L: 92
LIBRI: GIOVANNI JERVIS, "LA DEPRESSIONE"
24 marzo 2011 -
Chi si sveglia occasionalmente di cattivo umore, giù di corda e poco propenso ad affrontare le difficoltà della giornata può anche dire "oggi mi sento depresso", ma, fortunatamente, non lo è. La depressione è un disturbo specifico, anche se piuttosto comune, che coinvolge più a fondo e più a lungo la persona. È uno dei possibili "slittamenti" patologici della nostra mente; alle volte lieve, strisciante e solo apparentemente trascurabile, alle volte grave e - se non adeguatamente trattato - persino mortale. Quindi può e deve essere curato. Questo libro fa il punto sulle conoscenze più consolidate in materia (origini, varianti cliniche, dati statistici) e sulle terapie più aggiornate ed efficaci (psicofarmaci e psicoterapie).
I numerosi casi clinici raccontati nel libro danno un'idea del vissuto di chi soffre di questo male. Il prezioso volumetto del grande Giovanni Jervis spiega al profano quella che senza esagerazione si può definire un flagello biblico. È un volume che dovrebbe essere diffuso capillarmente, non ultimo fra i medici di famiglia e gli assistenti sociali, perché spiega che oltre alla depressione comunemente nota, che viene diagnosticata facilmente, ne esiste un'altra che agisce in modo più sottile, meno evidente, che ha effetti altrettanto devastanti nella vita dell'individuo ma che raramente viene individuata e curata, una forma minor che si chiama distimia e che interessa centinaia di migliaia di persone.Una vera e propria piaga sociale che ha effetti devastanti perché purtroppo passa quasi del tutto inosservata...
Il volume permette di focalizzare che:LA DEPRESSIONE CHE COMUNEMENTE CONOSCIAMO HA UNA VARIANTE 'MINORE' CHE SI CHIAMA DISTIMIA...
- "si presenta come una depressione non accentuata, ma ad andamento cronico; - la persona manifesta scarsa assertività, ha difficoltà a prendere decisioni e l'inclinazione a pentirsene; o soffre d'insonnia o dorme molto più di quanto sia normale; in genere riesce a mantenere, sia pure con sforzo, tutte le sue attività ordinarie: ha cura di sé, lavora, interagisce con i familiari: però è una persona decisamente non felice e, per così dire, fa fatica a vivere. Non di rado, vacanze e circostanze favorevoli possono regalare al distimico giornate o settimane di umore perfettamente equilibrato e sano; poi tutto ricomincia come prima. La gravità dello stato distimico è sistematicamente sottovalutata sia dall'interessato che dai familiari. " (pag. 51).
LA DEPRESSIONE INGANNA NON SOLO IL DEPRESSO MA ANCHE IL CONTORNO FAMILIARE...
"tutti gli autori che in anni recenti si sono occupati di depressione si trovano concordi nel sostenere che il vero problema non consiste nella difficoltà a trovare cure efficaci, bensì nel fatto che un numero molto grande di depressi non viene curato" (p. 79) "nel caso della depressione il soggetto è spontaneamente convinto di non soffrire affatto di un disturbo, mentre dal canto loro i familiari esitano a intervenire su una situazione in cui esiste un dolore che appare 'morale' e dove, in più, la persona stessa che rifiuta le cure è lucida e apparentemente capace di ragionare in modo corretto... può sembrare che la depressione non diminuisca nè la libertà né la volontà, e che quindi possa essere tenuta a bada mediante la lucidità e l'autocontrollo. Questa pericolosa illusione non viene soltanto coltivata, con piena quanto patologica convinzione, dalla persona depressa, ma molto spesso anche dai familiari" (pag. 81).
"tutti gli autori che in anni recenti si sono occupati di depressione si trovano concordi nel sostenere che il vero problema non consiste nella difficoltà a trovare cure efficaci, bensì nel fatto che un numero molto grande di depressi non viene curato" (p. 79) "nel caso della depressione il soggetto è spontaneamente convinto di non soffrire affatto di un disturbo, mentre dal canto loro i familiari esitano a intervenire su una situazione in cui esiste un dolore che appare 'morale' e dove, in più, la persona stessa che rifiuta le cure è lucida e apparentemente capace di ragionare in modo corretto... può sembrare che la depressione non diminuisca nè la libertà né la volontà, e che quindi possa essere tenuta a bada mediante la lucidità e l'autocontrollo. Questa pericolosa illusione non viene soltanto coltivata, con piena quanto patologica convinzione, dalla persona depressa, ma molto spesso anche dai familiari" (pag. 81).
NON C'È ALTERNATIVA AL FARMACO..
- "Né la psicoanalisi né altre forme di terapia psicologica (cioè di psicoterapia sono in grado di bonificare alla radice i meccanismi che determinano la depressione, o di incidere in modo sostanziale sul suo decorso" (p. 87).
- "Né la psicoanalisi né altre forme di terapia psicologica (cioè di psicoterapia sono in grado di bonificare alla radice i meccanismi che determinano la depressione, o di incidere in modo sostanziale sul suo decorso" (p. 87).
LA TERAPIA FARMACOLOGICA FUNZIONA NELLA QUASI TOTALITÀ DEI CASI...
- "in genere una buona valutazione dell'effetto di un dato antidepressivo è possibile solo dopo più di un mese, e magari più di due, di trattamento " (p. 96); - "se in uno spazio di tempo ragionevole - qualche settimana in genere - gli esiti non sono soddisfacenti, il primo antidepressivo somministrato viene scartato e si passa a un'altra sostanza chimica, di seconda opzione. È poco frequente che si debba provare a ricorrere, dopo due fallimenti, a un terzo tipo di antidepressivo, ed è ancora più raro che i farmaci in generale non si rivelino efficaci" (pag. 97)...; - "il trattamento farmacologico dei disturbi depressivi (e dei disturbi bipolari) può essere considerato il più brillante successo della pscichiatria degli ultimi cinquant'anni" (p. 80)
- "in genere una buona valutazione dell'effetto di un dato antidepressivo è possibile solo dopo più di un mese, e magari più di due, di trattamento " (p. 96); - "se in uno spazio di tempo ragionevole - qualche settimana in genere - gli esiti non sono soddisfacenti, il primo antidepressivo somministrato viene scartato e si passa a un'altra sostanza chimica, di seconda opzione. È poco frequente che si debba provare a ricorrere, dopo due fallimenti, a un terzo tipo di antidepressivo, ed è ancora più raro che i farmaci in generale non si rivelino efficaci" (pag. 97)...; - "il trattamento farmacologico dei disturbi depressivi (e dei disturbi bipolari) può essere considerato il più brillante successo della pscichiatria degli ultimi cinquant'anni" (p. 80)
Giovanni Jervis. Insegnava Psicologia dinamica nell'Università "La Sapienza" di Roma. Autore, tra l'altro, di "La psicoanalisi come esercizio critico" (Garzanti, 1989), "Fondamenti di psicologia dinamica" (Feltrinelli, 1999) e "Psicologia dinamica" (Il Mulino, 2001).
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La depressione
di Giovanni JervisEditore Il Mulino
CollanaFarsi un'idea
Data uscita15/02/2002
Pagine 128, brossura
Lingua Italiano
Listino € 9,80
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