PREMESSO che bisogna avvertire la versione guatemalteca di "Chi l'ha visto" di smettere di cercare il signor Antonio Ingroia in quanto è vivo e vegeto e se la passa benissimo qui in Italia;
PREMESSO che quell'incarico dell' ONU appare proprio essere una ben remunerata sinecura;
CONSIDERATO che a vederlo e sentirlo in televisione, per aspetto, atteggiamento e linguaggio-dico-non-dico, il suddetto Ingroia appare sempre più simile a certi personaggi mafiosi che fino ad ora ha inquisito;
VISTA l'ennesima figuraccia fatta dal sopra citato Ingroia a Ottoemezzo dove è stato cazziato addirittura dai giudici per le indagini preliminari Lilli-la-Rossa e Vittorio-Obama-Zucconi;
VISTO il precedente solenne fiasco di tale Di Pietro Antonio, ex-magistrato osannato da tutti e che ora tutti sperano torni in campagna sul suo trattore;
VISTA la zizzania che, appena candidatosi alla Presidenza del Consiglio, comincia a seminare con le polemiche su Piero Grasso; in nome del buon senso del popolo italiano CONDANNIAMO il semi-latitante-pendolare-guatemalteco Ingroia Antonio, magistrato che asserisce che non solo lui ma "tutti i magistrati fanno politica, perchè politica deriva da polis e perchè ...bla...bla...bla...", alla pena dell'oblio perpetuo, da scontarsi in qualunque luogo egli voglia fuorchè nel Parlamento italiano, già sovraffollato e pieno di quaquaraquà di ogni risma appartenenti ai più svariati, variegati e variopinti partiti-movimenti o cosche che dir si voglia, che ogni giorno qualcuno ne fonda uno e che basta, per carità! Nel caso il suddetto Ingroia Antonio decidesse di non regalarci un altro partitino utile soltanto a complicare la situazione elettorale, di entrare in un partito già esistente come il suo più ragionevole collega Piero Grasso, oppure di tornare a fare il suo lavoro di magistrato senza protagonismi da Unto dal Signore, la pena verrà ridotta all'oblio semplice con la condizionale.
Vittorio Togato Infeltrito
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