LETTERA 14
Con "La gabbia" i talk-show-pollai hanno proprio toccato il fondo. Se la scassatissima politica italiana ha le sue gravissime colpe, altre e gravi ne ha la sua esasperata ed esasperante spettacolarizzazione che viene fatta da conduttori ed ospiti di programmi di cosidetto approfondimento politico nei quali invece imperano battute, frizzi, lazzi, provocazioni, insulti, iene, intervistatori-zecche, insomma tutto quanto fa spettacolo.
Con "La gabbia" i talk-show-pollai hanno proprio toccato il fondo. Se la scassatissima politica italiana ha le sue gravissime colpe, altre e gravi ne ha la sua esasperata ed esasperante spettacolarizzazione che viene fatta da conduttori ed ospiti di programmi di cosidetto approfondimento politico nei quali invece imperano battute, frizzi, lazzi, provocazioni, insulti, iene, intervistatori-zecche, insomma tutto quanto fa spettacolo.
E' varietà, avanspettacolo, circo: con un presentatore-domatore-aizzatore e con attori, pagliacci e bestie; il tutto ad un irrinunciabile basso costo. E se una volta erano un paio alla settimana, ora quei pollai sono più d'uno al giorno; hanno perfino preso il posto e il pubblico dei famigerati reality-show.
I conduttori che mirano a guadagnare punti di auditel (e milioni di euro in più) e i loro ospiti che hanno la smania di apparire si rendano conto che hanno la loro parte di colpa se livello culturale ed educazione calano, mentre antipolitica ed astensionismo crescono e la politica ci viene fuori dagli occhi. E poi l'impegnato Floris ci viene a dire dispiaciuto che non può parlare di altre cose importanti perché è costretto a parlare sempre di Berlusconi: chi gli impedisce di frazionare il suo programma e parlarci anche d'altro? Risponda; se non a noi, alla sua coscienza. Ed insieme a lui l'esame di coscienza se lo facciano tutti.
Vittorio Trepalleunsoldo InFeltrito
Vittorio Trepalleunsoldo InFeltrito
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