DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

domenica 3 novembre 2013

'Co 'sta censura...


ALDO GRASSO: “A FO PIACE GIOCARE AL CENSURATO PERCHÉ SA BENE CHE LA CENSURA È STATA LA SUA FORTUNA” - FO : “IL VATICANO CENSURA ME PER COLPIRE PAPA FRANCESCO”

“E poi a Roma, caro Fo, c’è sempre a disposizione la Fondazione Teatro Valle Bene Comune, dove si può persino aggirare la Siae, sacra dispensatrice di diritti d’autore” - Fo: “C’è una morale in questa storia: mai far tentare di recitare lo sberleffo davanti a un attore abituato a sfottere i falsi e i figli di puttana, anche un po’ stronzi”…

1. FO E IL TEATRO VATICANO NEGATO L'ETERNO GIOCO DELLA CENSURA
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
Aldo GrassoALDO GRASSO
Dario Fo: «La Chiesa mi censura». È tornata la Santa Inquisizione? È pronto un rogo per bruciare i libri dell'illustre teatrante? Il problema pare più circoscritto. Secondo Fo, il Vaticano gli avrebbe negato l'Auditorium Conciliazione di Roma dove si sarebbe dovuto tenere un suo spettacolo tratto da un libro di Franca Rame: «Ora - ha dichiarato Fo - tanti teatri a Roma vorranno lo spettacolo. Com'è successo anche quando ci hanno cacciati dalla Rai. Siamo diventati una delle compagnie che faceva i maggiori incassi in Italia».
Franca Rame e Dario FoFRANCA RAME E DARIO FO
Il portavoce della Santa Sede, padre Lombardi, ha chiarito: «Nessuna autorità vaticana sapeva nulla: né la proprietà dell'Auditorium, né la Segreteria di Stato, né i pontifici consigli della cultura e delle comunicazioni sociali».
A Fo piace giocare al censurato perché sa bene che la censura, questo demone insolente e capriccioso, è stata la sua fortuna. Fin dai tempi di Canzonissima 1962, quando se ne andò dalla Rai perché una sua gag sulla sicurezza nei cantieri edili era stata censurata. Se Fo e Rame avessero continuato, forse li avremmo confusi con Alberto Lionello e Lauretta Masiero, Corrado e Raffaella Carrà. Quella censura, invece, è stata la loro fortuna.
un bimbo con papa francesco bergoglio alla giornata per la famigliaUN BIMBO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO ALLA GIORNATA PER LA FAMIGLIA
Lontano dal video, Fo ha iniziato la sua battaglia contro il «potere», praticando quel teatro politico che gli è valso persino il premio Nobel. Del resto, come ammonisce Karl Kraus, «le satire che il censore capisce vengono giustamente proibite».
Ma Fo, ora che i media fanno a gara per ospitarlo, non si rassegna: «Ciò significa buttare un'ombra lunga e grigia sullo splendore e la gioia che papa Francesco ci sta regalando». Papa Bergoglio, poer nano. Nella democratica società dello spettacolo, la censura trasforma il consumo culturale in sfida, in creatività. La censura crea la vittima, e quindi l'eroe. Gli anni d'oro del cinema hollywoodiano coincidono con quelli in cui vigeva il «codice Hays». I libri si amano quando la lettura è negata, non quando li suggeriscono le Concite in tv.
La censura, dalle nostre parti, basta un'ombra d'ironia per sconfiggerla. E poi a Roma, caro Fo, c'è sempre a disposizione la Fondazione Teatro Valle Bene Comune, dove si può persino aggirare la Siae, sacra dispensatrice di diritti d'autore.

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