E' rara, rara, rara;
rara come
un cinese coi capelli ricci.
E' rara, rara, rara
la mia Scricci.
DiStImIcAmEnTe
QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)
...ma ora...
STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)
venerdì 29 giugno 2012
giovedì 28 giugno 2012
Frea
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Sara Tommasi nuda dietro a Buffon
Certo che con Sara Tommasi nuda che mostra la topa dietro alla porta di Buffon potremmo distrarre un po' i crucchi e vincere più agevolmente.
Vittorio Nudopatriottico InFeltrito
Vittorio Nudopatriottico InFeltrito
mercoledì 27 giugno 2012
Il calcio ...in culo
Il calcio, a pensarci bene, è uno sport che fa schifo.
Filippo Facci
&
Vittorio
Filippo Facci
&
Vittorio
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martedì 26 giugno 2012
La topa del nonno
Lettera 11
Davvero, ben prima di andare a cercar fortuna da nonno Silvio, quella ragazza là a soli sedici (16) anni con un quasi settantenne era riuscita a farsi dare una casa e poi a denunciarlo per violenza? Esticazzi! Tanto di cappella. Ma se quella tipa è così gerontofila, meglio dire alla signora Clio che stia all'erta per nonno Giorgio e la sua casetta sul colle.
Vittorio Latopadelnonno InFeltrito
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Grillo. Ma chi è Grillo?
LA STORIA DI GIUSE, GRILLO SPARLANTE - VOLEVA FARE IL CALCIATORE MA LO CHIAMAVANO PORCELLINO - DAL CABARET ALLA TV, GRAZIE A PIPPO BAUDO, POI LA PRESA PER IL CULO A CRAXI E IL FUTURO DA IMBONITORE - L’INCIDENTE MORTALE E LE FINTE CAMPAGNE ECOLOGISTE - IL REGISTA DINO RISI, CHE LO DIRESSE IN “SCEMO DI GUERRA”: “LA COSA CHE GLI È RIUSCITA MEGLIO È L’ANTIPOLITICA. MA È PIÙ ATTORE ADESSO CHE NON ALLORA. GRILLO NON CREDE AFFATTO IN CIÒ CHE SCRIVE NEL BLOG”...
Giancarlo Perna per "il Giornale"
FORMIGONI E BEPPE GRILLO AL MARE
Ora che Beppe Grillo è un leader, abbiamo un altro spiantato che ha trovato rifugio nella politica, oltre a Di Pietro e De Magistris.
Poiché vive all'opposto di come predica e pensa il contrario di ciò che dice, Grillo è continuamente costretto ad arrampicarsi sugli specchi e a spararle grosse.
BEPPE GRILLO IN UNA DELLE SUE SMORFIEPoiché vive all'opposto di come predica e pensa il contrario di ciò che dice, Grillo è continuamente costretto ad arrampicarsi sugli specchi e a spararle grosse.
Poco male se fosse rimasto quel che era: un comico di cabaret. Ma poiché si proclama coscienza critica e arcangelo della legalità, è il caso di esaminare l'uomo quale si è manifestato nelle sue 64 primavere. Giuseppe Piero Grillo è cresciuto nel quartiere genovese di San Fruttuoso.
Il padre, Enrico, aveva un'aziendina di fiamme ossidriche, la «Cannelli Grillo». Ma poiché né il Giuse (suo vero diminutivo, Beppe è un nome d'arte), né il fratello ne seguirono le orme, l'officina fu ceduta ai dipendenti.
Giuse, che era ragioniere, piantò economia e commercio dopo due anni e si mise in proprio. Provò a vendere jeans ma restò in braghe di tela e fu a lungo un bighellone. Stazionava al bar e tifava Sampdoria. Da ragazzino voleva diventare calciatore, ma - come raccontò il dirigente di un club - «era una balena e lo chiamavano Porcellino anche se aveva un buon tocco di palla». In squadra - ha scoperto Filippo Facci - giocavano altri due genovesi poi diversamente famosi: Antonio Ricci, l'inventore di Striscia la notizia, e il killer Donato Bilancia (diciassette omicidi, tredici ergastoli). Bilancia pareva così inoffensivo da meritarsi l'appellativo di «belinetta», diminutivo di belin, parola variamente usata a Genova: «Sei un belin!».
