DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

martedì 26 marzo 2013

Il mistero della povera Italia


La ricchezza nascosta dietro la lagna pauperista degli italiani

Visti da Roma siamo alla fame o quasi. Poi la Banca centrale tedesca ci ricorda di risparmi e case in abbondanza

Mentre dalle consultazioni che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha intrapreso con la “società civile” (da Roberto Saviano a don Ciotti) continuano a giungere voci di un paese in apparenza sul lastrico e comunque al limite, il sottofondo di giornata non è da meno quanto a social-pessimismo. Ieri l’Istat ha notificato che l’indice di fiducia dei consumatori è nuovamente diminuito a febbraio (a 85,2 da 86 di gennaio), dopo un rimbalzo rispetto a dicembre 2012. Pessimismo che conferma l’allarme del Codacons sul pranzo pasquale: “In calo del 17 per cento la vendita di uova e colombe”, peraltro in una previsione di spesa che supera il miliardo di euro. E che corrobora la previsione della Confcommercio secondo la quale nel 2013 avremo in Italia 4,2 milioni di persone “assolutamente povere”, in netto aumento rispetto ai 3,5 milioni “certificati dall’Istat nel 2011”, il 6 per cento della popolazione. Questa la situazione vista da qui, mentre sui mercati si riaffaccia l’ombra di un nuovo declassamento di Moody’s causa incertezze sulla formazione del governo. Osservata da Francoforte, dove ha sede la Bundesbank, l’Italia ha invece tutt’altre fattezze. Lo studio “Nuclei famigliari privati e loro finanze” reso noto il 21 marzo dalla Banca centrale tedesca evidenzia infatti come italiani e spagnoli, ma anche i francesi, siano in media ben più ricchi dei tedeschi, e questo grazie ai loro risparmi e soprattutto alla proprietà immobiliare. Nel clima concitato del prelievo forzoso sui depositi ciprioti, e mentre il capoeconomista della Commerzbank Jörg Kramer suggeriva di applicare al nostro paese una patrimoniale del 15 per cento sulle finanze private, il report della BuBa ha scatenato sospetti su presunte mire tedesche in stile bottino di guerra. In realtà la Germania ha fotografato una situazione che la Banca d’Italia evidenzia da tempo, e che è alla base di un paradosso economico, fiscale e sociale: siamo un paese di poveracci quanto a denunce dei redditi, mentre ce la passiamo bene, anzi benissimo, quanto a proprietà famigliari e personali. L’indagine Bundesbank, basata su un campione di 3.565 nuclei familiari e 6.661 persone sopra i 16 anni, evidenzia come i patrimoni netti privati tedeschi (detratti prestiti e mutui) siano di 195.200 euro, contro i 229.300 della Francia ed i 285.800 della Spagna. Manca il dato italiano, cifra che però è ufficialmente indicata dallo studio “I risparmi delle famiglie” pubblicato annualmente dalla Banca d’Italia: 350.000 euro a nucleo. Considerando invece i valori mediani, riferiti cioè a chi sta nella fascia media di ricchezza, le famiglie tedesche godono di beni mobili e immobili per 51.400 euro, rispetto ai 163.900 dell’Italia e ai 178.300 della Spagna. La BuBa guarda anche in casa degli austriaci, un paese socialmente affine: e ne ricava che anche loro stanno meglio, con asset patrimoniali mediani di 76.900 euro. Nelle slide di presentazione dello studio, il quale a sua volta anticipa una rilevazione che la Bundesbank sta conducendo in tutta Europa, si enfatizza come solo il 44 per cento dei tedeschi abiti in una casa di proprietà rispetto all’83 per cento degli spagnoli e al 69 degli italiani. Da qui la maggior ricchezza patrimoniale delle famiglie latine.

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