DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)
Visualizzazione post con etichetta scuola. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta scuola. Mostra tutti i post

lunedì 14 luglio 2025

Ragazzi "schiacciati" dalla scuola?


 


Lettera 7

Dagosapiens, alla maturità boom di contestazioni; e in un liceo ci si lagna perché “schiacciati da troppe aspettative”. Vorrebbero che anche al liceo ci fosse “l’avanti tutti” come alle medie inferiori?   Dopo aver avuto genitori iperprotettivi vorrebbero che anche in un liceo gli insegnanti fossero altre mammine e paparini? Non è che un po’ di “corazza” i nostri ragazzi se la devono fare prima o poi?  

Ricordiamoci anche che al termine delle medie i ragazzi ricevono dei giudizi orientativi: spesso questi non vengono seguiti in quanto gli istituti diversi dal liceo (che pur darebbero ottime possibilità occupazionali) sono dalle famiglie considerati degradanti. Si va al liceo, si annaspa e si chiede che che gli insegnanti abbassino ancor più i livelli. E' così che si fa bene ai ragazzi, alla scuola e alla società?

Vittorio ExProf ExInFeltrito

lunedì 29 maggio 2023

Prof, io la accoltello! Ma è colpa del Covid!

 


Lettera 8

Dagosapiens, studente accoltella l’insegnante. “Dopo il Covid i ragazzi vanno fuori di testa per un voto negativo”, dice il professore.                                    Ecco, e bravo il prof: adesso diamo la colpa al Covid, poveri ragazzi!

Vittorio Exprofmadiunaltrotipo ExInFeltrito

 

venerdì 1 aprile 2022

DAGOSPIA, Lettera 22. I vestiti e i congiuntivi della preside



 

Lettera 22

Dagosapiens, riguardo alla chat rovente della preside col suo allievo: oltre a tutto il resto c’è da notare che l’insegnante ha scritto: ”Come vuoi che mi vesto”? (E il congiuntivo?)

 

Vittorio Chemivesta ExInFeltrito

mercoledì 23 febbraio 2022

DAGOSPIA, Lettera 17. La Patatta Bolente de la suplente



 

Lettera 17


Dagosappiens, la mia proff di itagliano e tanto brava: in clase ci lasia fare i video con Tik-Tok e ci fà anke vedere il video dela Pattata Bolente e ci insegna anke come si deklina pene e pure la Madre delle Sante, del Belli, che mi pare ke e quelo di Mily carluci.

 

La mia proff e così inteligiente ke ci a anke deto di non dire gnente ai nostri jennitori 1 e jennitori 2. )Ma noi siamo piu furbi e a casa gliela biamo subbito deto! Pero mi dispiace un pò perkè gjennitore 1 a deto che domani va a scuola e la mena lui la proff.(

 

Ciao Daggo!

 

Vitorio studdente eccssinFeltritto

 

 


 



lunedì 21 settembre 2020

Quella sporca ultima meta di Conte

Lettera 14 ------------ Dagosapiens, mi meraviglio: ti sei chiesto "Ma Conte lo sa che nella scuola del figlio viene assicurato un solo giorno di lezione a settimana? Genitori in rivolta." Ma certo che lo sa; per questo accompagna il figlio soltanto fino a un chilometro e mezzo (pardon: lui, figamente, dice "un miglio") dall'entrata. Vittorio Meglioevitare ExInFeltrito

martedì 24 aprile 2018

Il maestro (Alex Corlazzoli) e la margherita (Michele Serra)

Ogni tanto, leggendo il Fatto,  capita che cade l'occhio sul blog del "maestro e giornalista" Alex Corlazzoli.  Quasi sempre, contemporaneamente, cadono anche le braccia. Sia per come scrive il maestro e sia per ciò che scrive, questo detentore della vera ricetta che può salvare la scuola italiana. 

Ma per favore, maestro, si ravveda e, già che c'è, migliori il suo italiano.

Qui sotto leggasi il suo sproloquio in merito all'articolo di Serra sul bullismo. 
E leggansi anche le sue ...gesta rivoluzionarie
di liceale sedicenne.  

