DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

mercoledì 9 gennaio 2013

Capitan Ingroia



Eccoti «L’occhio del falco» su Canale 5 (lunedì e martedì sera) e cioè una neo fiction in cui Raoul Bova torna a interpretare il capitano Ultimo, alias Sergio De Caprio: si riparte dal processo del 2006 che lo vide indagato per favoreggiamento e quando cioè gli imputarono la mancata perquisizione del covo di Totò Riina, il «capo dei capi» che pure fu proprio lui a catturare nel 1993. Ultimo fu assolto con formula piena assieme al generale Mario Mori, tanto che Raoul Bova sul «Corriere» di ieri l’ha messa così: «Lo sport di questo Paese è infangare i suoi simboli, con Ultimo non ci sono riusciti e questo merita di essere raccontato». Perfetto, ma perché tacere che il processo fu condotto da Antonio Ingroia? Non c’è scritto in nessun articolo, chissà nella fiction. E chissà se la fiction ricorderà che anche Massimo Ciancimino, ex cocco di Ingroia, nel 2010 insinuò che l’arresto di Riina non fu merito del capitano Ultimo bensì di una soffiata di Provenzano. E chissà se il capitano Ultimo ha letto il libretto scritto contro di lui da Benny Calasanzio Borsellino, nipote e milionesimo parente di Paolo, figlio di Rita, già coautore di un altro libro con Salvatore, e naturalmente - serve dirlo? - collaboratore del Fatto Quotidiano, giornale che in compenso non cita la fiction né Ingroia. Perdonate se provvediamo noi.    Filippo Facci.

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