"Mi è piaciuto affittare una barca simile alla stessa che avevo dieci anni fa", dice D'Alemix. Ma quando ci è salito sù non si è accorto che è LA STESSA?
Vittorio Sbadato ExInFeltrito
DiStImIcAmEnTe
QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)
...ma ora...
STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)
venerdì 20 luglio 2018
mercoledì 18 luglio 2018
Immigrazione in forte calo; i dati
La "cura"-Salvini:
immigrati, le cifre dell'Europa sugli sbarchi
18.7.2018
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martedì 17 luglio 2018
Di Maio e i complotti
DI MAIO PROPRIO NON LEGGE LE EMAIL - ALTRO CHE 'MANINA': LA COMUNICAZIONE SUGLI 80MILA POSTI DI LAVORO PERSI IN 10 ANNI ERA SULLA SCRIVANIA DEL MINISTRO SEI GIORNI PRIMA DELLA BOLLINATURA DELLA RAGIONERIA GENERALE. QUINDI NESSUN COMPLOTTO DA PARTE DELL'INPS: BOERI SE LO DEVONO TENERE FINO A FEBBRAIO
Alessandro Barbera per www.lastampa.it
Luigi
di Maio comprende solo ora - e lo ammette lui stesso - quanto sia
complicata l’arte del governare. Procedure, autorizzazioni, nulla osta,
pareri e affini. Dopo aver denunciato l’esistenza di una «manina» che
all’ultimo momento avrebbe introdotto una stima «non scientifica» (cit.
Giovanni Tria) sull’impatto occupazionale del decreto dignità (ottomila
occupati in meno all’anno), il superministro del Lavoro ha scaricato
ogni responsabilità sul presidente dell’Inps Tito Boeri, capo della
struttura che ha realizzato quella stima.
Ma rimuovere Boeri prima della scadenza del mandato (a gennaio 2019) non
è possibile, perché la presidenza dell’Istituto di previdenza non è
soggetta alle regole dello spoil system: «La legge non ci consente di
rimuoverlo», ammette il ministro. C’è di più: farebbe un errore, perché
non c’è stata nessuna «manina» che ha tramato contro di lui. Tutto è
avvenuto alla luce del sole, ogni procedura è stata rispettata e i
collaboratori di Di Maio hanno avuto la stima una settimana prima della
pubblicazione del testo del decreto in Gazzetta Ufficiale. Una settimana
prima, non 24 ore, come apparso in alcune ricostruzioni: La Stampa ha i
documenti che lo provano.
Tutto inizia il due luglio, quando l’ufficio
legislativo del ministero del Lavoro scrive all’Inps per chiedere di
predisporre «con la massima urgenza» la platea dei lavoratori coinvolti
«al fine di quantificare il minor gettito contributivo». Detto fatto:
quattro giorni dopo, il sei luglio, la segreteria tecnica di Boeri
spedisce all’ufficio legislativo del ministero quanto richiesto. Mail
certificata e testo non lasciano dubbi: la scheda che stima
impietosamente il calo degli occupati è sul tavolo del ministero sei
giorni prima della bollinatura da parte della Ragioneria generale dello
Stato, il 12 luglio.
La
relazione tecnica verrà ritoccata il giorno prima della pubblicazione
in Gazzetta su richiesta della stessa Ragioneria - accade l’11 di luglio
- ma per ragioni che non hanno nulla a che vedere con quella stima: il
funzionario della Rgs, che per mestiere è chiamato a verificare le
coperture finanziarie di ogni provvedimento, chiede di quantificare gli
effetti del decreto sul sussidio di disoccupazione.
Dunque
nessun giallo, nessun complotto, e d’altra parte sarebbe stato
incredibile da parte dell’Inps - che dipende funzionalmente dal
ministero del Lavoro - un atteggiamento diverso. Al professore milanese
non resta che il peccato originario: quello di essere stato nominato a
quell’incarico dall’ex premier ora all’opposizione, Matteo Renzi. Ma è
poco più di un peccato originario: basta chiedere a chi in quei mesi ha
avuto l’occasione di assistere alle conversazioni fra Boeri e il leader
Pd.
