DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)
Visualizzazione post con etichetta ue. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ue. Mostra tutti i post

lunedì 3 marzo 2025

Meloni: armiamoci e partite!


 

Lettera 1



Dagosapiens, 

Macron: “Vogliamo l’Italia al nostro fianco”; eh, non lo sa che noi siamo quelli dell’ “Armiamoci e partite”?

Vittorio Tengofamigliaesonoinbolletta ExInFeltrito


 

giovedì 3 giugno 2021

Dagospia, lettera 16. MATTARELLA, PENSACI !

 LA LETTERA DI LUIGI DI MAIO AL FOGLIO LA LETTERA DI LUIGI DI MAIO

                                                                                AL FOGLIO

 

Lettera 16

Dagosapiens, al lungo elenco dei pentiti che abbiamo avuto in questo disgraziato Paese  -pentiti la cui credibilità è stata troppo spesso oggetto di dubbi-  si è aggiunto un nome: quello di Luigi Di Maio.

LA LETTERA DI LUIGI DI MAIO AL FOGLIO LA LETTERA DI LUIGI DI MAIO AL FOGLIO

Il nostro esimio Ministro degli Esteri, non contento della carriera che ha fatto grazie a Grillo, ai "Vaffa!" e al giustizialismo pentastellato, si è "pentito". Le virgolette sono d'obbligo dato che pare evidente il secondo fine del bibitaro: volare ancora più in alto nel cielo politico italiano.

E' ugualmente dubbio che con il suo stentato italiano Giggino sia stato in grado di scrivere "manu propria" quella  lettera; qualcuno gliela avrà scritta. Chissà: forse l'avvocato del popolo (popolo dei grillini)? Possiamo essere sicuri, invece, che non esce dalla penna del sommo Guru del M5s: questa volta l'irriducibile grillino Travaglio non ha potuto fare a meno di strigliare per bene e rimettere a riposo nella stalla i suoi due cavalli imbolsiti: Giggino e Giuseppi. Ma figurati se il Vate Quotidiano si rassegna a non provarci ancora col suo leguleio…

mario draghi luigi di maio 1 

Dunque, Dagosapiens, c’è solo da sperare che tu ti sbagli quando continui a dirci che Mattarella non accetterebbe un altro mandato. Abbiamo finalmente quale Capo del Governo una persona rispettata, ascoltata e, sì, anche temuta in Europa; e abbiamo come Presidente della Repubblica una persona seria e autorevole (al suo cospetto, i possibili candidati alla sua successione sembrano pupazzi).

Chi non chiede loro di restare ai loro posti è un incosciente; o uno che guarda all’interesse del proprio partito più che a quello dell'Italia.

Vittorio Mattarellapensaci! ExInFeltrito

 

 

giovedì 13 dicembre 2018

La manovra dei cazzari giallo-verdi



Forzatura sul deficit nella manovra: 

bruciato un miliardo in pochi mesi.


Deficit dal 2,4% al 2,04%: tra mutui in rialzo e aste più care, quanto ci è costata la forzatura con l'Europa

Nei due mesi e mezzo di strappo con la Ue lo spread è schizzato oltre quota 300 ritrovando i massimi da oltre cinque anni. Per lo Stato ha significato maggiori spese per interessi, per le famiglie un rialzo dei tassi per i nuovi mutui. E per i possessori di azioni, banche in primis, è stato un autunno nero.

Flavio Bini, Repubblica 13.12.18


mercoledì 21 novembre 2018

Salvini e Babbo Natale


La Ue boccia la manovra. Salvini: “Ora aspettiamo la lettera di Babbo Natale”. Forse ne dovrebbe scrivere una lui, insieme con i soci Di Maio e Conte: “Caro Babbo Natale, mettici la testa a posto, per favore, prima che sia troppo tardi”.
Vittorio Regalidinatale ExInFeltrito




giovedì 25 ottobre 2018

Il tunnel dello spread


Lettera 21
Tria, ieri sera: lo spread così alto “non è sostenibile a lungo”. Conte, stamattina: lo spread “se resta alto diventa un problema”. Poi, magari domani Salvini: “Chi se ne frega dello spread”. Di Maio, dopodomani: “Ho trovato la quadra”. Toninelli, al suo risveglio: “Se trovo il tunnel ne usciremo”. Ma questa specie di governo di sognatori che fino al 6 marzo regalava illusioni si sveglia adesso? Non so tu, Dago, ma io non ho il coraggio di guardare come stanno i miei risparmi.
Vittorio Depauperato ExInFeltrito

mercoledì 17 ottobre 2018

UE: restare o uscire?


17.10.2018

Come conciliare i seguenti due comunicati?
Gli Inglesi si pentono e noi sogniamo ancora?


  1)



L'Italia si scopre euroscettica: se si votasse oggi, solo il 44% sceglierebbe di restare nella Ue.

Eurobarometro: il dato più basso di tutta Europa, compresa la Gran Bretagna.

