DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)
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lunedì 1 ottobre 2018

DEFICIT E DEFICIENTI ovvero Il gomblotto dei media


Scrive Sallusti su Il Giornale:

Troppo onore a considerarci responsabili, con il nostro «terrorismo mediatico», dell'innalzamento dello spread e del crollo delle borse. Solo un cretino - a questo punto mi chiedo se lei lo è o ci fa - può infatti immaginare che nelle centrali delle agenzie finanziarie e delle banche di tutto il mondo agiscano dopo avere letto Il Giornale. Me li vedo, i broker di New York e Londra, passare in edicola prima di andare in ufficio e sfogliare i quotidiani italiani con trepidazione prima di decidere cosa fare con i nostri titoli di Stato: «Sallusti è preoccupato: dài vendiamo, vendiamo prima che sia tardi».

Solo un cretino - e mi richiedo se Di Maio lo sia - può ignorare che i mercati si muovono non in base alle opinioni di chicchessia, ma solo studiando e sviscerando i fatti. Alla fine di questo lavoro, basato su atti e documenti, tirano una conclusione e ci scommettono sopra. E venerdì scorso, studiata la sua manovra e ascoltate le sue parole pronunciate nella notte dal balconcino di Palazzo Chigi, hanno scommesso sul fatto che lei, signor Di Maio, sia un cretino che sta mettendo a rischio i loro soldi, un terrorista della finanza. E hanno venduto. Semplice, no?

Ha voluto salire sul ring e al primo cazzotto piagnucola come un bambino. Se oggi non prenderà un secondo gancio al volto lo dovrà solo ai pompieri - primo fra tutti Mattarella - che in queste ore si stanno prodigando a convincere i mercati che non lasceranno il Paese totalmente in mano a terroristi, per giunta kamikaze, e non parlo di noi ma di lei, signor Di Maio. Speriamo che vengano ascoltati e creduti.
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Sallusti dimentica però un altro guaio: con Di Maio è d'accordo anche Salvini.



lunedì 18 giugno 2018

Omertà! Omertà!

 

 

LA VERSIONE DI TRAVAGLIO - “AVEVA UN CURRICULUM ALL'ALTEZZA, LANZALONE? SÌ. AVEVA LA FEDINA PENALE PULITA? SÌ. AVEVA INDAGINI IN CORSO? NO. AVEVA MAI DATO ADITO A SOSPETTI? MAI. EPPURE ORA È AGLI ARRESTI DOMICILIARI. NESSUNO INTELLETTUALMENTE ONESTO POTEVA DIRE, FINO A UNA SETTIMANA FA, CHE FOSSE UNA MELA MARCIA O BACATA.

Abbiamo scritto che il caso Lanzalone dimostra ancora una volta due dei vizi d' origine dei 5Stelle: la mancanza di una classe dirigente affidabile e la disinvoltura nella scelta dei collaboratori. Non è così: magari lo fosse, ma purtroppo non lo è. È molto peggio: è la prova dell' inquinamento endemico e sistemico della "società civile".



Ci eravamo fidati della vulgata dominante sui media: il genovese Lanzalone deve per forza essere amico di Grillo, e dunque dei Casaleggio, che per forza devono averlo piazzato prima a Livorno come consulente della giunta Nogarin e poi, tramite le loro marionette Fraccaro e Bonafede, a Roma come consulente della giunta Raggi, su su fino alla presidenza di Acea. Invece è tutto sbagliato.


Lanzalone non è amico né di Grillo né dei Casaleggio, che non conosce fino a quando approda a Livorno. E come approda a Livorno? Lo chiama il sindaco M5S Filippo Nogarin, che ci racconta tutto a pagina 3.

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Saranno infatti Bonafede e Fraccaro, quando esploderà a Roma la bomba dello stadio, a indicare Lanzalone alla Raggi. Anche lì, con buoni risultati. Una querelle che pareva destinata comunque al disastro - o lo stadio-ecomostro con le tre torri e le speculazioni intorno, o niente stadio con i tifosi sotto il Campidoglio e la casa della sindaca e magari qualche penale milionaria da pagare al costruttore Parnasi - viene risolta con un onorevole compromesso: via le torri e la speculazione, cubature dimezzate.
È con quel curriculum che Lanzalone viene incaricato di scrivere il nuovo statuto 5Stelle (Di Maio capo al posto di Grillo) e di seguire le cause con gli espulsi.

E fu nominato presidente di Acea (dove nessuno eccepisce sulla sua competenza). Poi i pm scoprono - dalle intercettazioni - ciò che nessuno può sapere: Lanzalone ha avuto incarichi per 100 mila euro da Parnasi. Secondo la Procura è corruzione, ma già fin d' ora si può parlare di conflitto d' interessi.

