DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

martedì 12 giugno 2012

Ballando sul Titanic


Lettera 15
Italia in grave crisi economica. Italia a rischio-Grecia. Disoccupazione al 10,2%; quella giovanile al 35,2%. Dicono che in Italia abbiamo pochi laureati, molti dei quali disoccupati, ma si continua a spingere i ragazzi all'università, in facoltà inutili, per farli finire poi in un call-center a 600 Euro. Tre milioni di persone non cercano nemmeno lavoro perchè convinte di non trovarlo; ma vivono ugualmente. C'è proprio qualcosa che non va, in questa Italia che vive al di sopra delle proprie possibilità; in questi genitori; in questi figli.
Vado in ospedale per un controllo medico e le prime tre infermiere che incontro sono extracomunitarie; poi vengo a sapere che un infermiere appena assunto guadagna 1700 Euro al mese. Torno a casa e davanti a me c'è un condominio in costruzione: muratori serbi. Breve vacanza alle Eolie; al commesso del fruttivendolo chiedo informazioni sui capperi e cucunci esposti: mi risponde una voce dall'accento romeno. Al grande magazzino c'è una sorvegliante dell' Est. In un ristorante ci sono cinque camerieri: tutti e cinque romeni. Compro della mortadella al negozio di alimentari: me la affetta una straniera. Gli inservienti-autisti di un albergo sono dello Sri-Lanka. La commessa di un negozio di cappelli, parei e souvenirs mi pare russa o moldava. Però il figlio del mio affittacamere è italiano: ventenne, non studia e non lavora; il padre dice che sta sempre al cellulare con la fidanzata, la quale, se tanto mi dà tanto, non fa niente neppure lei. E' sera; giù, davanti alla paninoteca-enoteca sotto alla mia camera, la via brulica di ragazzi: capannelli di studenti che si preparano per la discoteca. Penso ai loro, ai nostri, nonni e padri: emigravano pur di lavorare e le loro rimesse di emigranti aiutavano l'economia italiana; tornavano e si costruivano la casa, negozietti, ristoranti, nei quali però non fanno più lavorare i loro figli; li vogliono "dottori". E disoccupati. Ripenso ai camerieri romeni e a tutti gli immigrati che ho incontrato: i soldi che guadagnano qui se ne vanno nei loro paesi; la casa se la costruiranno loro; imprenditori diventeranno loro. C'è proprio qualcosa che non va in questa Italia, in questo sistema di vita. Ora dalla discoteca sul porticciolo arriva la musica. La via si svuota, sciamano i ragazzi. Tutti a ballare. Sul Titanic.
Vittorio Godereccio InFeltritescu


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Lettera 16
Caro DAGO
sacrosanta la lettera dell'Infeltrito sul fatto che in Italia tanti posti di lavoro rifiutati dai nostri ragazzoni sempre-in-casa sono coperti con qualche soddisfazione da stranieri. Posso aggiungere?
Al mio di ragazzone, che al liceo non aveva fatto faville, avevo proposto seriamente di investire quanto necessario a laurearlo in un'impresina: vai a lavorare 3 anni poniamo da uno che installa condizionatori, poi con la cifra X che stanzia papi ti apri una tua ditta individuale: primo anno con un lavoratore straniero sveglio, secondo magari con due, tempo di laurearsi hai già un lavoro tuo, redditizio, senza padroni, senza Fornero...Lui ha puntato su giurisprudenza dove va piuttosto bene.
E mo' che devo suggerirgli cosa fare..fai quello che vuoi, ma se vuoi darmi retta .fatti il concorso in magistratura, gli dico. Entri nell'ultima vera casta italiana, protetto da una costituzione da paese delle banane, rispettato, senza altre vere responsabilità che quelle della tua coscienza. Che gli dovevo dire? Sempre con il ben nascosto dubbio che l'impresina di condizionatori era forse meglio...
BLUE NOTE

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