Poveri noi...
------------------------------------------------------

Bullismo, è evidente che Michele Serra non frequenta i poveri.

dal blog di Alex Corlazzoli "maestro e giornalista", su il Fatto Quotidiano , 23.4.2018


Papa Giovanni XXIII era un maleducato. Così lo sarebbero anche padre Enzo Bianchi, figlio di poveri, ed Ermanno Olmi che ha avuto una madre operaia e un padre ferroviere.
Il fighetto teorema usato da Michele Serra nella sua prima versione dell’Amaca non lascia spazio ad interpretazioni: “Il livello di educazione, di padronanza dei gesti e delle parole, di rispetto delle regole è direttamente proporzionale al ceto sociale”. Così ha scritto il giornalista, che il giorno dopo ha tentato di mettere una pezza dopo le critiche confermando la visione di uno che ragiona alla maniera di chi non conosce e non frequenta i ceti sociali poveri. D’altro canto Serra ha fatto il liceo Manzoni a Milano e sarei curioso di sapere che scuola ha fatto fare ai suoi figli.
La penna di Repubblica ha usato questo indegno teorema per giustificare un’altra tesi fighetta a proposito degli atti di intimidazione di alunni contro professori: “Non è nei licei classici o scientifici, è negli istituti tecnici e nelle scuole professionali che la situazione è peggiore”.

Sia chiaro la nostra società è classista. Nessuno lo vuole negare, ma ho l’impressione che il giornalista che vive tra Milano – dove è cresciuto – e il piacentino – dove ha una terra di molti ettari, che si diverte a coltivare quando ha tempo – non conosca la dignità e la fatica di quegli operai che magari non sanno il latino e il greco ma hanno insegnato per prima cosa ai loro figli il rispetto per l’altro. Ho la sensazione che non abbia mai messo piede allo Zen di Palermodove Giovanni tra mille sacrifici ha lottato per riuscire a fare le scuole superiori e oggi insegna ad altri ragazzi il riscatto sociale. Ho il dubbio che a casa di una famiglia di ceto sociale non pari al suo non abbia mai pranzato e chissà come se la immagina. E chissà se è mai stato in un professionale o in tecnico per parlare in quel modo.
Le parole di Serra mi hanno ricordato quella volta che un dirigente del liceo classico di Crema anni fa mi mi disse: “Solo da qui uscirà la classe dirigente del futuro”. Io stesso sono cresciuto in una famiglia di ceto sociale povero: a casa mia non solo non c’erano i libri ma nemmeno la libreria. Mia madre leggeva Confidenze Intimità e il settimanale cattolico per vedere i necrologi. Mai stato al cinema. Sì, è vero forse non mi hanno insegnato la padronanza dei gesti e delle parole ma nella mia vita ho incontrato altre persone (la maestra e il prete) che mi hanno permesso di crescere di là del condizionamento sociale. E la stessa “maleducazione” dei miei (per usare la tesi di Serra) mi è stata utile per crescere pensando di voler essere diverso da loro. Serra infatti dimentica una cosa: i padri dei ricchi vogliono i figli a loro somiglianza mentre i figli dei poveri sono mossi dal grande desiderio di riscatto sociale. Una morsa che in questi anni ha davvero cambiato l’Italia: lo dimostra anche la politica che finalmente porta in Parlamento i figli di una classe sociale più povera.

A inchiodare la società ad una struttura classista e conservatrice(come scrive nell’Amaca) sono proprio quelli come quel dirigente del liceo di Crema e quelli come Serra convinti che al classico ci vanno i migliori. Solo un liceale su sei proviene da una famiglia operaia. Nel 2016 al classico si sono diplomati solo l’8,7% di ragazzi figli di impiegati o di genitori che stanno alla catena di montaggio a fronte di un 45% di figli di professionisti, dirigenti, docenti universitari e imprenditori. Allo scientifico sono usciti il 13,1% di ragazzi che provengono dalle classi sociali più povere. Ma non basta. Se andiamo a vedere la questione ripetenti scopriamo che il 30% di chi viene bocciato al liceo due o più volte appartiene alle famiglie operaie contro il 17% della classe elevata. Questo perché questa Scuola e la gente come Serra vogliono preservare il recinto del ceto alto.
Su una cosa Serra ha ragione: “Il popolo è violento” ma non (come dice lui ) “perché cerca di mascherare la propria debolezza” ma perché si ribella, perché urla, perché grida la propria condizione. A 16 anni al classico scaraventai il banco davanti allaprofessoressa di greco perché a me, figlio di operai, disse all’inizio dell’anno: “Tu verrai bocciato”. Mi bocciarono e con il casco ruppi i vetri del liceo urlando: “Borghesi di merda”.

