce che inviti ancora Belpietro, subendo le sue informazioni piuttosto corrette sul proprio bordello tv. Ma che sepolcro male imbiancato. Enrico Mentana non si fa sfiorare dall'imbarazzo: lui con il suo centrismo deontologico paramontanelliano, cioè paraculo, nel senso che l'unico padrone è il lettore, non prova un po' di disgusto quando vede che l'unico padrone è il guardone?
MASSIMO CIANCIMINOMASSIMO CIANCIMINOsantoro berlusconiSANTORO BERLUSCONI
Carlo Freccero, che non è l'inventore di Carosello ma un ragazzo perbene dalle idee confuse, esperto di tv, cioè di niente, non ha nulla da dire su questo suo torvo pupillo in fregola di bottanesche avventure, gravi perché coronate da una giustificazione politica grottesca? La libertà di parola. No, quella è la libertà di bastonare l'intimità delle persone, la libertà di spregiare le donne, ché mi verrebbe da evocare il femminicidio, female assassination, se non mi fosse estraneo il loro linguaggio.
santoro travaglioSANTORO TRAVAGLIOMICHELE SERRAMICHELE SERRA
Ma il Cond. Un. Delle Cosc. continuerà indisturbato, a meno che l'on. Prof. Brunetta si faccia venire qualche idea risanatrice, perché il suo editore, un transfuga del sistema impresariale berlusconiano, editore del peggior giornalismo tabloid, la serie ccc+ secondo il mio rating personale, lo giustifica: c'è la notizia. Se io li mandassi tutti affanculo, ecco, anche questa a suo modo sarebbe una notizia. Sarebbe Servizio Pubblico.

venerdì 18 ottobre 2013

Il Servizietto Pubico di Michelle meno elle


Lettera 8
Ieri sera da Servizio Pubico abbiamo imparato tante cose nuove e avuto una conferma. Quali le novità? Che le attricette la danno a chi fa fare loro un film. Che qualcuna può darla anche ad un'altra donna. Che certe "signorine" a certi uomini fanno alzare il membro. Che ai conduttori televisivi fanno anche alzare l'indice; e gonfiare il portafoglio. Quale la conferma? Che i talk-show stanno proprio andando a puttane.
Vittorio Michellemenoelle InFeltrito


giovedì 17 ottobre 2013

Impara l'arte e mettila ...da una parte




Lettera 5

Crozza: "Attaccano solo artisti di sinistra". Perchè, ce ne sono 

anche di destra?

Vittorio Rossodisera InFeltrito

martedì 15 ottobre 2013

Crozza, ringrazieRai!


Lettera 7
Crozza ringrazi la Rai per non averlo preso. Ha imperversato sui teleschermi e cominciava a venir fuori dagli occhi. Non ha ancora capito che per durare bisogna sapersi dosare?
Vittorio Ingordo InFeltrito

mercoledì 9 ottobre 2013

Coppie di Fatto

Ingroia indagato per fuga di notizie. "Fantasie", rispondono Marco Ingroia e Antonio Travaglio.
Vittorio CoppiadiFatto InFeltrito

giovedì 3 ottobre 2013

Riabbassare l'Iva? Letta non è Jo Condor.

Un cittadino, guardando disperato il suo portafoglio: "Presidente Letta, lei ha aumentato l'Iva dicendoci che doveva farlo in seguito alla crisi di governo minacciata da Berlusconi; ora che lui ha fatto un passo indietro, rafforzando il governo, farà un passo indietro anche lei e annullerà l'aumento?"
Letta, indicandosi la fronte: "E che, c'ho scritto Jo Condor?"
Vittorio Avvoltoio InFeltrito

Balotelli: sportivi non si nasce; si diventa.

Domanda semplice semplice: signor Balotelli, Lei riesce a capire quanto è negativo il Suo esempio per i ragazzini?
Vittorio Calcioinculo InFeltrito

martedì 1 ottobre 2013

In confronto al PD Tafazzi era un dilettante

Franceschini da Lillibotox: "Noi non siamo a caccia di voti". Grazie per la conferma, Franceschini, ma ce ne siamo accorti da un pezzo.
Vittorio Tafazzieraundilettante InFeltrito

