DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

giovedì 24 gennaio 2013

L'altro Gaber


Nella lunga commemorazione funebre che Fabio Fazio ha celebrato in onore di Giorgio Gaber non ho sentito canzoni come «Non arrossire» o «Le strade di notte», che per me - non so perché e forse non lo voglio sapere - sono il massimo. 
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L'imbarazzante partecipazione di Walter Veltroni e Fausto Bertinotti è stata solo una di quelle occasioni in cui la Rete si scatena in ironie sanguinarie.
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Il problema principale, quando una persona brava e famosa non c'è più, è che diventa una sorta di guscio vuoto che i media riempiono a loro piacimento. Nella serata-evento dedicata al Signor G nel decennale della sua scomparsa, il Gaber proposto è stato quello del teatro-canzone, del sodalizio con Sandro Luporini.
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L'impressione è stata quella di una trasmissione per gaberiani spinti, quando l'idolo viene imbalsamato. Forse sbaglierò, ma il sodalizio con Luporini ha come sacrificato la parte più passionale, imprevedibile, incontenibile di Gaber, caricandolo di un peso e di un tono predicatorio che, a distanza di anni, mostra i suoi limiti.
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Perfettamente d'accordo, Aldo Grasso!


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