DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)
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giovedì 13 dicembre 2018

La manovra dei cazzari giallo-verdi



Forzatura sul deficit nella manovra: 

bruciato un miliardo in pochi mesi.


Deficit dal 2,4% al 2,04%: tra mutui in rialzo e aste più care, quanto ci è costata la forzatura con l'Europa

Nei due mesi e mezzo di strappo con la Ue lo spread è schizzato oltre quota 300 ritrovando i massimi da oltre cinque anni. Per lo Stato ha significato maggiori spese per interessi, per le famiglie un rialzo dei tassi per i nuovi mutui. E per i possessori di azioni, banche in primis, è stato un autunno nero.

Flavio Bini, Repubblica 13.12.18


lunedì 1 ottobre 2018

DEFICIT E DEFICIENTI ovvero Il gomblotto dei media


Scrive Sallusti su Il Giornale:

Troppo onore a considerarci responsabili, con il nostro «terrorismo mediatico», dell'innalzamento dello spread e del crollo delle borse. Solo un cretino - a questo punto mi chiedo se lei lo è o ci fa - può infatti immaginare che nelle centrali delle agenzie finanziarie e delle banche di tutto il mondo agiscano dopo avere letto Il Giornale. Me li vedo, i broker di New York e Londra, passare in edicola prima di andare in ufficio e sfogliare i quotidiani italiani con trepidazione prima di decidere cosa fare con i nostri titoli di Stato: «Sallusti è preoccupato: dài vendiamo, vendiamo prima che sia tardi».

Solo un cretino - e mi richiedo se Di Maio lo sia - può ignorare che i mercati si muovono non in base alle opinioni di chicchessia, ma solo studiando e sviscerando i fatti. Alla fine di questo lavoro, basato su atti e documenti, tirano una conclusione e ci scommettono sopra. E venerdì scorso, studiata la sua manovra e ascoltate le sue parole pronunciate nella notte dal balconcino di Palazzo Chigi, hanno scommesso sul fatto che lei, signor Di Maio, sia un cretino che sta mettendo a rischio i loro soldi, un terrorista della finanza. E hanno venduto. Semplice, no?

Ha voluto salire sul ring e al primo cazzotto piagnucola come un bambino. Se oggi non prenderà un secondo gancio al volto lo dovrà solo ai pompieri - primo fra tutti Mattarella - che in queste ore si stanno prodigando a convincere i mercati che non lasceranno il Paese totalmente in mano a terroristi, per giunta kamikaze, e non parlo di noi ma di lei, signor Di Maio. Speriamo che vengano ascoltati e creduti.
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Sallusti dimentica però un altro guaio: con Di Maio è d'accordo anche Salvini.



sabato 29 settembre 2018

La manovra del popolo bue.


Ora che il «governo del cambiamento» ha preso in mano il Paese, punta a farlo crescere di più mediante disavanzo e debito ancora maggiori e l' inversione del percorso avviato dagli ultimi quattro governi per rimuovere alcuni ostacoli alla crescita. Inoltre, la manovra è effettivamente azzardata. Pur con ipotesi prudenziali, Federico Fubini nel Corriere di ieri ha quantificato quell' azzardo in un probabile accumulo di oltre 100 miliardi di euro aggiuntivi di debito pubblico nei prossimi tre anni, con una preoccupante conseguenza.
(M.Monti)

(...) portare a una crescita nel 2019 di circa il 2 per cento e crescere ancora di mezzo punto percentuale all’anno, raggiungendo quella soglia minima del 3 per cento necessario per guardare al futuro dell’occupazione e della stabilità finanziaria del Paese che una crescita intorno all’1 per cento annuo non garantirebbe.
Se la sostenibilità del debito pubblico italiano viene giudicata sulla base del rapporto tra debito pubblico e Pil, va constatato che esso si ridurrà nel corso dell’intero triennio, dato che la crescita del Pil nominale resterà in modo permanente al di sopra del 2,4 per cento del deficit di bilancio. Ciò vale nella peggiore delle ipotesi, quella di una mancata crescita, ma ancor più in quella di un successo della combinazione di spesa come quella indicata nella Nota di aggiornamento.
Poiché il governo è composto da persone che capiscono i rischi finanziari, ma anche avvertono i gravi pericoli dovuti a un peggioramento della crescita, l’attuazione del programma di governo sarà oggetto di un costante monitoraggio per verificare se gli andamenti dell’economia e della finanza restano coerenti con gli strumenti attivati; tutto ciò a cominciare dal 31 dicembre 2018, ancor prima dell’avvio del programma. Sono certo che il mercato valuterà in positivo le scelte fatte riconoscendo al governo il beneficio della razionalità che alimenta la speranza del mantenimento di una stabilità politica non meno preziosa della stabilità di bilancio.

(P. Savona, ministro per gli Affari europei)