-----------------------------------------------------------------------
2)
BBC News
10.8.2018
If there were to be a second referendum now, 52% would vote Remain and 48% Leave, an average of polls over the past three months suggests.
So, it is a stable picture, albeit one that reverses the position in 2016.
------------------------------------------------------------------
------------------------------------------------------------------


Europa e Brexit, i rischi possibili
Affermare che i negoziati per far uscire la Gran Bretagna dall’Unione europea non sono andati bene vorrebbe dire minimizzare. Malgrado tutte le promesse fatte durante il referendum, i sostenitori della Brexit hanno sia sottovalutato l’importanza fondamentale dell’integrazione della Gran Bretagna nell’economia paneuropea, sia omesso di spiegare i sacrifici che la Brexit comporterà necessariamente. 
Lasciare la Ue significa prendere decisioni immani tra la sicurezza economica, garantita dall’appartenenza al Mercato unico e all’Unione doganale, e la fine della sovranità condivisa...
(TONY BLAIR, NICK CLEGG E MICHAEL HESELTINE)
https://rep.repubblica.it/pwa/traduzione/2018/10/17/news/brexit_le_ragioni_per_non_uscire_dall_europa-209136184/?ref=RHPPTP-BH-I0-C12-P1-S3.4-T1
-------------------------------------------

Leslie, MP, says: 

Nobody voted to throw away £150 million a week!

The Tony Blair Institute has tonight published a report on the impact of Brexit on the services sector of the British economy.
"Theresa May's bad Brexit deal would offer next to nothing for the 80% of our economy that is the service sector.
"In a £2 trillion economy losing the 0.4% of annual growth this report points to means throwing away over £150 million a week. Nobody stuck that on the side of their bus.
"With prices already rising in the shops and doctors and nurses leaving the NHS, Brexit is already hurting our economy and damaging our public services and this report suggests there is much worse to come.
“Nobody voted for any of that and we must have a People's Vote on any Brexit deal." 

The "Great British Stop Brexit March"

Beginning at 10am on Saturday 20th October 2018, we shall celebrate the UK's place at the heart of the EU. Come and enjoy the UK and pan-European food and community stalls, enjoy the festivities and come together for the common cause. There will follow a very special speaker’s rally, showcasing voices from around Britain and the continent, before uniting as one for a mass march upon Parliament.
Join us and celebrate the country we know and love and let everyone know we are not prepared to let it go!

lunedì 1 ottobre 2018

Sempre più gomplotto...

30.9.2018

DI MAIO: 

''STAMATTINA A QUALCUNO NON ANDAVA BENE CHE LO SPREAD NON SI FOSSE IMPENNATO, SI È SVEGLIATO E HA PENSATO BENE DI FARE UNA DICHIARAZIONE CONTRO L'ITALIA''.



Moscovici: 

«Quello che può creare turbolenze non sono le mie parole
 ma quello a cui reagisco».

------------------------------------------------------------------------------

POLITICA
01/10/2018 20:46  Huffington Post

L'Europa boccia il 2.4% italiano: "Non è credibile, 

tenteremo di convincere Roma a tornare indietro"

L'Eurogruppo chiede spiegazioni a Tria, il ministro anticipa il rientro per rifare i conti... 

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


Manovra, Salvini: “Me ne frego di Bruxelles".

-------------------------------------------------------------------
28.9.2018


Si è chiusa con una perdita del 3,7 per cento e 22,2 miliardi di capitalizzazione bruciata una delle sedute più difficili degli ultimi anni di Piazza Affari, che ha bocciato la 'manovra economica del popolo' impostata dal governo giallo-verde e che dovrà passare al vaglio dalla Commissione europea. Il livello di deficit rispetto al pil, fissato al 2,4 per cento rispetto a una previsione iniziale sotto il 2 per cento, ha deluso gli investitori che, fin dalle prime negoziazioni, hanno fatto scattare le vendite sul listino milanese intimoriti dal progressivo allargamento dello spread con i titoli tedeschi che è indicativo dell'aumento del rischio paese (dopo essere arrivato a 280 punti base, il differenziale si è poi assestato a quota 267 a fronte di 220-230 dei giorni scorsi). Ad andare giù sono stati soprattutto i bancari (Banco Bpm -9,4 per cento, Intesa -8,4 per cento, Bper -8,3 per cento, Ubi -7,8 per cento). In mattinata gli indici della Borsa hanno subito perdite anche maggiori, ma nel pomeriggio, il lieve ridimensionamento dei rendimenti dei btp a 10 anni e del differenziale con i tedeschi, accompagnato dalla risalita di Wall Street e dalla nuova corsa del prezzo del petrolio, hanno contribuito a ridurre il passivo del Ftse Mib, seppure la caduta di Milano si colloca al 12esimo posto tra le peggiori performance del listino dal 2014. Ecco i primi commenti a caldo di analisti e operatori di Borsa.
   
