DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

martedì 20 maggio 2014

Mi seguono, al funerale di Grillo a Porta a Porta:


Come al solito in pieno orgasmo oratorio: non si ferma mai, elude le domande, infila gag e minicomizi, inventa percentuali, nemici, autostrade a 15 corsie. Vespa se lo lavora col minimo sforzo di un “ma dai, su”.
(di Mattia Feltri)

Quando ha ripetuto quattro volte che ha anche sbagliato e esagerato si è capito chiaramente che la missione era tranquillizzare e rassicurare chi si era spaventato per i toni dei comizi. Per il resto il messaggio è uno solo: a casa tutti. Ma per fare cosa dell’Italia non ce l’ha detto neanche ieri sera.

Troppo clamorosa la conversione televisiva di Grillo per non sbancare l'Auditel. Vederlo andare a Canossa e sedersi sulla poltroncina bianca di Porta a Porta dopo un intero repertorio d'insulti al suo conduttore non ha prezzo

Ha cercato di presentarsi bene, camicia bianca giacca blu, senza urlare, senza dire parolacce, senza lasciarsi andare a battute. Ma poi non ce l’ha fatta. Urlare è il suo argomento. È l’attore che recita Casaleggio. Come esce dalla parte, cade. Casaleggio no.
Alcune frasi volevano essere battute, ma non facevano ridere e resteranno scolpite (“Cosa farete in Parlamento? Non mi interessa” oppure “se vinciamo? Ilgoverno deve andare a casa. Se perdiamo? Ne prendo atto”). 

Grillo funziona al massimo quando può esondare, travolgere tutto, anche la logica e l’italiano. Ma davanti ai “Su dai...” di Vespa e alle punzecchiature lo si è visto annaspare. 

L’abilità del comico, con la sua «pancia d’attore», è quella di cavalcare tutti i mal di pancia del Paese (per questo ha molto seguito), senza però mai indicare una soluzione che non sia l’avventura. Succeda quel che succeda, «non mi interessa».
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IPSE DIXIT:
”La mia rabbia è una rabbia buona, questo non è un partito è un sogno”.

Ma, i sogni muoiono all'alba...



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