DiStImIcAmEnTe





QUANDO FU NON RICORDO,
MA VENNI PRESO UN GIORNO
DAL DESIDERIO D'UNA VITA VAGABONDA,
DANDOMI AL DESTINO D'UNA NUVOLA
CHE NAVIGA NEL VENTO,
SOLITARIA.
(Basho)

...ma ora...

STO DIVENTANDO VECCHIO.
UN SEGNO INEQUIVOCABILE E' CHE
LE NOVITA' NON MI APPAIONO INTERESSANTI
NE' SORPRENDENTI.
SON POCO PIU' CHE TIMIDE VARIAZIONI
DI QUEL CHE E' GIA' STATO.
(Borges)

martedì 19 aprile 2011

Troppe barzellette. Troppe intercettazioni?

L'ingrata Stefania Craxi ha scaricato Berlusconi


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La Craxi dimentica l’accanimento giudiziario e mostra di dare credito alle accuse contro il Cav

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Risulta che il presidente della Repubblica si sia mai in dignato per gli insulti (le offe se) pubbliche, gli sputi, le scritte sui muri, le contume lie in Parlamento, le aggres sioni anche fisiche nei con­fronti di una istituzione co me la presidenza del Consi glio, nella persona del presi dente, e di esponenti del suo governo e della sua maggio­ranza, con un pubblico mes saggio diramato a tutti i gior nali, le televisioni e le agen zie di stampa? Risulta? No, non risulta. E risulta che ab bia stigmatizzato, redargui to, richiamato alla loro re­sponsabilità e ai loro doveri i magistrati della procura di Milano che hanno consenti to la diffusione di intercetta zioni, di conversazioni di un parlamentare che è anche presidente del Consiglio, vio lando l’articolo 68 della Costi­tuzione? E quindi non rispet tando i più elementari doveri della loro funzione? No, non risulta. Risulta che abbia tute lato un potere dello Stato da una aggressione che, ben ol tre i confini della responsabi lità penale, i magistrati han no portato all’estremo della più violenta diffamazione violando la privacy di perso ne non indagate con un insi nuante e negativo giudizio morale? È lecito che la magi stratura determini un clima palesemente denigratorio compiacendosi di mostrare e rivelare comportamenti pri vati all’opinione pubblica? Non è apparsa esagerata e pretestuosa la trasformazio ne di una telefonata in «con cussione » e di cene in orge? Lo sputtanamento di Berlu sconi è arrivato a limiti pre meditati. E invece solenne è stata la deplorazione, enor me lo sdegno e irrinunciabile l’indignazione per un manife sto da tutti giudicato orribile, in cui si accostavano le Briga te rosse ai magistrati di Mila no. Immediato messaggio del capo dello Stato, solida rietà incondizionata ai magi strati. Peccato che Napolita no abbia trascurato di ricor dare che il responsabile del l’ignobile documento era un uomo politico, il sindaco di Turbigo, già arrestato ingiu stamente, tenuto in carcere per quasi cinquanta giorni e poi riconosciuto innocente. Chiunque abbia stabilito quell’iniqua detenzione ha di fatto esercitato un’azione indebita, nella sostanza equi valente a un sequestro di per sona, tipico del tribunale del popolo istituito dalle Brigate rosse. Roberto Lassini, presi dente della associazione che ha diffuso il manifesto, è sta to vittima di una grave ingiu stizia che non ha determina to nessuna indignazione e nessuna reazione di Napoli tano. Mi pare che un arresto sbagliato sia più grave di un manifesto e mi pare che l’in sensatezza di accuse di con cussione e prostituzione mi norile nei confronti del presi dente del Consiglio sia così evidente da apparire prete stuosa e mossa da altre an che eversive finalità. Ne ab biamo una prova nelle paro le di Alberto Asor Rosa che in­neggiano a un colpo di Stato militare di fronte alla gravissi ma emergenza dei reati di te lefonate e di cene. E, ancor più incredibile, la presa di po­sizione di Stefania Craxi, sot tosegretario agli Esteri che, ri muovendo la memoria del l’accanimento (non privo di fondamento) giudiziario nei confronti del padre, mostra di dar credito alle accuse del la procura a Berlusconi, non apprezzandone la maliziosa natura diffamatoria. Così do­po aver mostrato la sua indi gnazione per le barzellette del premier dichiara, credu la, e senza porsi domande sul la natura dell’inchiesta: «La magistratura deve persegui re il reato e non moralizzare la società. Ma tutto quello che è successo non è stato uno spettacolo bello». Stefa nia Craxi dimentica che lo spettacolo non è stato voluto da Berlusconi ma realizzato, a suo danno, senza alcuna uti lità se non di contrapposizio ne politica, dalla Boccassini e dai magistrati tutelati da Na politano. Di quello spettaco lo Berlusconi avrebbe fatto volentieri a meno. L’esalta zione di Veronica Lario inna m orata prescinde dalla consi derazione che fu proprio la moglie a scrivere la sceneg giatura di quello che i magi strati avrebbero oscenamen te rivelato. Nessuna indigna zione di Napolitano e, ora, la sorprendente censura di Ste fania Craxi che applica alla in significante storia dei piace re privati del presidente del Consiglio quel giudizio mora listico che rimprovera ai ma gistrati. Questa inutile vicen da di Ruby, Minetti, Mora e Fede è completamente priva di senso ma costituisce la più clamorosa e cinica manifesta zione della macchina del fan go che Roberto Saviano, abil mente denuncia in funzione contro di lui. In realtà come dimostrano le incredibili rea zioni di Stefania Craxi la «macchina del fango» ha otte nuto grandi risultati crimina lizzando, per i suoi comporta­menti privati, il presidente del Consiglio. Nell’assoluto silenzio di Napolitano preoc cupatissimo per il pericolo contro la Costituzione, con tro la democrazia, contro la magistratura costituito da Ro berto Lassini e il suo provoca torio manifesto. Nessun pro blema per i processi inutili, sbagliati, infamanti. Grande preoccupazione per lo sfogo di una vittima su rossi manifesti.  

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