Chi sono i migranti che arrivano in italia
Anna Bono: «Vi dico io chi sono i veri immigrati che arrivano in Italia»
Anna Bono (Università di Torino, Storia e
istituzioni dell’Africa) si è assunta da anni – in pressoché totale
solitudine accademica – un compito tanto arduo quanto meritorio. È noto
come, per chi sia posseduto dall’ideologia, quando c’è divaricazione tra
gli schemini astratti e la realtà, sia fortissima la tentazione di
“cambiare la realtà”: ecco, saggiamente, la professoressa Bono fa il
contrario, e cioè rispetta la realtà e smonta le impalcature ideologiche
altrui.
Lo fa su un tema incandescente, quello dell’immigrazione. E lo fa – il che è ancora più meritorio – in modo non urlato, non aggressivo, non disumano: se è consentito a un laico come me metterla così, lo fa con autentica carità cristiana, con pietas, ma senza pietismo.
Come si legge in un’intervista pubblicata su Libero.it, ha i titoli per farlo Anna Bono, dodici anni di studi e ricerche passati in Kenya, già docente di Storia e Istituzioni dell’Africa all’Università degli Studi di Torino, recente autrice del saggio Migranti!? Migranti!? Migranti!? edito dalla friulana Segno. Gli immigrati, spiega, partono «soprattutto dall’Africa subsahariana, in particolare dall’Africa Occidentale. Nigeria in testa, seguita da Senegal, Ghana, Camerun e Gambia. Africa a parte, un numero consistente viene da Bangladesh, Afghanistan e Pakistan. Siriani e iracheni in fuga dalla guerra sono una minoranza. Quasi il 90% sono maschi, hanno perlopiù dai 18 ai 34 anni, con una percentuale importante di minorenni (stando almeno alle dichiarazioni al momento dell’ arrivo). E viaggiano da soli. Pochissime sono le famiglie, a differenza di quanto accade per siriani e iracheni».
In questo libro, che riassume anni di ricerca, Anna Bono smonta in particolare due fake-news, due autentiche falsificazioni, che hanno invece segnato il dibattito politico su questo tema.
Prima fake-news: “Quelli che arrivano sono profughi, scappano dalla guerra, la loro è una migrazione forzata”. Non è vero, spiega Anna Bono! Dati alla mano, esaminati anno per anno, viene fuori (qui sintetizzo, ma nel volume ci sono tutti i dettagli) che, grosso modo, su 100 migranti che arrivano in Italia, solo 4 si vedranno riconoscere lo status di profugo o rifugiato di guerra. Gli altri 96 sono sostanzialmente migranti economici.
Seconda fake-news: “Quelli che arrivano sono i più poveri fra i poveri”. Non è vero nemmeno questo! Certo, non sono persone benestanti: non occorre un genio per capirlo. Ma sono comunque persone provenienti da paesi stabili (spesso democrazie imperfette, fragili, giovani, ma pur sempre democrazie), e persone che sono state in grado di raccogliere i non pochi soldi (da 5 a 10 mila dollari) necessari a pagare le organizzazioni criminali che lucrano su questo traffico di esseri umani.
Già questa operazione di demistificazione merita ogni gratitudine: la professoressa Bono dimostra che oggi l’atto più “rivoluzionario” è studiare i fenomeni senza pregiudizi, esaminare numeri e dati, anziché “fabbricare narrazioni”.
Ma nel libro c’è di più, c’è un’altra serie di scomode verità. Se vuoi approfondire continua a leggere su: formiche.net
Lo fa su un tema incandescente, quello dell’immigrazione. E lo fa – il che è ancora più meritorio – in modo non urlato, non aggressivo, non disumano: se è consentito a un laico come me metterla così, lo fa con autentica carità cristiana, con pietas, ma senza pietismo.
