Quello che non ha Roberto Saviano è l’originalità. Dopo le accuse di aver copiato "Gomorra", lo scrittore per il suo monologo avrebbe attinto da due libri di Giampiero Rossi: “La lana della salamandra” e “Amianto. Processo alle fabbriche della morte”.
A scriverlo è lo stesso Rossi sulle colonne del Fatto: “Mi ha gratificato il fatto che tu abbia scelto di attingere a piene mani dal mio lavoro (…) Quello che ho trovato assai meno piacevole, però, è una certa mancanza di riconoscimento per chi quel lavoro lo ha realizzato (…). Perché non riconoscere a chi ha investito tanto almeno la paternità di quel suo lavoro?”.
Anche perché i dettagli che Saviano ha utilizzato sono tanti, continua Rossi. E “almeno tra chi si spende per importanti battaglie etiche e culturali ci si attende condotte coerenti”. Infine una cortesia: “Sii più attento anche al lavoro dei tanti colleghi che cercano di fare altrettanto, quasi sempre con minore visibilità ma quasi mai con minore impegno”. Troppo facile fare il maestrino con le parole e le idee degli altri.
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