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nvece Mr.Wolf esce da una procedura di selezione più che corretta. Tutto si può rimproverare a Nogarin e Raggi fuorché di aver scelto un incompetente o un manigoldo. Aveva un curriculum all' altezza, Lanzalone? Sì. Ha superato la concorrenza di altri esperti? Sì. Aveva la fedina penale pulita? Sì. Aveva indagini in corso? No. Aveva mai dato adito a sospetti? Mai.


Eppure ora è agli arresti domiciliari. Nessuno intellettualmente onesto poteva dire, fino a una settimana fa, che fosse una mela marcia o bacata. Ora col senno di poi si può dire che la mela s' è guastata dopo. Ma non c' è fedina penale né curriculum che possa garantire l' impermeabilità alla corruzione, ai conflitti d' interessi o ad altre tentazioni.

''GRILLINI E "FATTO" DA BOIA A GHIGLIOTTINATI” - SALLUSTI SCATENATO: ‘’ADESSO SI VA DA “LANZALONE CHI?” FINO AL PARADOSSALE “GRILLO E CASALEGGIO NON SAPEVANO NEPPURE CHI FOSSE” - IL LORO MONDO È INQUINATO COME TUTTI GLI ALTRI E DA INQUISITORI I TRAVAGLIO D'ITALIA SI RITROVANO A FARE GLI AGNELLINI CHE AL CONFRONTO EMILIO FEDE CON BERLUSCONI APPARE OGGI COME UNO CON LE PALLE - SI STANNO RIMANGIANDO TUTTI GLI ESCREMENTI CHE PER ANNI CI HANNO TIRATO ADDOSSO’’.

Adesso si va da «Luca Lanzalone chi?» a «l' ho incontrato una volta al ristorante ma per caso» fino al paradossale «Grillo e Casaleggio non sapevano neppure chi fosse». Nei Cinquestelle è gara a scaricare quello che fino a ieri era l' uomo più potente del Movimento e che ora si trova agli arresti per corruzione e associazione a delinquere. Marco Travaglio, megafono grillino, non si dà pace e firma senza vergognarsi uno dei suoi capolavori.

La cui sintesi è: il caso Lanzalone è solo sfiga, era un grande con un curriculum da premio Nobel e nessuno poteva immaginare che fosse un furbacchione probabilmente corrotto. Avete presente quando un genitore si ritrova con un figlio delinquente o drogato e invece che a se stesso dà la colpa alla società: era un bravo ragazzo, me l' hanno rovinato.


Già, meglio arrampicarsi sugli specchi che guardarsi allo specchio e ammettere i propri limiti e fallimenti. Soprattutto se l' immagine che vedi riflessa è la negazione di tutto ciò che pensavi di essere e che invece non sei, se scopri sul volto i segni dei mali da cui pensavi di esser immune.
Lanzalone non è un caso di sfiga, è un caso dei Cinquestelle probabilmente più diffuso di quanto possiamo immaginare. Tempo al tempo: fino a che non guadagni non puoi evadere le tasse, fino a che non sei sposato tradire la moglie.
Ora i grillini tengono lavoro e famiglia: fine del moralismo e della virtù facile perché obbligata dalle condizioni. Il loro mondo è inquinato come tutti gli altri e da inquisitori i Travaglio d' Italia si ritrovano a fare gli agnellini che al confronto Emilio Fede con Berlusconi appare oggi come uno con le palle. Si stanno rimangiando tutti gli escrementi che per anni ci hanno tirato addosso, hanno paura di fare la fine di Robespierre, da boia a ghigliottinati.
 Essere giustizialisti con i nemici e garantisti con gli amici è cosa da gente senza nerbo e valori. Quel principio «non poteva non sapere» con cui è stato massacrato (e condannato) Silvio Berlusconi ora improvvisamente non vale più. Grillo, Casaleggio, Di Maio e tutta la combriccola potevano non sapere. Anzi, a leggere Travaglio «dovevano» non sapere. Altrimenti casca l' asino. Da «onestà, onestà» a «omertà, omertà».

 




 

martedì 13 febbraio 2018

RIMBORSOPOLLI


RIMBORSOPOLLI

ORA I GRILLINI LA FINIRANNO CON LA ROTTURA DI PALLE DELLA “DIVERSITÀ” E DELL’ONESTÀ?


1 - DISONESTÀ, DISONESTÀ
Alessandro Sallusti per “il Giornale”

Se so magnati li sordi, direbbero a Roma. Si allarga infatti a macchia d'olio lo scandalo dei deputati e senatori grillini che hanno fatto solo finta di rinunciare a parte dei loro lauti compensi a favore di un fondo di solidarietà.

