DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

venerdì 18 marzo 2011

Solo profughi maschi


La lettera del giorno | Venerdì 18 marzo 2011

Clandestini del Nord Africa perchè decidono di partire

Chi scappa da guerra e fame va accolto; d’accordo. Ma le chiedo: come mai arrivano soltanto uomini e non donne e bambini?

Vittorio Vida
vida.v@libero.it

Una cosa mi sfugge in tutto questo trambusto sugli esodi veri o presunti dal Nord Africa. Ma perché proprio adesso che hanno conquistato la libertà scappano dai loro Paesi?

Sebastiano Rizzo
sebastiano.rizzo@ gmail.com

Clandestini del Nord Africa perchè decidono di partireCari lettori,
Fra coloro che cercano di sbarcare clandestinamente sulle coste italiane e spagnole vi è un po’ di tutto. Vi sono avventurieri, contrabbandieri, persone che hanno qualche conto da regolare con la giustizia o, come nel caso recente della Tunisia, che hanno approfittato dei disordini per evadere dal carcere in cui stavano scontando una pena. Ma la maggioranza appartiene alla categoria degli «emigranti sociali», vale a dire di coloro che cercano in Europa un lavoro meglio remunerato o addirittura un primo impiego. Se riusciranno a trovarlo manderanno a casa, per sostenere la famiglia, una buona parte del loro salario; e se riusciranno a conquistare un permesso di soggiorno faranno del loro meglio per ricostituire in Europa la loro famiglia. Nella maggior parte dei casi le mogli e le madri aspettano in patria d’essere chiamate perché i viaggi dei clandestini, come sappiamo, sono al tempo stesso costosi e pericolosi. Ma vi sono anche donne incinte che partono con il loro uomo. Lo fanno forse nella speranza d’impietosire le autorità europee, se le barche vengono intercettate, e di ottenere migliore assistenza. Ma non mi sembra giusto che l’Italia festeggi la giornata della donna senza riconoscere il loro coraggio.

Non vi è alcun rapporto, quindi, tra la conquista della libertà e la loro decisione di restare o partire. Può darsi che i loro Paesi divengano più democratici, ma questo non significa che le loro economie siano in condizioni di offrire, di punto in bianco, maggiori occasioni di lavoro e un futuro più promettente. In una prima fase, mentre l’Egitto e la Tunisia devono fare fronte al minore gettito fiscale provocato dalla chiusura delle fabbriche e dall’interruzione del turismo, la situazione potrebbe addirittura aggravarsi. I tunisini giunti in Italia negli scorsi giorni lo sapevano e hanno approfittato della minore vigilanza delle forze di polizia per tentare la fuga. Per concludere, cari lettori, capisco che l’Italia e altri governi europei cerchino di bloccare l’immigrazione clandestina. Ma questo non deve impedirci di comprendere le condizioni e le ragioni di coloro che cercano di arrivare sulle nostre coste.

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