Eravamo tante, davvero.
A dire la nostra differenza (bellissimo il discorso della Bocchetti: gli uomini non sanno fare a meno del potere, sono seduti sulla loro fortuna, sono seduti sulla loro poltrona). A dire la nostra volontà di ripulire questo paese dalla feccia. A dire che feccia sono Berlusconi e i suoi cinici sostenitori ( che cosa non si fa per uno stipendio, un privilegio, una poltrona!), non la ragazzetta che usa l’unico potere concesso alle donne, quello di far godere un uomo. Anche se non ti piace, anche se non lo ami, anche se ti fa schifo. Perché, porca miseria, è lì il problema: il potere, noi, non l’abbiamo mai perseguito. Le più fragili si accontentano del potere di suscitare desiderio. Esercitare il potere non ci piace. Preferiamo altre emozioni. Forse, se le cose continuano a precipitare, toccherà darcelo come obbiettivo. Conquistare il potere, proprio noi che non lo amiamo. Conquistarlo per tutte. Gestirlo in modo opposto. Come uno strumento per fare, non come un gigantesco fallo che fa godere solo chi lo possiede.
(L. Ravera)
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