ROBERTO FORMIGONI
Giuse intanto suonava la chitarra, aveva la battuta pronta e tirava tardi. Cominciò a fare del cabaret nelle balere con tiepido successo. Nei primi anni Settanta traslocò a Milano in cerca di miglior fortuna. Inalberò l'attuale barbone (pare per risparmiare sulle lamette) e approdò a «La Bullona», night in. Una sera entrò Pippo Baudo con una troupe Rai che cercava talenti da lanciare. Fu la svolta. Grillo piacque, ma altrettanto un suo amico cabarettista. Poiché l'attenzione di Baudo sul rivale si prolungava, Beppe ebbe una crisi di invidia e si dileguò.
Più egocentrico della monaca di Monza, Grillo è soggetto a capricci da primadonna. Il regista Dino Risi, che lo diresse in Scemo di guerra (1984), ha raccontato: «Beppe si ingelosì del rapporto speciale che avevo con Michel Coluche. Così, per ripicca, si diede malato. Per due mesi dovemmo sospendere le riprese. Finché gli fu fatta balenare la minaccia di una penale: da buon genovese si ripresentò sul set». Anni dopo, quando già Grillo era come oggi, Risi aggiunse: «La cosa che gli è riuscita meglio è l'antipolitica. Ma è più attore adesso che non al tempo in cui girava il film. Grillo non crede affatto in ciò che scrive quotidianamente nel blog».
PRIMO PIANO DI BEPPE GRILLO
Sotto l'ala di Baudo, divenne famoso in tv. Poi incappò nell'incidente. Il 15 novembre 1986, mentre presentava Fantastico 7, mise alla berlina Bettino Craxi, allora premier. Bettino era reduce da un mandarinesco viaggio in Cina con la sua corte e vagonate di champagne. Grillo fece lo spiritoso in diretta: «La cena in Cina... i socialisti... mangiavano... A un certo punto Martelli ha chiamato Craxi e ha detto: «Senti un po', qua ce n'è un miliardo e sono tutti socialisti?». E Craxi ha detto: «Sì, perché?». «Se sono tutti socialisti, a chi rubano?». Così, fu cacciato dalla Rai e nacque l'imbonitore politico che conosciamo.
Niente lo autorizzerebbe a impancarsi, poiché le sue notevoli magagne prevalgono sulle sue scarne virtù. È tirchio, avido, bugiardo e pregiudicato, anche se fa continui gargarismi con la parola legalità. Tutti sanno dell'incidente che causò alla vigilia di Natale 1981, correndo con un fuoristrada su una mulattiera ghiacciata delle Marittime. Tre morti: una coppia di amici e il figlioletto di nove anni. Nei tre gradi di giudizio cercò sempre di sminuire le sue responsabilità. Ebbe un anno e 4 mesi per «macroscopica imprudenza». Chiunque sarebbe rimasto annichilito, evitando per l'eternità di fare le bucce agli altri. Grillo invece, come si sveglia, insulta.
ROBERTO FORMIGONI
Ha trattato da «vecchia puttana» Rita Levi Montalcini; ha dato del «coglione» a Maurizio Lupi; ha minacciato di prendere «a calci in culo» Franco Battaglia, nostro illustre collaboratore, reo di essere nuclearista e denunciare gli inganni ecologisti. Già, l'ecologia. Grillo se ne riempie la bocca ed è al centro del suo M5S. Ma gratta gratta, trovi il saccheggiatore. Il comico, che abita una satrapica villa a Sant'Ilario, vista Tigullio, ha sempre detto di usare poca energia e quel po' solare. Su queste basi, attaccò l'Enel e l'allora presidente, Chicco Testa, un verde convertito al nucleare. Testa reagì in un'intervista: «Grillo non mi piace. Il suo blog è un concentrato di leggende metropolitane e populismo».
