Lettera 5
OK, Napulità: fiducia nella Giustizia; ma davvero ha la "G" maiuscola, cù 'sti Espositi accà? Vittorio Quaraquaquà InFeltrito
Lettera 3
Caro Dago,
Durante una cena, il Cassazionista Esposito avrebbe sparlato di quel Berlusconi che poco tempo dopo avrebbe condannato in via definitiva. La colpa però è del Cavaliere, il quale avrebbe dovuto, per una volta, imitare Vendola e andare a cena con il giudice che doveva giudicarlo. P.S. Più che dei campionissimi come Coppi, i difensori di Silvio sono sembrati dei Malabrocca.
Salve Natalino Russo Seminara
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(Adnkronos) - "Quella dell'Anm nei confronti del presidente Esposito e' un'indecente difesa corporativa". Cosi' Enrico Costa, capogruppo Pdl commissione giustizia alla Camera, commenta le dichiarazioni dell'Anm sull'intervista del presidente della sezione feriale di Cassazione Esposito. "Il tentativo di minimizzare, giudicandole semplicemente inopportune, le frasi di Esposito dimostra ancora una volta -aggiunge- che l'Anm e' totalmente priva di onesta' intellettuale: sono sempre pronti ad attaccare il centrodestra e a fare le vittime ma neanche di fronte all'evidenza riescono ad essere obiettivi se ad essere criticati sono i loro iscritti".
LA LOTTIZZAZIONE — «Praticamente tutti i posti di potere sono ormai lottizzati dalle correnti - scrive Tinti - . Il sistema funziona più o meno così: a fare il presidente del Tribunale di Roncofritto ci mandiamo Michele, che è dei Gialli, così loro ci votano Luigi, che è dei nostri, a procuratore di Poggio Belsito. Alle prossime elezioni del Csm possiamo quindi candidare Carmelo…». Tinti descrive nei dettagli il funzionamento dei Consigli Giudiziari, i piccoli Csm regionali che a loro volta «pre-selezionano » i magistrati che poi il Consiglio superiore della magistratura dovrà scegliere per gli incarichi direttivi. «I candidati contattano i loro santi protettori… Le lodi si sprecano, ogni corrente sostiene il suo candidato, che certe volte è espertissimo e altre non ha mai ricoperto quel ruolo ma è proprio quello che si vuole, talvolta è il più anziano talvolta il meno anziano ma molto più bravo, e così via», spiega il magistrato torinese. E sul blog si trova il resto.
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7 agosto 2013
Sarà anche vero che un giudice, anzi, diciamo pure un presidente, della Corte di Cassazione avrebbe fatto meglio a non rilasciare interviste. E sarà anche vero che non avrebbe dovuto motivare su un giornale la sentenza appena emessa. E’ perfino possibile pensare, seguendo analoghi criteri di giudizio, che comportamenti simili avviliscano l’idea stessa di giustizia, minando l’autorevolezza e la credibilità di chi la guida ai suoi livelli più elevati. Tutto questo si può concedere. Ma come non sentirsi confortati dalla lungimiranza di una Cassazione la quale ha stabilito per tempo che un paese dove la Cassazione compie simili stronzate non è comunque definibile un paese di merda?
© - FOGLIO QUOTIDIANO
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7 agosto 2013 - ore 06:59
Bravo Panebianco (con un ma)
Il caso Esposito e quella magistratura che non lascia riformare la politica
L’intervista concessa al Mattino da Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della corte di Cassazione che ha condannato Silvio Berlusconi, rappresenta un inaudito atto di arroganza. Spetterà ad altri valutare le conseguenze giudiziarie, ma è evidente la volontà di celebrare il trionfo del “potere” giudiziario sulla politica, anche anticipando motivazioni peraltro contraddittorie di una sentenza che assume sempre di più il carattere di un pronunciamento politico. Lo squilibrio tra potere politico e “potenza” giudiziaria, ricordato magistralmente da Angelo Panebianco nell’articolo di fondo del Corriere della sera di ieri, non avrebbe potuto esprimersi in maniera più plastica (e preoccupante).
© - FOGLIO QUOTIDIANO
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