Serra e molti diranno: eccolo il maleducato, quello che non aveva padronanza di gesti e parole, perché veniva dal ceto basso. Il teorema funziona. Peccato che in quel mio gesto c’era tutta la rabbia, la violenza di chi si è visto calpestato da compagni che ti trattavano come un pezzente e da insegnanti figli a loro volta di liceali che mal sopportavano l’idea di avere tra le scatole uno che arrivava a scuola in motorino (l’unico) e che raccoglieva firme contro la contessina che spuntava un’ora in ritardo perché andava dall’estetista.
Serra nella replica del giorno dopo nel mettere la pezza peggiora la situazione: si ricorda improvvisamente che anche nei licei ci sono arroganti e screanzati ma si giustifica dicendo che in “1500 battute si è costretti ad evitare la zavorra dell’ovvio” e per quello non ha parlato di loro interessato solo al “macro fenomeno”. Non voglio dare lezioni a Serra ma ricordo che il mio capo redattore a La Provincia di Cremona davanti al giovane apprendista che aveva bisogno di più battute per un articolo mi disse: “Corlazzoli in due mila battute ci è stato il disastro del Vajont, figuriamoci”.
Non solo, il giornalista cita don Milani sulla scuola di classe ma forse dovrebbe ricordare che proprio i ragazzi di Barbiana – montanari, figli di un ceto sociale povero – grazie all’incontro con il priore sono diventati sindacalistipoliticigiornalisti.

Per il resto la diatriba con Luca Telese e il pippone fighetto sulla sinistra con citazioni che il ceto sociale povero non capirà non mi interessano. Mi interessa un’altra cosa continuare questo dibattito sulla differenza di classe che c’è, che esiste, che non morirà mai ma che aumenta proprio a causa delle fosse scavate da chi come Serra è ancora convinto che “Il livello di educazione, di padronanza dei gesti e delle parole, di rispetto delle regole è direttamente proporzionale al ceto sociale”. La società dei “figli di Serra” continuerà a cantarsela e suonarsela senza sentire le urla di chi non ha fatto il Manzoni, non è un ignorante, non è maleducato ma ha una strada in salita anziché una in discesa.
Serra non mi leggerà, sono un giornalista di un altro ceto rispetto a lui. Non perderà certo tempo con me ma mi piacerebbe invitarlo a parlare di quanto lui ha sollevato in un quartiere povero di Palermo o in un professionale, non dietro una comoda scrivania. Troppo facile.

mercoledì 10 agosto 2016

I Prof...ughi del Sud

Problema: non c' è bicchiere capace di contenere un litro d' acqua. I docenti meridionali sono 30.692 ma i posti a disposizione al Sud sono 14.192: «Come possono 14.192 sedi accogliere 30.692 insegnanti? Neanche Einstein avrebbe potuto inventare un algoritmo in grado di risolvere un' equazione simile».

Maestri e professori «in eccedenza» nel Mezzogiorno sono complessivamente 16.500, quelli che mancano al Centro-Nord 17.628. Di qua quasi il 67% in meno, di là quasi il 54% di troppo. Con addirittura un picco del 64,3% di insegnanti in eccesso in Sicilia. La quale copre da sola oltre un terzo dei docenti costretti ad andarsene dalla propria regione.

G. Stella

venerdì 13 novembre 2015

Insultare gli insegnanti oppure papino & mammina?




Lettera 17
Insegnante accerchiata, insultata e spintonata da genitori perchè, per colpa della sua severità, alcuni scolari di una classe difficile avrebbero pianto. Ed è arrivata ambulanza e polizia.  Ebbene, se si tratta effettivamente soltanto di severità, ambulanza e polizia dovevano portar via quei genitori; portarli dove potessero meditare che quell'insegnante andava, non assalita, bensì ringraziata per aver cercato di far capire  ai loro pargoli che nella vita non c'è solo la bambagia nelle quale papino e mammina si ostinano a tenerli, senza rendersi conto di quanto male fanno ai loro figli con i loro comportamenti iper-protettivi.
Vittorio Meditategenitorimeditate ExInFeltrito

martedì 4 agosto 2015

La manica del prof---ondo sud


Lettera 16


Bè, buone vacanze a ..."quei delinquendi dei miei sdudendi" (ti ricordi, Dago?). Però voi, pure in vacanza, meditate, docenti, meditate:  "Italia a due velocità: gli studenti del Nord battono quelli del Sud"; così titolavano i giornali ai primi di luglio, dopo i Test Invalsi. Ai primi di agosto, dopo la Maturità: "Boom di lodi al Sud". Come ce lo vogliamo spiegare, 'sto inghippo?
Vittorio Lamanicadelprof...ondosud ExInFeltrito