Alludeva alle bufale ecologiste che Beppe spaccia ogni giorno via internet. Una volta scrisse che le onde di una coppia di cellulari avevano fatto cuocere delle uova.
Un'altra, prendendosela con i detersivi, reclamizzò il biowashball, pallina di ceramica in grado di fare il bucato in lavatrice senza detergenti. Giurò che l'aveva sperimentata con successo. Ma era una bubbola dell'accidente. La biopalla, infatti, non è mai esistita perché era l'invenzione di un articolo satirico inglese per ridicolizzare le fisime ambientaliste. Grillo o ha abboccato da pirla o ha ingannato con dolo i seguaci del blog.
VIGNETTA BENNY TRAVAGLIO INGINOCCHIATO DAVANTI A GRILLO
Aggiungeva Chicco Testa di avere ordinato una verifica dei consumi di Grillo nel villone. «Diceva che a casa sua con il solare - raccontò Testa, citando la relazione tecnica - produceva tanta energia da vendere quella in eccesso. Venne fuori invece che da solo consumava come un paesino».
La sua presunta autonomia energetica si riduceva a un paio di pannelli capaci di fornire al massimo due kilowatt, buoni per l'asciugacapelli. Il tenore di Beppe fa a pugni con lo sviluppo sostenibile di cui si proclama seguace. Ha avuto Ferrari, Porsche, Chevrolet, Maserati, yacht. Ha immobili a Genova, in Sardegna, Torino, Valle d'Aosta, una villa da milord in Toscana. È ricorso due volte al condono edilizio (1997 e 2002) e una a quello fiscale (2003). Ma, a ogni varo di condono, ha condannato con indignati proclami una «pratica che premia i disonesti».
Col denaro Beppe non scherza. Ne sa qualcosa la seconda moglie, Parvin Tadjk, che dopo la spesa subiva dal marito controlli di tipo doganale sugli scontrini, al limite della perquisizione corporale. Antonio Ricci ha raccontato che dopo un pranzo «io sparecchiavo, e se buttavo delle briciole, Beppe le recuperava dalla spazzatura e ci impanava la milanese». Da quando ha aperto il blog, cuore del M5S, i suoi redditi sono balzati da 2.133.720 a 4.272.591 euro annui. Attira allocchi a migliaia e lucra con gadget, video, opuscoli ideologici sul «Vaffa Day» (pagamento cash e in dollari), in un sapiente intreccio tra ideali e pecunia. Grillo è ragioniere e i conti li sa fare bene.
EB-REI DI TUTTO - LA CONFUSIONE DELLE IDEE DI GRILLO SULL’ITALIA È NIENTE IN CONFRONTO A CIÒ CHE IL COMICO PENSA DI POLITICA ESTERA - GIÀ NEL 2006 AVEVA ATTACCATO ISRAELE (“FA PAURA”), E ORA INCENSA AHMADINEJAD, DICENDO CHE L’IMMAGINE CHE NOI ABBIAMO DELL’IRAN È ‘’DEVIATA’’ DAI MEDIA CONTROLLATI DAL MOSSAD - SENZA CONSIDERARE L’ONNIPRESENTE TEORIA DEL COMPLOTTO, TORRI GEMELLE IN PRIMIS...
Marianna Rizzini per "il Foglio"
BEPPE GRILLO CON LA MOGLIE PARVIN TADJK
Non più solo cassette di frutta su cui salire per urlare "mascalzoni, verremo a prendervi casa per casa". Non più solo vaffaday e pernacchie truculente alla politica corrotta. Il lato B di Beppe Grillo, finora movimentista anticasta con puntate mistico- ecologiche ma con pochi excursus sulla politica estera, comincia dove finivano i complottismi un tanto al chilo del dopo 11 settembre (quelli che giravano attorno alle presunte "lobby ebraiche" e al "chi semina vento raccoglie tempesta" riferito agli Stati Uniti: in Italia, anni dopo, si ritrovarono al massimo dell'impopolarità per lo scivolone orribile del grido di piazza "una, cento, mille Nassiriyah").
