1. DAGOREPORT
Il vecchio sistema per godersi il giorno della natività era di ingozzarsi di torrone mandorlato, sbronzarsi di Amaretto di Saronno, tombolare con il sacrario famigliare lanciando i fagioli segna-numero e digerire da scimuniti davanti al Baudo-scopio. Un simile comportamento è oggi ritenuto assolutamente meschino, anche romanticamente antico.
Oggi un Natale deve sostituire la Quaresima come giorno di penitenza, il Carnevale come giorno di scemenza, il Ferragosto come giorno di pestilenza: è infatti a tavola, davanti a un piatto di cappelletti in brodo, che si fa ammenda per aver persistito durante undici mesi e venticinque giorni nel dichiararsi parenti di un mucchio di gente antipatica e inutile, che a malapena si sa chi sia.
Non chiamatelo cenone, è una cena come la sedia elettrica è una sedia.
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Per tradizione, a Natale si deve mangiare in modo strabocchevole, insensato, demente, e bere in proporzione; per questa inaudita mangiata si vanno a recuperare cugini magri, nipoti anoressici e liberi combattenti del colesterolo.
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Insomma, le smanie conviviali che accompagnano il Santo Natale sono atti decisamente incivili. Del resto, troppo tempo, denaro e pubblicità sono investiti nel pranzo di Natale per lasciare che una piccola comunità sciupi questo evento andando in chiesa.
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