Dispuesto a morir matando. Disposto a morire combattendo, scriveva El Pais sul ritorno in campo di Silvio Berlusconi. E dispuesto a morir matando verga anche Giuliano Ferrara, tra i massimi ideologi del berlusconismo. L'Elefantino, con grazia e con la consueta inimitabile retorica, questa volta dice no. Non è d'accordo, Ferrara, con il ritorno del Cavaliere, che "va a sbattere la testa contro il muro. Ridiventa l'uomo nero della democrazia italiana".
"Poteva fare altro? Certo" - Il pensiero dell'Elefantino è stampato sulle colonne de Il Foglio di sabato 8 dicembre. Si parte da un lungo elenco dei redivivi, dei ridestati dal ritorno: dai media a Ingroia, da Santoro a Bersani e fino a La Repubblica. Una serie di soggetti che "festeggiano" il nemico ritrovato. Berlusconi "poteva fare altrimenti?", si chiede l'Elefantino. Risposta laconica: "Certo. Poteva istituire una successione ordinata e credibile di classe dirigente, cosa che aveva cominciato ad approntare". Quindi Giuliano snocciola le altre possibili strade su cui Silvio avrebbe potuto cavalcare, spingendosi anche a ribadire la possibilità che grazie a Monti, che con Silvio è stato sempre "rispettoso ed equilibrato", avrebbe potuto "tracciare una rotta di convergenza con un pezzo dell'establishment che lo ha sempre visto con il fumo negli occhi".
"L'Italia del 2013 - sottolinea Ferrara - sarà guidata da Bersani, e speriamo che gli spendaccioni non smantellino quel che resta di un anno reso possibile anche dalla responsabilità del Cav". Il futuro è colmo di incertezza, è oscuro: "Passeremo molti anni a leccarci le ferite, come fanno i miei amati cani quando le prendono. E ho detto tutto", conclude Ferrara.
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...e chi può dargli torto?
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