DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

martedì 1 luglio 2014

Noia italiana


Raffaele La Capria per il "Corriere della Sera"

raffaele la capriaRAFFAELE LA CAPRIA
Le pantofole, la vestaglia, il bagno, il cesso, lo specchio, la barba (la faccio o non la faccio?), le abluzioni, il caffè, i giornali, Alfano Renzi Grillo Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi... Anche oggi sarà una di quelle giornate in cui «il sole batte senza possibilità di alternative sul nulla di nuovo» (Beckett).

Risvegliarsi e ricominciare è faticoso quando la noia dell’Italia invade il tuo privato. La noia dell’Italia è come un’alluvione, ha quella invadenza, ha quella violenza, una noia irresistibile distruttiva, che entra nelle tue stanze, le sconvolge con l’acqua e il fango, così. Una nuova giornata uguale alle altre, Dio mio, ce la farò? La ripetizione rende più pesante ogni gesto, la trafila quotidiana si ripete con la lettura dei giornali fino alla pausa pranzo, ed è faticoso ogni tuo movimento, ogni tuo pensiero.

Spaghetti fettina insalata la frutta, un dito di vino, il riposino e rintontito risveglio a mezza giornata: come farò a passare l’altra metà? C’è la televisione a tua disposizione quando sei costretto alla poltrona, ed è anche la televisione e non solo l’età che moltiplica i tanti aspetti della ripetizione. Gli scandali i disastri e le «figuracce» che ci umiliano, annunciati come vittorie, con la stessa soddisfazione, dal presentatore di turno.
raffaele la capria (3)RAFFAELE LA CAPRIA (3)

La pubblicità, inesorabile, controproducente — ahimè il caffè, oh il caffè, la Citroen, la Mercedes, la scatola di tonno, i biscotti — la pubblicità ormai non si distingue dalle altre trasmissioni. Un libro come rifugio? Tutte le storie quando c’è la noia si rassomigliano, l’amore e il dolore e via dicendo, trame diverse, ma intercambiabili, le più belle sono state già raccontate, ora una vale l’altra, come quelle che vediamo alla televisione.

Un tale è scomparso, un altro è stato inseguito, e c’è una mano con la pistola, la pistola spara, spara sempre, e uccide. Le trame, gli intrecci, sono come le caramelle, le sciogli in bocca, ognuna ha un gusto diverso, ma sempre caramelle sono. E la gara? Centocinquantamila euro se indovini qual è la capitale d’Italia.

Cento-cinquanta-mila. E poi le facce, quelle facce. Vivono tranquilli con la loro pensione, i loro vitalizi, e parlano sempre di quelli che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. Tizio dice che Caio sbaglia, Caio dice che Tizio non sa quello che dice, pettegolezzi, il garbuglio degli imbrogli che continuamente si sbroglia, e sono già le otto e mezzo della Gruber. Poi Santoro sempre incazzoso, Ballarò col teatrino inconcludente, o La Gabbia , gabbia di matti, e Che tempo che fa . Piove, ecco il tempo che fa, piove, piove a dirotto sull’Italia, malacque.
MASSIMO D ALEMA E SILVIO BERLUSCONIMASSIMO D ALEMA E SILVIO BERLUSCONI

E tutti alla tivù che promuovono i già promossi, Fazio, la Bignardi, Vespa. Vengo anch’io? No tu no. E perché? Perché no. L’ovvio sì, quello può venire, fa esplodere l’applauso. L’applauso televisivo. Ognuno dei parlanti è bravo nella travagliata travagliesca ricostruzione della piccola piccolissima storia patria di questi anni, gli intrighi, i sospetti la falsa complessità della storia di partiti e partitini.

GIULIANA DE SIO LINA WERTMULLER RAFFAELE LA CAPRIAGIULIANA DE SIO LINA WERTMULLER RAFFAELE LA CAPRIA
Ognuno ha la sua memoria dei fatti, miserabilmente funzionante, e sa quel che disse nell’89 D’Alema nella tale occasione, un altro sciorina la sua versione di un evento di qualche anno prima, e nel 1997 Berlusconi l’aveva detto, e un altro sa chi vi si oppose. Chi ha la responsabilità, chi non impedì, chi provocò, chi fallì, chi non colse l’occasione? Questa loro memoria gli occupa la mente, totalmente, ed è la punizione che essi meritano.
Sarebbero tante le memorie possibili, una canzone, il verso d’un poeta, il bacio di una ragazza, o un tramonto, un bel mare limpido, perfino le fusa di un gattino.

RENZI BOSCHI MADIA ALFANORENZI BOSCHI MADIA ALFANO
Ma loro no, sono obbligati a ricordare quel che disse un politico insignificante in un’occasione insignificante. È proprio il caso di ripetere (con Garboli): «Se c’è un luogo in cui non vorrei entrare per tutto l’oro del mondo quello è la loro mente», la loro memoria. Ma ci risiamo, si chiude il giorno, e riecco Alfano, riecco Renzi, riecco Grillo sempre più arzillo e Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi, seguono interviste forzose, inseguimenti col microfono puntato come un’arma sul politico reticente, disperanti reportages di corruzioni, tumulti, rivoluzioni, rivelazioni, dimostrazioni, tutti contro tutti e buona notte.

recalcati da fazioRECALCATI DA FAZIO
Chi mi legge deve capire che io non sono così, sono le cose dell’Italia che mi fanno diventare così, non scriverei così se le accettassi, se la noia dell’Italia inconcludente non mi sommergesse, se non mi costringesse, la noia del Paese della politica che in certi giorni è come la nebbia che confonde tutte le cose e le rende, appunto, indecifrabili e noiose, anche quando le scrivo. No, non ce la faccio a sopportare la noia italiana, non posso abituarmi. E non voglio.
floris a palazzo chigi da renzi

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