ELLEKAPPA SU GRILLO E BERLUSCONI
Intervistato da Menachem Gantz sul quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, e ripreso ieri dal Corriere della Sera, Grillo sembra infatti un Bignami della dietrologia. Sull'Iran dice: mia moglie è iraniana, mio suocero dice che le traduzioni che arrivano qui non sono esatte, le donne lì sono al centro della famiglia, l'economia va bene, quelli che scappano sono oppositori, si stava peggio prima, Ahmadinejad non vuole cancellare Israele dalle mappe, lo dice e basta, le impiccagioni ci sono ma guardate che cosa succede negli Stati Uniti, e tanto noi siamo sotto occupazione, le informazioni che arrivano qui vengono tutte dall'agenzia Memri, controllata da un ex agente del Mossad.
BERLUSCONI CON LA MASCHERA DI GRILLO
Menachem Gantz, l'intervistatore, interpellato in proposito dal Foglio, dice che Grillo "era anche gentile, anche disponibile", ma forse parlava di cose che non sapeva, e che comunque "non dava risposte. Io chiedevo, per esempio: allora che cosa si fa con la moneta unica? Opzione uno, due, tre. Ma lui niente, lui diceva che doveva sentire i cittadini, fare un gruppo di studio, fare un referendum".
Fatto sta che il Grillo anti Israele di oggi pare in linea con il Grillo anti Israele di ieri, quello che nel 2006 scriveva: "Israele fa paura. Il suo comportamento è irresponsabile. Ecco, l'ho detto. E non sono neppure ubriaco. Sono solo spaventato per i miei figli... Lo so, Veltroni mi metterà al bando da Cinecittà. Dietro Israele ci sono gli Stati Uniti o dietro gli Stati Uniti c'è Israele, chi è la causa e chi l'effetto?".
BEPPE GRILLO SUL PALCO
E ieri sul blog dell'ex comico c'era molta gente che gli dava ragione ("ha avuto coraggio"). E non basta, ché il lato B mostra un Grillo finora baldanzoso che diventa irascibile come un politico di vecchia scuola ("portare in tribunale alcuni per educarne molti", anche il Fatto?) se il Corriere dà conto di un rapido passaggio, sul suo sito, del banner di Forza Nuova a Bari.
E anche se lo stesso Corriere scrive: "E' vero che la pagina a cui rimanda la locandina di Forza Nuova è gestita da ‘tze tze', una sorta di aggregatore di notizie che le sceglie in automatico, gestito da Casaleggio e Associati...", Grillo (e Casaleggio) non gradiscono (l'ex comico se la prende con i "fantasmi" che vogliono cercare "la pagliuzza" nell'occhio dei Cinque stelle).
Intanto ogni polemica sul Pizzarotti temporeggiatore a Parma viene surclassata, nei forum, dal dibattito sul mondo visto da Beppe. E un attivista di nome Pericle, sul sito dell'ex comico, addirittura scrive: "Le Torri gemelle? Qualcuno crede veramente che siano crollate a causa dell'impatto con gli aerei?... Potrei smontare tutta la faccenda in 10 minuti".
18GIU 12
I pentastellati danno voce a un’insoddisfazione e a una protesta che in certi casi portano a proposte condivisibili, come la riduzione del peso della pubblica amministrazione e dei tanti benefit connessi alle poltrone della politica. Ma su moltissime questioni le sfuggenti idee di Grillo lo fanno assomigliare a un vecchio Dc sprovveduto o preoccupato di non scontentare nessuno. Che cosa vuol dire che il debito pubblico dev’essere ridotto «con taglio degli sprechi e l’introduzione di nuove tecnologie»? Chi paga internet gratis nelle scuole se non lo Stato, o i libri di testo gratis sull’iPad, o i pensionati gratis per gli studenti fuorisede? Chi paga gli incentivi sulle energie rinnovabili o l’esproprio delle reti telefoniche?
