Democrazia diretta in un paese incasinato come l'Italia? Popolato da sessanta milioni di persone con l'innata vocazione a pensare solo a se stessi? Ma suvvìa, Grillo & C: rimettete i piedi per terra! Se poi aggiungiamo che chi si è proposto di attuarla è un'armata brancaleone di illusi, molti dei quali, sotto sotto, anche loro solo alla ricerca di un posto al sole di Roma, guidati da un grande illusionista, o meglio da due, che impongono regole da setta segreta, è presto detto. A convincere nella protesta non ci vuole molto; convincere nella proposta è un altro paio di maniche. Certo, con un repertorio di battute comiche e al grido di "Vaffanculo!" si raccolgono facilmente grandi torme di Italiani allo sbando. L'esempio della moribonda Lega Nord insegna. Il problema, però, non è mettere bensì togliere agli italiani un qualcosa dal culo. Togliere un grosso fastidio che ha due nomi: incapacità di pensare al bene comune e debito pubblico (che ne è una logica conseguenza). Ma sappiamo bene che il nostro sogno, neanche tanto segreto e tante volte celebrato da letteratura e cinema, è quello di metterlo nel culo agli altri, no? Ma con risultati quasi sempre ridicoli e disastrosi, no? Ora il popolo del "Vaffanculo" ha dimostrato di non voler affidare ai vaffanculisti nemmeno il governo dei Comuni. E ora l'armata brancaleone di candidati trombati è lì a balbettare nelle odiate televisioni cercando scusanti in perfetto stile politichese. E il grande sponsor Travaglio esercita la sua penna nell'analisi degli errori commessi dal Movimento 5 Stelle. Il quale, per chi non ci ha mai scommesso nemmeno un centesimo, è, semplicemente ed evidentemente, un errore di per se stesso.
Vittorio Tuttiacasamadichi InFeltrito
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