lunedì 30 settembre 2013

La briscola del PD

Chi alle scorse primarie, deciso a votare Renzi, andava al circolo del PD in cui i vecchi iscritti ballavano polke e mazurche, capiva subito che il nuovo non avrebbe vinto. Quelllo che sorprende è che anche dopo, a ragion veduta, con un PDL allo sfascio, i "5 stelle" stile armata brancaleone e un centro che non sta in piedi, il PD sia stato lì a cincischiare sul suo congresso e a giocarsi i suoi due di briscola senza capire che poteva dare il colpo di grazia a tutti stravincendo anche subito le elezioni. Come?  Calando l'asso di briscola Renzi. Tranquilli: il giovanotto, se fosse debitamente sostenuto da tutto il partito, abbandonerebbe la temuta aria da imbonitore che ha dovuto assumere in gran parte per motivi di campagna elettorale, darebbe al PD una valanga di voti e concretizzerebbe l'unica possibilità di dare a questo paese allo sbando un governo stabile basato su una solida maggioranza parlamentare. 
Vittorio Avanticoiduedibriscola InFeltrito

Brancaleone torna a casa

Lettera 6
"Se gli Italiani votano ancora PDL o PD, me ne vado". Realizzando che alle prossime elezioni l'armata brancaleone dei 5 stelle allo sbando, alias "Casaleggio & Associati", si ridurrebbe a 4 gatti, il condottiero si prepara a scendere gloriosamente da cavallo e a cambiar mestiere.
Vittorio Tuttiacasa InFeltrito

giovedì 26 settembre 2013

DiLettante




LETTERA 8
Enrico Letta agli investitori internazionali: "Ho detto loro di investire in Italia trovando grande disponibilità, soprattutto perché presentiamo stabilità. L'Italia è un paese giovane, virtuoso e credibile."
Enrico Letta agli Italiani, poche ore dopo: "Potrei anche dimettermi". Conclusione: Borse, l'incertezza politica affonda i mercati.
Vittorio DiLettante InFeltrito

lunedì 23 settembre 2013

L'illusione della democrazia diretta


 163 commenti

La pericolosa illusione della democrazia diretta digitale

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “msalmi86” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Stordito dalla tecnologia.
Se siete fra coloro che credono che la democrazia diretta realizzata tramite Internet sia la soluzione a tutti i problemi del mondo, porto dal Festival del Giornalismo una dose di realtà che vi consiglio di assumere, perché la democrazia diretta digitale rischia invece di essere lo strumento perfetto per la dittatura e la manipolazione.

Questa è, a mio avviso, una delle idee più interessanti emerse dal panel“Hacktivismo e sorveglianza digitale: le rivoluzioni combattute in rete” di Fabio Chiusi (blog ilNichilista), Arturo Filastò (Centro Hermes), Giovanna Loccatelli (giornalista e scrittrice) e Dlshad Othman (attivista siriano), il cuivideo è su Youtube. Guardatevelo tutto per i dettagli, ma il concetto di fondo è questo (eventuali errori nella sintesi sono miei): in vari paesi ci sono movimenti politici che vedono nell'uso di Internet la chiave per sovvertire il sistema e istituire una democrazia diretta, snella ed efficiente, priva delle storture e corruzioni della democrazia rappresentativa.

L'idea è nobile, ma come tante idee nobili è lontana dalla realtà pratica, perché gli attuali strumenti informatici sono troppo vulnerabili e gli utenti sono troppo incompetenti per usarli in modo sicuro. Per cui chi volesse sabotare queste iniziative avrebbe il gioco tremendamente facile, non solo per bloccarle ma addirittura per usarle a proprio favore.

Supponiamo che un governo voglia introdurre la DDD (democrazia diretta digitale). Si può pensare seriamente che un voto elettronico, implementato sui PC appestati di virus e vulnerabilità degli utenti, sia sicuro più di un voto cartaceo al seggio? Si può pensare che chi ha ancora difficoltà a capire come si compila una scheda elettorale, fa fatica a non farsi fregare la password di Facebook e chi, peggio ancora, non ha alcuna dimestichezza con i computer possa seriamente destreggiarsi fra software di autenticazione del voto, sicurezza fisica del dispositivo informatico e sistemi di garanzia dell'identità delle sue opinioni postate nelle discussioni? No, vero?

Supponiamo, per contro, che un governo (o un aspirante dittatore) voglia sabotare un tentativo di adozione della DDD. Diffondere un trojan che infetti i PC dei partecipanti al movimento per la DDD sarebbe una passeggiata: basterebbe mascherarlo, che so, da serie di foto della presidente del consiglio in tenuta da nudista (lo so, lo so, l'idea non è originale). A quel punto rubare l'identità di un utente, magari non di un semplice elettore qualunque, ma di un esponente importante di un movimento politico, e postare a nome suo nei forum idee sballate ma credibili che lo screditino sarebbe quasi automatico. Paradossalmente, il sistema di autenticazione pensato per garantire l'identità online sarebbe quello che autenticherebbe (apparentemente) le parole di suicidio politico del leader. Tutti i membri del movimento si fidano della DDD perché l'ha proposta il Caro Leader. Ergo, se il Caro Leader dice qualunque cretinata usando la DDD, dev'essere davvero lui che la dice.