Ancora: chi ha detto che gli inceneritori sono letali? Dieci anni fa mi capitò di visitare un impianto in uno dei maggiori distretti industriali tedeschi, a Pirmasens presso Saarbrucken. In Germania ogni comune di una certa dimensione ne ha uno: vi si bruciava di tutto senza differenziare perché la tecnologia tedesca si basa sulla quantità dei rifiuti non sulla qualità; otto filtri abbattitori in successione impedivano la fuoriuscita di fumi dannosi; il residuo inerte recuperato veniva impiegato per i sottofondi stradali e l’energia termica prodotta rendeva autosufficiente la circostante zona industriale/artigianale. L’impianto era controllato «acca24», come si dice oggi, da tecnici in camice bianco, guanti e mascherina. I benefici per l’economia e le tasche dei contribuenti spiegano almeno in parte perché il sistema manifatturiero tedesco affronta la crisi meglio di altri Paesi.
Su tutti questi temi l’unico Grillo non canterino è il nostro Beppe. Credo sia nel suo interesse rispondere, perché il silenzio su tanti temi (energia, industrie nazionali, bilanci pubblici) unito ai non esaltanti primi passi delle neonate amministrazioni a cinque stelle potrebbe indurre qualche suo sostenitore (o molti, chi lo sa?) a ripensare il proprio appoggio.
Vuole fare il ducetto anche lui. Anzi, Grillo è un Duce.
Non è colpa mia se parla come Goebbels. Dice cose giuste in divisa da nazista. Ma l'Italia ha sempre avuto bisogno di un Duce. Nero, giallo o rosso. Craxi era un Duce e anche Berlinguer, a suo modo, era tale.
Oliviero Toscani.
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Dopo 15 mesi di eccidi di civili, scontri, attentati e bombardamenti di città e 15.000 vittime, il dittatore siriano ha recentemente ammesso che il Paese che sta soffocando nel sangue è in guerra, segnando un'ulteriore escalation del conflitto e probabilmente seppellendo così il Piano di crisi dell'Onu e della Lega Araba che, d'altronde, hanno dimostrato tutta la loro impotenza. «Siria, ai confini del regime» è una raccolta di testimonianze inedite e immagini, spesso rubate con telefonini o piccole telecamere, che rendono questo film un documento unico (mercoledì, ore 23.55).
Impossibile restare indifferenti davanti alla brutalità della repressioni: ci sono scene di tortura che mettono i brividi, la spietatezza dell'allampanato dittatore è sconcertante.
L'unica speranza la si può intravedere nell'incessante lavoro dei video-attivisti in rete, nella continua diserzione dei militari ex governativi.
L'unica speranza la si può intravedere nell'incessante lavoro dei video-attivisti in rete, nella continua diserzione dei militari ex governativi.
Mentre seguivo questo racconto di disperazione e di morte mi tornavano alla mente le parole di Beppe Grillo, informato sulla situazione siriana da suo suocero: «I massacri in Siria? Ci sono cose che non possiamo capire perché non si sa se sia una vera e propria guerra civile o se si tratti di agenti infiltrati nel Paese». Forse questo documentario potrebbe fargli un po' di chiarezza. L'abbattimento dell'aereo da ricognizione turco avvenuto il 22 giugno sembra aver fatto precipitare la situazione. Il primo ministro turco, Tayyip Erdogan, si appoggia alla Nato: «I 28 membri dell'alleanza hanno fermamente condannato la Siria». La quale Siria però può sempre contare su qualche nostro profondo conoscitore di politica estera.
Aldo Grasso29 giugno 2012 | 8:22
sabato 23 giugno 2012
DISTIMIA
Sono un poco in pensiero
per la distimia;
dov'è?
Proprio andata via?
Che sia proprio sparita
dalla mia vita???
per la distimia;
dov'è?
Proprio andata via?
Che sia proprio sparita
dalla mia vita???
giovedì 21 giugno 2012
Cacca a Sanremo
Lettera 7
Fazio-strazio presenterà Sanremo.Valletta bionda: la Littizzetto. Manca ancora la bruna. Saviano?
Vittorio Nunziofilogamo InFeltrito
lunedì 18 giugno 2012
Le tette di Sara Tommasi o quelle di Grillo?