Andrea Delitala (Pictet Asset Management):
 “La nota di aggiornamento al Def, con il deficit al 2.4 per cento del pil per il 2019 e i due anni successivi, rappresenta uno slittamento notevole rispetto ai numeri che erano stati prospettati dal Mef nei giorni scorsi; i mercati finanziari sono stati delusi rispetto alle attese poiché questi saldi sono incompatibili con una riduzione strutturale del rapporto debito-pil. Il documento con le stime economiche non è ancora stato pubblicato tuttavia, se dovesse essere confermata la mancata convergenza (verso il basso) del deficit e del debito, ne uscirebbe stravolta la disciplina di finanza pubblica con il rischio concreto di andare ad uno scontro con le istituzioni europee”. E se invece lo scontro fosse evitato come ne uscirebbe la credibilità delle regole europee di buona condotta finanziaria? “Altrettanto delicato per implicazioni di mercato è il parere delle agenzie di rating: a fine agosto lo spread vicino a 300 punti base scontava un downgrade per il debito Italiano, ed ora ci stiamo riavvicinando rapidamente a quei valori. Il problema è il punto di partenza del rating italiano, molto prossimo alla perdita dello status di paese 'investment grade'. La perdita di questo giudizio provocherebbe l’esclusione dell’Italia dai più importanti indici obbligazionari mondiali, scatenando la liquidazione forzata di titoli di Stato italiani da parte di molti investitori esteri, oltre a non renderli acquistabili dalla stessa Bce”.
  
Adrian Hilton (Columbia Threadneedle Investments):

“La proposta di un piano con un deficit del 2,4 per cento non è in sé una catastrofe, e rientra comunque nei limiti di Maastricht. Ma nelle ultime settimane, i mercati erano stati portati a credere – dal più moderato ministro delle finanze Tria – che una percentuale inferiore al 2 per cento fosse più probabile, e gli spread si erano in qualche modo stabilizzati. Il tutto è cambiato in modo molto brusco ieri sera. La prospettiva di un’uscita dell’Italia dall’Eurozona sarebbe stata impensabile qualche anno fa; a nostro avviso, è comunque una prospettiva che continua ad essere improbabile (ma che non è più impossibile da immaginare, se consideriamo il successo dei movimenti euroscettici in questo paese). La nostra preoccupazione principale al momento è il possibile deteriorarsi ulteriore del contesto economico: il vero rischio per l’Italia potrebbe materializzarsi quando, senza sufficienti riserve strutturali per abbassare la crescita dei tassi, la dimensione del surplus primario richiesto per stabilizzare il rapporto debito-pil potrebbe diventare irraggiungibile. Questa volatilità non aiuta di certo il sentiment nei confronti dell’Italia e permane anche il rischio che possibili downgrade da parte delle agenzie di rating possano aggravare ulteriormente la crisi.

Antonio Cesarano (Intermonte Sim):
“L’impressione è che il vero timore degli operatori non sia tanto il contenuto della manovra quanto piuttosto l’eventuale intensificazione dello scontro con la Commissione europea, ben prima della presentazione del disegno di legge di bilancio e della relativa valutazione della Commissione previsto entro fine novembre. Rispetto all’analoga reazione del mese di maggio (quando divenne alto il timore di elezioni anticipate a fine luglio) oggi si sta registrando una relativa buona tenuta della parte a breve, con spread 2-10 anni btp che per ora sta tenendo sopra i 200 punti base. A fine maggio tale spread si posizionò temporaneamente sotto i 100 punti base. La reazione dei mercati appare preoccupata, a giudicare dall’allargamento dello spread, ma con alcuni spiragli aperti, come dimostrato dalla relativa buona tenuta della parte a breve termine dei btp. In altri termini è come se gli operatori, digerito il 2,4 per cento del deficit-pil stessero attendendo a questo punto i dettagli della composizione per comprendere quale sarà l’atteggiamento verso la Commissione europea. La presenza di voci di spesa più collegate agli investimenti insieme a toni più concilianti da parte del governo, potrebbero aiutare a rendere prevalenti gli spiragli positivi”.


lunedì 13 luglio 2015

Un fiasco di Tsipras, per favore.


Un abbraccio forte a Barbara Spinelli, Stefano Fassina, Pippo Civati e Beppe 

Grillo....

Tsipras dimostra che il populismo va bene per giocare con il referendum ma non per salvare un paese. 
di Claudio Cerasa | 13 Luglio 2015 ore 13:50

... e per ubriacarsi di illusioni !

giovedì 19 giugno 2014

MessicoenuvolUE

Da Sarajevo, messaggio per gli euroscettici; e, p.c., per il sottosegretario alle politiche comunitarie.
Per coordinare il team di esperti internazionali e valutare i danni dell' alluvione in Bosnia (2,7 miliardi di Euro, che la Bosnia non ha e che il 24 giugno Bruxelles cerchera' di reperire con una "donors conference" di solidarieta'), il 26 maggio la UE ha nominato e inviato a Sarajevo un consulente, che viene dal Messico (!). A Sarajevo corre voce che la UE lo paghi con uno stipendio (solidale) di 2500 Euro al giorno.
Distimicamente MessicoenuvolUE ExInFeltrito