Come si legge in un’intervista pubblicata su Libero.it, ha i titoli per farlo Anna Bono, dodici anni di studi e ricerche passati in Kenya, già docente di Storia e Istituzioni dell’Africa all’Università degli Studi di Torino, recente autrice del saggio Migranti!? Migranti!? Migranti!? edito dalla friulana Segno. Gli immigrati, spiega, partono «soprattutto dall’Africa subsahariana, in particolare dall’Africa Occidentale. Nigeria in testa, seguita da Senegal, Ghana, Camerun e Gambia. Africa a parte, un numero consistente viene da Bangladesh, Afghanistan e Pakistan. Siriani e iracheni in fuga dalla guerra sono una minoranza. Quasi il 90% sono maschi, hanno perlopiù dai 18 ai 34 anni, con una percentuale importante di minorenni (stando almeno alle dichiarazioni al momento dell’ arrivo). E viaggiano da soli. Pochissime sono le famiglie, a differenza di quanto accade per siriani e iracheni».
L’esperta di Africa: «In Europa arriva il ceto medio»
Le loro condizioni economiche? «Per affrontare un viaggio clandestino – clandestino, va precisato, dalla partenza all’arrivo, e non soltanto nell’ultimo tratto via mare – bisogna affidarsi ai trafficanti. I costi sono elevati, nell’ordine delle migliaia di dollari. Ecco perché a partire sono persone del ceto medio (ormai più o meno un terzo della popolazione africana) con un reddito discreto». E poi spiega che «in Africa c’è una percentuale di popolazione giovane convinta che l’Occidente è talmente ricco che basta arrivarci per fare fortuna». Anna Bono poi sottolinea che tra gli immigrati «c’è un’immagine positiva dell’Europa veicolata dai mass media. Ma pesano anche altri fattori. Gli europei, agli occhi dell’africano medio, sono tutti ricchi. L’europeo è il turista che frequenta alberghi di lusso, oppure il dipendente dell’azienda occidentale che frequenta buoni ristoranti, ha una bella casa, l’automobile, magari l’autista. C’è poi un altro elemento. Da decenni in Africa arriva dall’Occidente di tutto: medicine, cibo, vestiti. Le Ong scavano pozzi e costruiscono (ottimi) ospedali. Tutto gratis. Questo contribuisce all’idea di una prosperità senza limiti dell’Occidente. Per concludere, c’è il ruolo dei trafficanti, che per alimentare il loro business hanno tutto l’interesse ad illudere le persone sul futuro roseo che troveranno in Europa».In questo libro, che riassume anni di ricerca, Anna Bono smonta in particolare due fake-news, due autentiche falsificazioni, che hanno invece segnato il dibattito politico su questo tema.
Prima fake-news: “Quelli che arrivano sono profughi, scappano dalla guerra, la loro è una migrazione forzata”. Non è vero, spiega Anna Bono! Dati alla mano, esaminati anno per anno, viene fuori (qui sintetizzo, ma nel volume ci sono tutti i dettagli) che, grosso modo, su 100 migranti che arrivano in Italia, solo 4 si vedranno riconoscere lo status di profugo o rifugiato di guerra. Gli altri 96 sono sostanzialmente migranti economici.
Seconda fake-news: “Quelli che arrivano sono i più poveri fra i poveri”. Non è vero nemmeno questo! Certo, non sono persone benestanti: non occorre un genio per capirlo. Ma sono comunque persone provenienti da paesi stabili (spesso democrazie imperfette, fragili, giovani, ma pur sempre democrazie), e persone che sono state in grado di raccogliere i non pochi soldi (da 5 a 10 mila dollari) necessari a pagare le organizzazioni criminali che lucrano su questo traffico di esseri umani.
Già questa operazione di demistificazione merita ogni gratitudine: la professoressa Bono dimostra che oggi l’atto più “rivoluzionario” è studiare i fenomeni senza pregiudizi, esaminare numeri e dati, anziché “fabbricare narrazioni”.
Ma nel libro c’è di più, c’è un’altra serie di scomode verità. Se vuoi approfondire continua a leggere su: formiche.net
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