Sovvertire il risultato di un voto effettuato con gli attuali strumenti di DDD sarebbe altrettanto banale: lo stesso trojan potrebbe votare al posto dell'elettore o trasmettere al “seggio” digitale un voto falsificato (man in the middle). Faccio fatica a vedere un sistema di voto elettronico affidabile se implementato su macchine trojanizzabili, con sicurezza fisica nulla e adoperate promiscuamente per scaricare pornazzi e giochini pirata. Basta guardare il disastro del voto elettronico negli Stati Uniti, che pure usava macchine dedicate (ma non per questo meno trojanizzabili dal fabbricante).

Al tempo stesso, sono ragionevolmente sicuro che esista la possibilità tecnica di creare un sistema di DDD matematicamente inespugnabile, open source e quindi ispezionabile, con autenticazione e integrità garantita anche su hardware e sistemi operativi insicuri. Ma chiunque pensi che un netbook con su Windows Vista possa magicamente trasformarsi nell'urna della democrazia del terzo millennio con una spruzzatina di software è vittima di una faciloneria paragonabile a quella di chi crede che basti una pallina di plastica magica per fare a meno dei detersivi.

Il vero problema della fuga in avanti rappresentata dal sogno della DDD è che queste tecnologie, quand'anche venissero realizzate, avrebbero milioni di talloni d'Achille: gli utenti, che si farebbero fregare in mille modi e appiccicherebbero su un Post-It la password del documento Word nel quale hanno salvato la propria chiave crittografica privata (e la password sarebbe, ovviamente, password o 12345678).

La DDD è fattibile, a mio avviso, solo se oltre al software perfetto si riesce a costruire un elettorato informaticamente sofisticato e culturalmente preparato a concetti come identità digitale, autenticazione e sicurezza. Ma a quel punto, se tutti gli elettori fossero così illuminati, usare la DDD, l'alzata di mano, la scheda elettorale di carta o un dado a venti facce sarebbe probabilmente irrilevante, perché sarebbero dei semidei. E i semidei non hanno bisogno di votare su cosa fare. Sanno già cosa fare e lo fanno.

Mi rendo conto che di questi tempi alcuni potrebbero considerare questo articolo come una mia rarissima e perigliosa scorribanda nella palude della politica, ma a me interessa solo l'aspetto informatico della questione. Ho sentito parole che hanno messo in chiaro che la democrazia diretta digitale è attualmente, per ragioni prevalentemente informatiche, un'utopia per sempliciotti idealisti, e questa mi sembra una lezione importante a prescindere dai singoli balletti maldestri degli aspiranti salvatori megalomani di un qualunque paese. E ho pensato che fossero parole interessanti da condividere. Tutto qui.

Chiamalo ancora Nobel



LETTERA 9
Speriamo che dopo tanti Nobel assegnati in stato di ubriachezza gli Accademici svedesi, da sobri, capiscano che dandone uno a Vecchioni si sputtanerebbero un po' troppo. E se proprio non riuscissero a rinsavire, al buon Vecchioni auguro di essere capace di cedere il premio al Maestro, suo e di tanti altri: Leonard Cohen.
Vittorio Chiamamiancoranobel InFeltrito

lunedì 16 settembre 2013

Scrittori famosi


Dagoreport - Sembra troppo bello per essere vero, invece è verissimo. Enrichetto Mentana alle 13 pubblica il seguente post sulla sua seguitissima pagina Facebook: "Vediamo chi sarà il primo gonzo, politico o giornalista, a usare la Costa Concordia come metafora, per frasi geniali tipo "ora raddrizziamo la nave Italia".
Pochi minuti dopo, sull'ancor più seguita pagina di Roberto Saviano, ecco il miracolo: "Dietro la morbosità dei media nell'osservare le operazioni all'isola del Giglio, forse, c'è qualcosa di più profondo della speculazione sul disastro celebre. Sembra muoversi un impronunciabile sogno da subcosciente: se si raddrizza la nave, simbolo di un paese alla deriva che lentamente affonda, c'è speranza magari che si raddrizzi l'Italia e che torni a galleggiare."
SAVIANO COSTA CONCORDIASAVIANO COSTA CONCORDIA
Si potrebbe infierire sulla solita noiosa retorica dell'autore di "Gomorra", sul fatto che dà ai media dei "morbosi" perché parlano della Concordia, proprio mentre lui fa esattamente la stessa cosa. O sul fatto che la frase usata da Saviano ("se si raddrizza la nave"), è stata perfettamente prevista da Chicco Mentana ("ora raddrizziamo la nave Italia").
Ma forse la figura peggiore deriva da quello che dovrebbe essere il suo mezzo di sostentamento: la lingua italiana. "Impronunciabile sogno da subcosciente", è impronunciabile e illeggibile come i romanzi di Saviano prima dei vigorosi interventi dei suoi editor.

