DiStImIcAmEnTe

QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)
...ma ora...
STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)
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mercoledì 28 dicembre 2016
domenica 25 dicembre 2016
Il Natale di Sgarbi (Come lo invidio).
"Non ho mai fatto una cena di
famiglia, non ho mai fatto un natale.
Io sono nato l'otto maggio, non
capisco perché fanno gli auguri a
me per il Natale di un altro. Anche se
Gesù è mio fratello, che cazzo
c'entro io con il Natale?
Le tombolate mi fanno cagare, fanno
schifo.
Evito due feste: il Natale e il
Capodanno.
A Capodanno è bellissima
l'autostrada vuota: non c'è
nessuno.
Non ho mai fatto il trenino a
Capodanno e non mai fatto neanche
il conto alla rovescia: lo odio, che
cagata pazzesca".
V. Sgarbi
Ah, il Natale...
1. DAGOREPORT
Il vecchio sistema per godersi il giorno della natività era di ingozzarsi di torrone mandorlato, sbronzarsi di Amaretto di Saronno, tombolare con il sacrario famigliare lanciando i fagioli segna-numero e digerire da scimuniti davanti al Baudo-scopio. Un simile comportamento è oggi ritenuto assolutamente meschino, anche romanticamente antico.
Oggi un Natale deve sostituire la Quaresima come giorno di penitenza, il Carnevale come giorno di scemenza, il Ferragosto come giorno di pestilenza: è infatti a tavola, davanti a un piatto di cappelletti in brodo, che si fa ammenda per aver persistito durante undici mesi e venticinque giorni nel dichiararsi parenti di un mucchio di gente antipatica e inutile, che a malapena si sa chi sia.
Non chiamatelo cenone, è una cena come la sedia elettrica è una sedia.
...
Per tradizione, a Natale si deve mangiare in modo strabocchevole, insensato, demente, e bere in proporzione; per questa inaudita mangiata si vanno a recuperare cugini magri, nipoti anoressici e liberi combattenti del colesterolo.
...
Insomma, le smanie conviviali che accompagnano il Santo Natale sono atti decisamente incivili. Del resto, troppo tempo, denaro e pubblicità sono investiti nel pranzo di Natale per lasciare che una piccola comunità sciupi questo evento andando in chiesa.
Il vecchio sistema per godersi il giorno della natività era di ingozzarsi di torrone mandorlato, sbronzarsi di Amaretto di Saronno, tombolare con il sacrario famigliare lanciando i fagioli segna-numero e digerire da scimuniti davanti al Baudo-scopio. Un simile comportamento è oggi ritenuto assolutamente meschino, anche romanticamente antico.
Oggi un Natale deve sostituire la Quaresima come giorno di penitenza, il Carnevale come giorno di scemenza, il Ferragosto come giorno di pestilenza: è infatti a tavola, davanti a un piatto di cappelletti in brodo, che si fa ammenda per aver persistito durante undici mesi e venticinque giorni nel dichiararsi parenti di un mucchio di gente antipatica e inutile, che a malapena si sa chi sia.
Non chiamatelo cenone, è una cena come la sedia elettrica è una sedia.
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Per tradizione, a Natale si deve mangiare in modo strabocchevole, insensato, demente, e bere in proporzione; per questa inaudita mangiata si vanno a recuperare cugini magri, nipoti anoressici e liberi combattenti del colesterolo.
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Insomma, le smanie conviviali che accompagnano il Santo Natale sono atti decisamente incivili. Del resto, troppo tempo, denaro e pubblicità sono investiti nel pranzo di Natale per lasciare che una piccola comunità sciupi questo evento andando in chiesa.
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