6 febbraio 2011
Il Cav. se ne vada à la Nixon, ma basta con questo moralismo farlocco
Intercettazioni esagerate, accanimento giudiziario e mediatico. Tutto vero. Però il Cav. ha fatto quel che poteva per esporsi alla gogna e per mostrarsi al mondo come un uomo ricattabile, fragile e ridicolo. Per un politico, “il personale è politico”, tribunali a parte. E’ patetico sostenere che ad Arcore si facevano festicciole tra amici. Gli amici sarebbero coorti di signorine reclutate per finire nel bungalow? Ma va là. Quindi mi auguro che l’Anfitrione non si candidi più ad alcuna carica pubblica, compresa quella quirinalizia. Può contrattare un’impunità modello Nixon. Dopodiché, mutatis mutandis (e absit iniuria verbis), il berlusconismo può continuare anche in assenza dell’eponimo, come il cesarismo, il bonapartismo e il peronismo.
Ciò premesso, leggo, ascolto e vedo parecchie stranezze. Molte signore che (giustamente) promossero ogni precoce liberazione sessuale e ogni love in liceale, oggi ripetono ossessivamente che tra le ospiti del bungalow berlusconesco c’era una minorenne, o (forse) due.
Ciò premesso, leggo, ascolto e vedo parecchie stranezze. Molte signore che (giustamente) promossero ogni precoce liberazione sessuale e ogni love in liceale, oggi ripetono ossessivamente che tra le ospiti del bungalow berlusconesco c’era una minorenne, o (forse) due.
Va bene, la legge va rispettata. Ma sarebbe ragionevole distinguere le minorità, caso per caso. Uno, magari, ignora le foto e le pose spigliatissime delle pupe in questione e si figura che l’Orco abbia traviato qualche collegiale in calzettoni. Uno, magari, immagina che il Cayman s’avvicini alla bimba bisbigliando: “Piccina Rubacuori, che t’ha portato la Befana? Così sbottonata prendi freddo, mettiti il cappottino, o almeno il baby doll. E tanti auguri allo zietto Hosni, che ne ha bisogno”. A proposito: fra Lolita e Humbert Humbert, chi aveva più potere contrattuale? E tra una ragazzotta e un anziano, chi ha più strumenti per spolpare l’altro?
Nel frattempo, molti severi opinionisti strillano in tv che il Cav. ottenebra con le tv la mente collettiva del popolo italiano. Ok, i telegiornali (per quel che contano) sono in parte lottizzati e in parte domestici, ma i talk show politici più seguiti sono audacemente ostili al governo. Per quel che riguarda le altre programmazioni (ree di proporre stili di vita subalterni), osserverei che quasi tutti i format sono importati da quell’estero che spesso ci impartisce lezioni di correttezza. Né ci si può lamentare delle troppo calunniate veline, che ballonzolano sul teleschermo forse per un minuto, meno svestite di una qualsiasi signora in spiaggia.
Sui mass media pieni di donne seminude perfino per le pubblicità di automobili, campeggia la denuncia della mercificazione del corpo della donna. A parte il fatto che si mercifica allegramente anche il corpo dell’uomo (cfr. gli spot di Dolce & Gabbana eccetera), non si capisce perché mai si debba costruire una gerarchia secondo la quale mercificare la gradevolezza di una figura femminile sia più grave che mercificare la fatica di un operaio o l’ingegno di un intellettuale subalterno.
Più in generale: è molto strano che un dono naturale come la bellezza sia giudicato meno nobile di un dono naturale come l’intelligenza. E non trascuriamo le arti d’amore, grazie alle quali (gossip!) qualche signora non stupenda ha rischiato/rischia di diventare regina d’Inghilterra. Quarant’anni fa ero a New York, al Village, dove le più famose femministe dell’epoca guidavano un congresso contro l’abietta condizione delle prostitute. Salirono sul palco due mignotte e dissero fieramente: “Noi guadagniamo in mezz’ora quello che voi, segretarie o impiegate, guadagnate in un mese. E al capo dovete dare tutto: obbedienza, cervello, sorrisi. E forse qualche altra cosa, gratis”.
In democrazia, molti possono aspirare al successo, e anche il bell’aspetto e il fascino sono atout per raggiungerlo. Ma ciò non è frutto dell’attuale decadenza. Tra i maschi antichi ricordo il conte di Essex, Bel Ami, Julien Sorel. Tra le femmine, centinaia di “favorite”, capaci di conquistare corone e rendite ereditarie. Nemmeno le nostre istituzioni più nobili disdegnarono di servirsi di una contessa di Castiglione, per promuovere la Causa che oggi celebriamo, dopo 150 anni.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
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