Cari amici di Report, siete diventati matti per dimostrare che l'appartamento di Di Pietro a Roma, in via Merulana, è sempre stata la sua abitazione non la sede del suo partito. Siete andati a scovare un oscuro memoriale giudiziario per dimostrarlo: ma bastava molto meno. Per esempio questa lettera di Di Pietro pubblicata da Libero il 9 gennaio 2009: «A Roma sono proprietario dell’appartamento di via Merulana ove abito quando mi reco lì. L’ho comprato nel 2001». Nota: nel memoriale aveva scritto «nel 2000», in realtà l’acquisto è del 2002, come da visura catastale che pure pubblicammo l'11 settembre 2009. Altro esempio: potevate sbirciare, amici di Report, l'intervista a Monia Lustri (ex Idv) che Libero pubblicò il 17 giugno 2011: «Con Di Pietro», si leggeva, «andavo a cena prima di passare a casa sua, in via Merulana». Nota: l'intervista è stata querelata, ma siamo stati prosciolti meno di un mese fa. Infine: anche la famosa fattura - quella che dimostra che Di Pietro si ristrutturò l'appartamento a spese del partito - fu pubblicata da Libero l'11 settembre 2009, si parla di quella relativa a «Lavori per vostro ordine e conto svolti nella sede sociale di via Merulana a Roma, imbiancatura e stuccatura pareti, riparazione idraulica». La fattura è intestata a «Italia dei Valori, via Milano 14, Busto Arsizio, Varese». Insomma, potevate risparmiarvi un sacco di lavoro. Non fate i timidi, la prossima volta.
Filippo Facci.
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