Alessandro Barbera per "la Stampa"
Nel numero dedicato alla morte del Grande Condottiero, l'11 settembre del 1976 l'«Economist» scrive: «Mao deve essere accettato come uno dei grandi vincitori della storia. Per aver elaborato, contro le prescrizioni di Marx, una strategia rivoluzionaria incentrata sui contadini, che permise al Partito comunista di conquistare il potere a partire dalle campagne, e per aver diretto la trasformazione della Cina da società feudale, distrutta dalla guerra e dissanguata dalla corruzione, a Stato egualitario e unificato, nel quale nessuno muore di fame».
Nel numero dedicato alla morte del Grande Condottiero, l'11 settembre del 1976 l'«Economist» scrive: «Mao deve essere accettato come uno dei grandi vincitori della storia. Per aver elaborato, contro le prescrizioni di Marx, una strategia rivoluzionaria incentrata sui contadini, che permise al Partito comunista di conquistare il potere a partire dalle campagne, e per aver diretto la trasformazione della Cina da società feudale, distrutta dalla guerra e dissanguata dalla corruzione, a Stato egualitario e unificato, nel quale nessuno muore di fame».
Nel 1976 all'«Economist» non sanno ancora che qualcuno in Cina ha iniziato a raccogliere il materiale che diversi anni dopo incrinerà l'aura che fino a quel momento era penetrata fin nei più insospettabili circoli.
Il suo enorme lavoro (1.200 pagine nell'edizione in cinese, 700 in inglese) è stato pubblicato solo nel 2008. Si intitola «Tombstone». Una lapide «per mio padre, per i milioni di morti, per gli errori della Cina di Mao».«Quando eravamo tutti uguali, non si può dire fossi realmente infelice, ma il problema era che non avevo la più pallida idea di quale fosse la differenza fra essere felice o infelice. Ora lo so, e l'ho spiegata ai cinesi con una formula matematica». Prende un pezzo di carta e scrive: «Il tasso di felicità è dato dal rapporto fra la qualità della vita attuale e quella passata. Alla formula completa manca solo il coefficiente: la quantità di informazioni a disposizione». L'orgoglio del giornalista ha attraversato indenne la storia.
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/mai-dire-mao-un-giornalista-cinese-racconta-in-un-libro-la-carestia-degli-anni-76986.htm
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