DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)
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sabato 29 settembre 2018

La manovra del popolo bue.


Ora che il «governo del cambiamento» ha preso in mano il Paese, punta a farlo crescere di più mediante disavanzo e debito ancora maggiori e l' inversione del percorso avviato dagli ultimi quattro governi per rimuovere alcuni ostacoli alla crescita. Inoltre, la manovra è effettivamente azzardata. Pur con ipotesi prudenziali, Federico Fubini nel Corriere di ieri ha quantificato quell' azzardo in un probabile accumulo di oltre 100 miliardi di euro aggiuntivi di debito pubblico nei prossimi tre anni, con una preoccupante conseguenza.
(M.Monti)

(...) portare a una crescita nel 2019 di circa il 2 per cento e crescere ancora di mezzo punto percentuale all’anno, raggiungendo quella soglia minima del 3 per cento necessario per guardare al futuro dell’occupazione e della stabilità finanziaria del Paese che una crescita intorno all’1 per cento annuo non garantirebbe.
Se la sostenibilità del debito pubblico italiano viene giudicata sulla base del rapporto tra debito pubblico e Pil, va constatato che esso si ridurrà nel corso dell’intero triennio, dato che la crescita del Pil nominale resterà in modo permanente al di sopra del 2,4 per cento del deficit di bilancio. Ciò vale nella peggiore delle ipotesi, quella di una mancata crescita, ma ancor più in quella di un successo della combinazione di spesa come quella indicata nella Nota di aggiornamento.
Poiché il governo è composto da persone che capiscono i rischi finanziari, ma anche avvertono i gravi pericoli dovuti a un peggioramento della crescita, l’attuazione del programma di governo sarà oggetto di un costante monitoraggio per verificare se gli andamenti dell’economia e della finanza restano coerenti con gli strumenti attivati; tutto ciò a cominciare dal 31 dicembre 2018, ancor prima dell’avvio del programma. Sono certo che il mercato valuterà in positivo le scelte fatte riconoscendo al governo il beneficio della razionalità che alimenta la speranza del mantenimento di una stabilità politica non meno preziosa della stabilità di bilancio.

(P. Savona, ministro per gli Affari europei)

giovedì 5 gennaio 2017

Grillo "povero" a cinque stelle.


Dopo la pubblicazione dei suoi auguri di Natale – una citazione di Goffredo Parise dal titolo ''Il rimedio è la povertà'' – molti avranno pensato che Beppe Grillo si fosse andato a rifugiare in un monastero dell'Alta Badia, per "godere di beni minimi e necessari, quali il cibo necessario e non superfluo, il vestiario necessario, la casa necessaria e non superflua", come recitava il testo che campeggiava sulla homepage del suo blog.
Fuochino. La destinazione del Garante del Movimento 5 Stelle era un po' più a sud. Malindi, Kenya, per l'esattezza. Non è la prima volta che Beppone sceglie di svernare sulla costa dell'Oceano Indiano: due anni fa apparvero su ''Chi'' le foto dei suoi bagni in piscina nel resort di Flavio Briatore.
Eppure, nei giorni delle feste il blog è stato attivissimo (dopo mesi in cui languiva senza fare molta notizia), con numerosi articoli firmati proprio da Grillo, che ha anche trasmesso il suo contro-discorso di fine anno la sera del 31 dicembre. Ecco, mentre sul blog appariva il video (''in streaming''), in cui Beppe appare seduto davanti alla sua libreria di casa a Genova, lui era in realtà seduto al cenone di Malindi. Circondato da nobildonne, vip e amici vari, ha passato parte della serata al telefono a dare direttive ai suoi collaboratori.
Due giorni fa, digerito il cotechino (o la sua alternativa kenyota), Beppone è stato poi avvistato in "Sardegna 2". No, non ha preso un volo per la sua adorata Porto Cervo: era a Watamu, una lingua di sabbia bianca a nord di Malindi, soprannominato Sardegna 2 per le sue acque cristalline. Anche lì telefonava senza sosta: stava preparando la sua proposta per una ''giuria popolare per le balle dei media'' che tanto ha fatto arrabbiare Chicco Mentana.

