DiStImIcAmEnTe
QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)
...ma ora...
STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)
giovedì 23 gennaio 2020
martedì 21 gennaio 2020
Sandra Milo: da una "x" all'altra
POSTA! - LE MITICHE SARDINE SI DICHIARANO CONTRO SALVINI, LE DESTRE E I SOVRANISMI MA NON DICHIARANO DI ESSERE UN MOVIMENTO DI SINISTRA. PROVANO VERGOGNA? - SANDRA MILO DICE CHE A 12 ANNI LEGGEVA PROUDHON, LENIN, ENGELS E MARX. MA DEVE ESSERLE RIMASTA IN TESTA SOLTANTO LA "X", SE POI È PASSATA A CRAXI…
Lettera 2
Dagosapiens, dice Sandra Milo che a 12 anni leggeva Proudhon, Lenin, Engels e Marx. Ma deve esserle rimasta in testa soltanto la "x", se poi è passata a Craxi.
Vittorio Precoce ExInFeltrito
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venerdì 17 gennaio 2020
Di Maio contadino del Danubio
Una favola per il povero Di Maio
Da contadino del Danubio a ministro degli Esteri. Promozioni che non lo erano
di Antonio Gurrado (IL FOGLIO)
17 Gennaio 2020 alle 16:49
17 Gennaio 2020 alle 16:49 Il Foglio
Povero Di Maio, a vederlo così assediato da furibondi che vogliono smembrarne il potere, ridicolizzato da leader internazionali poco diplomatici, piegato ai capricci di ambigui potentati informatici, eccetera, mi vien quasi voglia, per consolarlo, di raccontargli una favoletta. Si trova in La Fontaine ma pare risalga per tradizione orale addirittura ai tempi di Marco Aurelio.
C'era una volta un contadino del Danubio che, intercettando il malcontento dei propri pari, volle scendere fino a Roma a protestare. Quando riuscì a farsi ricevere in Senato, di fronte all'imperatore sbigottito elencò puntigliosamente le doglianze dei contadini danubiani: la povertà, le ingiustizie, le angherie e lo sfruttamento cui erano sottoposti dai governanti. Quando finì, attese tremebondo di venire fustigato, o magari condannato a morte; l'imperatore però, per tutta punizione, lo nominò patrizio così da farlo odiare dagli altri contadini.
Morale della favola: le nomine a capo politico, a vicepremier, a ministro degli Esteri, che Di Maio ha frainteso per riconoscimenti, sono in realtà altrettante punizioni. Gli conveniva restare contadino del Danubio, ruolo oggi equivalente allo steward del San Paolo.
domenica 5 gennaio 2020
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