Mi sta diventando simpatico, o quasi, Beppe Grillo. Lui si crede un grand’uomo, del tutto diverso e assai più astuto degli omuncoli blindati nella Casta. Anche molti italiani lo considerano un Superman della politica e dichiarano che lo voteranno con entusiasmo. In realtà il leader delle Cinque stelle è un politico come tanti altri. Ha gli stessi difetti, le medesime debolezze e le stesse loffiaggini di quelli che vorrebbe mandare a casa.
Avevo sempre pensato che fossero dei mediocri, lui e la sua controfigura, Gianroberto Casaleggio. Ma adesso ne abbiamo una prova: la sterminata intervista concessa da Grillo a Marco Travaglio per il «Fatto quotidiano». E pubblicata in vista vision, su due paginate, mercoledì 13 giugno.
«Libero», per la penna aguzza di Filippo Facci, ha sostenuto che Travaglio ha condotto l’intervista in ginocchio, comportandosi da zerbino di Grillo. Il Bestiario non la pensa come Facci. Sento dire che il vice direttore del «Fatto» è un tifoso del capo stellare. Se è così, in quel colloquio si è comportato da amico del giaguaro, giocando a Grillo un pessimo scherzo. Lo ha lasciato parlare, straparlare, sproloquiare senza limiti. Presentandolo al pubblico come un ridicolo bufalibron.
Bufalibron è una vecchia parola di slang padano, soprattutto pavese. Indica un tizio che non sa un cavolo di niente, non s’intende di nulla, non ha mai aperto un libro, ma si è limitato a soffiare sulle pagine per farle scorrere e dare la sensazione di averle lette e meditate. Mi suggerisce questo l’identikit di Grillo tracciato da Travaglio. E adesso lo andiamo a vedere.
Grillo è un presuntuoso, tanto da presentarsi ai lettori del «Fatto» come il Grande Sterminatore che sta ammazzando i partiti. Con una forza e una velocità tali da costringerlo a suggerire alla Casta di suicidarsi con più lentezza: «Sono anni che dico che i partiti sono morti, ma adesso spariscono troppo rapidamente. Fate con calma, non esagerate a prendermi alla lettera».
La presunzione lo spinge a dare di sé un ritratto irreale: «Sono vent’anni che giro il mondo, visitando laboratori, intervistando ingegneri, economisti, ricercatori, Premi Nobel. Ho rubato conoscenze ai grandi della terra. Mi sono informato, mi sono fatto un culo così, anche se molti mi prendono per un cialtrone improvvisatore. E adesso i partiti pensano di metter su movimenti in quattro e quattr’otto!».
Qualche riga dopo, il leader stellare cambia tono e si mostra impaurito: «La liquidazione del sistema è talmente veloce che domani rischiamo di svegliarci e di non trovare più nulla. E poi come si fa? Noi non siamo pronti a riempire un vuoto così grande».
Già, chi colmerà questa assenza? Ecco una domanda che Travaglio poteva fare a Grillo. Anche presentandogli qualche ipotesi. Un potere davvero imbattibile? Le truppe della Nato? Una forza militare interna, per esempio i carabinieri? L’invasione di milioni di cinesi, già presenti sul territorio con nutrite avanguardie?
La debolezza di Grillo emerge quando descrive come sarà il Parlamento bonificato da lui. Ne esce un bordello terrificante. Rappresentanti di liste civiche. Movimenti di gente perbene. Ragazzi. Professori. Esperti. Gli eletti delle Cinque stelle. I No-Tav. Quelli dell’acqua pubblica e dei beni comuni. I referendari. «Magari ci troviamo il povero Di Pietro, mi sa che stavolta non lo vuole nessuno».
Grillo ritorna a spaventarsi. Non è nato ieri e sa bene che con questa Armata neo Brancaleone sarà impossibile governare. Infatti dichiara che si guarderà bene dall’andare a Palazzo Chigi: «L’ho detto e lo ripeto: io nel palazzo non ci entro, non mi lascio ingabbiare. Preferisco restare un battitore libero, un franco tiratore. Ma troveremo persone competenti e oneste per fare il premier e i ministri. E poi ci inventeremo un meccanismo di democrazia partecipativa per far governare i cittadini».