Una truffa - ci sono carte false - che fa crollare il punto più forte della loro promessa elettorale di cinque anni fa. Che era: noi siamo diversi, noi gli stipendi della casta li restituiamo. La cosa non mi stupisce. Semmai questo tradimento degli elettori va ad aggiungersi ai tanti altri avvenuti lungo l'arco di questi anni, come quello che un avviso di garanzia avrebbe fatto scattare automaticamente l'espulsione dalla vita politica e amministrativa.
Adesso nei Cinquestelle tutti fingono di cadere dalle nuvole, quando è chiaro che se non tutti almeno in tanti sapevano dell' allegra gestione finanziaria, tanto che probabilmente la spiata è partita proprio dall' interno del movimento, da colleghi non rimessi in lista o comunque scontenti.

Di Maio fa la parte del più offeso di tutti, quando anche lui in realtà era corso a sanare gli arretrati alle prime avvisaglie del casino, giusto in tempo per evitare di finire diritto nella lista nera. Ora annuncia che i mariuoli, se eletti, dovranno dimettersi, ben sapendo che la sua è una richiesta irricevibile dagli interessati.

Una volta che un cittadino diventa deputato o senatore non deve rispondere più a nessuno, e anche eventuali dimissioni volontarie devono essere approvate dal Parlamento, non certo dal partito, prassi questa molto lunga: in passato c' è chi ha aspettato anni, percependo nell' attesa lo stipendio pieno.
Nati contro tangentopoli scivolano su rimborsopoli. La parabola moralista grillina piega verso il basso e scatena una guerra dentro il movimento dagli esiti incerti. Il giuramento «onestà, onestà», scandito a gran voce ai funerali di Casaleggio, si è infranto contro i lauti assegni e le prebende erogate dallo Stato a chi entra nella casta della politica, anche da oppositore del sistema.

Così hanno capito che quello dei professionisti dell' anticasta è un mestiere redditizio e molto semplice: basta fingere di aver fatto un bonifico e il gioco è fatto. La maschera è caduta e il vetro della trasparenza è andato in frantumi. I grillini non solo sono come gli altri, sono peggio. Perché hanno l' arroganza di credersi i migliori.
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2 - RIMBORSOPOLLI
Mattia Feltri per “la Stampa”

Al momento in cui andiamo in stampa, dal fondo per le piccole imprese aperto dal Movimento Cinque Stelle manca oltre un milione di euro. Si usa una formula prudenziale perché ieri mattina mancavano 200 mila euro, dopo pranzo ne mancavano 500 mila, e poco prima di cena si era già, appunto, oltre il milione.

Funziona così: a fine mese i parlamentari grillini versano sul fondo una quota del loro stipendio e poi si fanno la foto con quegli assegni formato maxi come la loro virtù. Che poi 23 milioni li hanno raccolti, onore a loro. Però qualcuno (i nomi in cronaca) disponeva il bonifico dalla banca online, pubblicava la ricevuta, e subito dopo annullava il bonifico. Altri avevano escogitato un sistema più rapido: pubblicavano sempre la stessa ricevuta e cambiavano la data.
Un po' come dare cinque euro a un senzatetto, scattare il selfie, metterlo su Facebook e poi riprendersi la banconota: roba da rubagalline. Vorremmo però risparmiarvi la solfa del puro che viene epurato, dell' onestà-tà-tà e tutte quelle scontatezze: soltanto un illuso (e ce ne sono molti, e Beppe Grillo è il più illuso di tutti) può pensare che un popolo probo e laborioso produca da decenni, e per coincidenza astrale, una classe dirigente viziosa.
L' aspetto straordinario è però un altro. Fra falsari della beneficenza, massoni inconfessati e inquilini a sbafo, sono più o meno una decina le persone in lista col primo partito italiano a cui, come primo atto parlamentare, toccherà autoeliminarsi. Sarà una legislatura da non perdere.
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Rimborsi M5s, Pizzarotti: "Promettono lotta all'evasione e non sanno controllare i conti interni"


Il sindaco di Parma, ex del Movimento a Circo Massimo su Radio Capital: "Grave che proprio i caporali abbiamo falsificato i rendiconti"
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lunedì 3 dicembre 2012

TRARAGLIO: l'unico giornalista d'Italia

Il Nano Supremo ..... L'onorevole Angelino. Un tizio di nome Angelino ... ... I ragazzi irresistibili. Un'allegra brigata di vecchietti, convinti di essere dei tecnici, occupano Palazzo Chigi e improvvisano dei consigli dei ministri. Uno si alza e s'inventa un decreto per consentire a un'acciaieria inquinante di continuare ad ammazzare la gente.I 
Il direttore di un coso chiamato Il Giornale, dunque convinto di essere un giornalista 

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