Questa notizia naturalmente scatenerà le ire dei sostenitori grillini: ''Lui non ha rubato i soldi, può spenderli come vuole'', o ''tutto falso, siete solo dei rosiconi pidioti'', ecc. ecc. Non c'è nessuna malizia: come pubblichiamo le foto di Alessia Marcuzzi e Federica Pellegrini alle Maldive, così raccontiamo le vacanze del leader politico che 10 giorni fa (non 15 anni fa, quando ancora aveva lo yacht e la Ferrari che si era conquistato grazie al suo talento comico) sceglieva queste frasi per augurare Buon Natale agli italiani:
Povertà e necessità nazionale sono i mezzi pubblici di locomozione, necessaria è la salute delle proprie gambe per andare a piedi, superflua è l’automobile, le motociclette, le famose e cretinissime “barche”.
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A U G U R I    A   5  S T E L L E  !!!

martedì 26 marzo 2013

Il mistero della povera Italia


La ricchezza nascosta dietro la lagna pauperista degli italiani

Visti da Roma siamo alla fame o quasi. Poi la Banca centrale tedesca ci ricorda di risparmi e case in abbondanza

Mentre dalle consultazioni che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha intrapreso con la “società civile” (da Roberto Saviano a don Ciotti) continuano a giungere voci di un paese in apparenza sul lastrico e comunque al limite, il sottofondo di giornata non è da meno quanto a social-pessimismo. Ieri l’Istat ha notificato che l’indice di fiducia dei consumatori è nuovamente diminuito a febbraio (a 85,2 da 86 di gennaio), dopo un rimbalzo rispetto a dicembre 2012. Pessimismo che conferma l’allarme del Codacons sul pranzo pasquale: “In calo del 17 per cento la vendita di uova e colombe”, peraltro in una previsione di spesa che supera il miliardo di euro. E che corrobora la previsione della Confcommercio secondo la quale nel 2013 avremo in Italia 4,2 milioni di persone “assolutamente povere”, in netto aumento rispetto ai 3,5 milioni “certificati dall’Istat nel 2011”, il 6 per cento della popolazione. Questa la situazione vista da qui, mentre sui mercati si riaffaccia l’ombra di un nuovo declassamento di Moody’s causa incertezze sulla formazione del governo. Osservata da Francoforte, dove ha sede la Bundesbank, l’Italia ha invece tutt’altre fattezze. Lo studio “Nuclei famigliari privati e loro finanze” reso noto il 21 marzo dalla Banca centrale tedesca evidenzia infatti come italiani e spagnoli, ma anche i francesi, siano in media ben più ricchi dei tedeschi, e questo grazie ai loro risparmi e soprattutto alla proprietà immobiliare. Nel clima concitato del prelievo forzoso sui depositi ciprioti, e mentre il capoeconomista della Commerzbank Jörg Kramer suggeriva di applicare al nostro paese una patrimoniale del 15 per cento sulle finanze private, il report della BuBa ha scatenato sospetti su presunte mire tedesche in stile bottino di guerra. In realtà la Germania ha fotografato una situazione che la Banca d’Italia evidenzia da tempo, e che è alla base di un paradosso economico, fiscale e sociale: siamo un paese di poveracci quanto a denunce dei redditi, mentre ce la passiamo bene, anzi benissimo, quanto a proprietà famigliari e personali. L’indagine Bundesbank, basata su un campione di 3.565 nuclei familiari e 6.661 persone sopra i 16 anni, evidenzia come i patrimoni netti privati tedeschi (detratti prestiti e mutui) siano di 195.200 euro, contro i 229.300 della Francia ed i 285.800 della Spagna. Manca il dato italiano, cifra che però è ufficialmente indicata dallo studio “I risparmi delle famiglie” pubblicato annualmente dalla Banca d’Italia: 350.000 euro a nucleo. Considerando invece i valori mediani, riferiti cioè a chi sta nella fascia media di ricchezza, le famiglie tedesche godono di beni mobili e immobili per 51.400 euro, rispetto ai 163.900 dell’Italia e ai 178.300 della Spagna. La BuBa guarda anche in casa degli austriaci, un paese socialmente affine: e ne ricava che anche loro stanno meglio, con asset patrimoniali mediani di 76.900 euro. Nelle slide di presentazione dello studio, il quale a sua volta anticipa una rilevazione che la Bundesbank sta conducendo in tutta Europa, si enfatizza come solo il 44 per cento dei tedeschi abiti in una casa di proprietà rispetto all’83 per cento degli spagnoli e al 69 degli italiani. Da qui la maggior ricchezza patrimoniale delle famiglie latine.