La paura di cimentarsi come uomo di governo spinge Grillo a diventare banale: «I ministri devono essere esperti nelle loro materie. Ci vuole una selezione molto stringente». Travaglio gli chiede chi deciderà se mantenere o no l’euro, sulla politica estera, sul diritto di cittadinanza, sull’immigrazione, sulla bioetica… Pensando a se stesso, Grillo replica: «Sono questioni troppo grandi perché possa decidere un non-leader. Faremo dei referendum popolari propositivi. In Svizzera fanno così da duecento anni. Lo so, è difficile. Ma è difficile anche continuare così».
È assai più facile rifugiarsi nelle illusioni. Siamo alla scappatoia di Grillo: «Destra e sinistra sono etichette preistoriche. Dobbiamo ricostruire un’identità, una comunità locale e nazionale. Se i cittadini, e non più i partiti, diventano lo Stato, anche nazionalizzare diventa una bella parola. In Italia ci sono un milione di volontari. Io ne vorrei 60 milioni. Il mio dentista, per qualche ora la settimana, dovrà operare gratis chi ha bisogno».
Grillo adesso ritorna allo stile che conosciamo: superficiale, semplicione, da chiacchiera al bar. La mitica spending review, il taglio della spesa pubblica, si può realizzare in un batter d’occhio. La Tav non serve, è sufficiente cancellarla e si risparmiano venti miliardi. Idem per i caccia bombardieri: aboliti, risparmio di quindici miliardi. Anche le province eliminate con un tratto di penna. Niente pensioni superiori ai tremila euro. I rifiuti delle grandi città? Meglio spedirli in Germania: «È un paese ecologicamente avanzato dove si brucia la minima parte, il resto viene separato, riciclato o va in discarica».
Il Napoleone delle Cinque stelle ha un solo momento di sincerità e proprio nel finale del colloquio con Travaglio: «Per salvare l’Italia la gente si dia da fare, partecipi, rompa i coglioni, s’impegni. E io sarei il nuovo Mussolini? Più democratico di me non c’è nessuno. Lo so benissimo che non posso salvare l’Italia: io getto le basi, faccio il rompighiaccio, dissodo il terreno… Poi ogni cittadino deve camminare con le sue gambe. Io il mio lavoro l’ho fatto. Ora tocca agli italiani».
E infatti molti italiani sembrano disposti a votarlo. Così sostengono i sondaggi. Danno le Cinque stelle al 21 per cento, una previsione che fa venire la pelle d’oca anche ai partiti più grandi. Il Bestiario considera questi sondaggi e la relativa strizza un regalo della Provvidenza. Guai se non ci fossero. E se non avessero questi risultati. L’arroganza della Casta non mostrerebbe nessuna crepa. I partiti butterebbero nel guardaroba dei cani anche la più piccola delle riforme.
Eppure l’Italia ha bisogno dei partiti. Certo, debbono essere migliori di oggi, però una democrazia non può farne a meno. In Europa è iniziata la Terza guerra mondiale. Non ci bombardano le Fortezze volanti, ma i mercati internazionali. L’unica nostra difesa è di essere conservatori intelligenti. Anche augurarsi di continuo la morte del governo guidato da Mario Monti o di ritornare alla lira sono atteggiamenti suicidi.
I professori hanno gettato le basi di un lavoro immane per rifondare l’Italia. Sostenere che si muovano con lentezza è privo di senso. Non esistono soluzioni semplici e rapide per questioni complesse che da anni nessuno affrontava. Dobbiamo essere pazienti. Ma non nei confronti della Casta che rallenta il cambiamento. Ecco il nostro muro di Berlino. E per farlo cadere non dobbiamo impiegare decenni.
L’unica soluzione che non produrrebbe nulla, e molto rischiosa, sarebbe affidarsi a un piccolo demagogo con la zucca vuota. Come questo Grillo straparlante. Un signore dannoso anche a se stesso.
di Giampaolo Pansa
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