Lettera 28
"Right or wrong, my country". Ma quale country? Ma dove? Ma quando? Anche qui su Dagospia ce la godiamo a fare i Tafazzi. Ammesso che l'Italia sia stata fatta, gli Italiani son ben lungi dall'essere fatti, e forse mai lo saranno. E le loro figuracce le hanno sempre fatte. Per Metternich l'Italia era "un'espressione geografica", (ora per qualcuno è in dubbio anche questo);
"Right or wrong, my country". Ma quale country? Ma dove? Ma quando? Anche qui su Dagospia ce la godiamo a fare i Tafazzi. Ammesso che l'Italia sia stata fatta, gli Italiani son ben lungi dall'essere fatti, e forse mai lo saranno. E le loro figuracce le hanno sempre fatte. Per Metternich l'Italia era "un'espressione geografica", (ora per qualcuno è in dubbio anche questo);
per Bismarck era "la quinta ruota del carro"; agli inizi del 1700 Montesquieu scriveva che "le repubbliche italiane non sono che miserabili aristocrazie, che si reggono solo per la pietà che si ha per loro, e in cui i nobili, senza alcun senso di grandezza e di gloria, ambiscono soltanto a conservare il loro ozio e i loro privilegi"; Goethe scriveva che "Onestà tedesca ovunque invano cercherai, c'è vita e animazione ma non ordine e disciplina e ognuno pensa per sè, dell'altro diffida, e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sè";
per un nostranissimo Giacomo Leopardi l'Italia era "senza prospettive di miglior sorte futura, senza occupazione, senza scopo, e ristretta al solo presente". Ma cosa pretendiamo da noi Italianetti? Siamo mezzi europei e mezzi levantini; il senso civico è quello che è; ce la prendiamo con i politici dimenticando che i Berlusconi, i D'Alemi, i Casini, gli Scilipoti, i Fini, i Bocchini, i Penati, i Di Pietri, gli Scajoli sono l'espressione della nostra società; abbiamo un Presidente della Camera-con cucina che, sapendo benissimo quale bagarre avrebbe scatenato, va a Ballarò a litigare, ad aggiungere i suoi sorrisetti a quelli di Sarkozy e a unirsi al coro degli sbertucciatori anti-governativi per i quali il motto sembra essere "Muoia Sansonanetto con tutti i Filistei".
E i Filistei siamo tutti noi, se in questo momento vogliamo far cadere un governo senza averne pronto un altro valido; se abbiamo sogni di governi di unità nazionale pur sapendo che siamo tutto fuori che uniti; se auspichiamo governi tecnici quando già non ci vanno bene le decisioni di un tecnico come Tremonti; se chiediamo elezioni anticipate nelle quali, secondo i sondaggi, si sposterebbe qualche zero-virgola. "Right or wrong, my country" non è roba nostra, purtroppo. Per noi va bene " E io che c'entro?", "Tirar l'acqua al proprio mulino" e, in caso,"Si salvi chi può".
Vittorio Italianetto InFeltrito
Vittorio Italianetto InFeltrito
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