giovedì 12 settembre 2013

Anche qualcun altro non ce la fa più...


Gabbie, pollai, galline, polli, pagliacci...




LETTERA 14
Con "La gabbia" i talk-show-pollai hanno proprio toccato il fondo. Se la scassatissima politica italiana ha le sue gravissime colpe, altre e gravi ne ha la sua esasperata ed esasperante spettacolarizzazione che viene fatta da conduttori ed ospiti di programmi di cosidetto approfondimento politico nei quali invece imperano battute, frizzi, lazzi, provocazioni, insulti, iene, intervistatori-zecche, insomma tutto quanto fa spettacolo.
E' varietà, avanspettacolo, circo: con un presentatore-domatore-aizzatore e con attori, pagliacci e bestie; il tutto ad un irrinunciabile basso costo. E se una volta erano un paio alla settimana, ora quei pollai sono più d'uno al giorno; hanno perfino preso il posto e il pubblico dei famigerati reality-show.
I conduttori che mirano a guadagnare punti di auditel (e milioni di euro in più) e i loro ospiti che hanno la smania di apparire si rendano conto che hanno la loro parte di colpa se livello culturale ed educazione calano, mentre antipolitica ed astensionismo crescono e la politica ci viene fuori dagli occhi. E poi l'impegnato Floris ci viene a dire dispiaciuto che non può parlare di altre cose importanti perché è costretto a parlare sempre di Berlusconi: chi gli impedisce di frazionare il suo programma e parlarci anche d'altro? Risponda; se non a noi, alla sua coscienza. Ed insieme a lui l'esame di coscienza se lo facciano tutti.
Vittorio Trepalleunsoldo InFeltrito

mercoledì 11 settembre 2013

Aldo Grasso ci arriva solo adesso...


Il grillo, il complotto, il microchip...




Dai microchip all'11 settembre


Tutte le verità del grillino | Video

Paolo Bernini, deputato M5S, in aula ha spiegato perché
l'attacco alle Torri Gemelle «fu un lavoro interno»

BOLOGNA - «Mi si accuserà di complottismo, ma ci sono abituato». In principio furono i microchip ora tocca all'11 settembre. Paolo Bernini, deputato bolognese del Movimento Cinque Stelle, nel giorno degli anniversari del Golpe contro il governo Allende e dell'attentato alle Torri Gemelle ha preso parola alla Camera per un «intervento personale» su «corsi e ricorsi storici». Pochi mesi fa furono le rivelazioni choc sui microchip («In America hanno cominciato a mettere microchip nel corpo umano per controllare la popolazione») a farlo diventare famoso. Ora è arrivata una nuova puntata della saga del complotto su scala globale.
IN AULA - Oggi il deputato pentastellato si è reso protagonista di una sorta di lezione di storia sulla politica estera a Stelle e strisce. In aula Bernini ha parlato prima di Pearl Harbor, della Guerra del Golfo poi del Colpo di Stato cileno («Avvenuto anche grazie agli Usa») ma soprattutto dell'attentato a New York del 2011. Dove, ricorda Bernini, «persero la vita 3.000 persone». «Mi preme sottolineare solo una cosa - ha spiegato - la versione ufficiale di quell'evento è stata smentita da tutti i punti di vista. È palesemente falsa e ormai il mondo se n'è accorto, la verità probabilmente non la sapremo mai ma è sicuramente è molto diversa da quella che i media main stream ci raccontano. In questo caso si può dire che "tutto quello sai è falso" e, detta all'americana, è "It was an inside job" tradotto "fu un lavoro interno"». Poi, su Twitter, il deputato è tornato sull'argomento: «Se qualcuno mi mostra un video dove si vede bene l'aereo che colpisce il Pentagono (il luogo più sorvegliato al Mondo)... mi dimetto».